16 dicembre 2009

Messaggio di Massimo Rendina, Presidente dell’A.N.P.I. di Roma e del Lazio

Questo nostro nuovo blog (http://anpiroma.blogspot.com) dell'A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Roma e Lazio nasce come sistema di comunicazione tra Circoli, Sezioni, Presidenza Provinciale e Regionale della nostra associazione. E’ esteso, quale rete telematica interattiva mediante INTERNET, a cittadini, partiti, sindacati, associazioni, centri sociali, interessati alla nostra attività e alle nostre iniziative, desiderosi di esserne informati e disposti ad informarci sui loro propositi e sugli eventi da loro prodotti. Opera in stretto contatto con gli operatori del nostro sito "Storia XXI Secolo" (http://www.storiaxxisecolo.it) ed è collegato con la struttura nazionale dell’ A.N.P.I.

Ulteriore compito dei nostri siti telematici è l'animazione culturale relativa alle ricerche, studi e pubblicazioni del Centro di Antropologia Sociale congiuntamente al Centro Telematico di Storia Contemporanea che l’A.N.P.I. di Roma ha istituito per approfondire e documentare la storia del Novecento in collaborazione con istituti ed enti anche stranieri, e per fare dell’A.N.P.I. anche un luogo di studio e di indagine relativi alla società e, entro questa, alla persona umana specialmente in rapporto alla partecipazione politica e comunitaria

Siamo sollecitati a tale studio e indagine dai profondi cambiamenti che la società sta subendo, interessando direttamente, ripetiamo, la persona umana, con la crisi delle ideologie lungo l’itinerario che nel Novecento ha determinato lo scadimento dell’individuo liberale sperduto tra le esperienze fasciste e la loro sconfitta - dopo la guerra di aggressione nazifascista e imperialista nipponica - a vantaggio non di un sistema democratico socialmente avanzato, in alternativa all'autodissolvimento del comunismo tradito dalle esperienze sovietiche del socialismo reale, ma del capitalismo dominato dai centri finanziari che ritornano ad agire oggi con i medesimi intenti speculativi in presenza dei danni provocati all'economia mondiale e al pianeta depauperato delle risorse.

Il capitalismo organizzato, solo superficialmente corretto, rinasce accentuando gli squilibri tra Paesi industrializzati, e quelli del sottosviluppo dove soffre tre quarti dell'umanità. La stessa uscita dalla crisi economica è ancora incerta mentre aumentano la disoccupazione e le sacche di miseria anche nelle nazioni ricche.

Cadute dunque le illusioni della capacità di autoregolazione del capitalismo organizzato e della palingenesi comunista appare vieppiù necessario affrontare in termini realistici i fenomeni del nostro tempo interpretandoli dal punto di vista socioeconomico ma anche filosofico e pertanto antropologico, mentre si fronteggiano le ideologie a sbocco autoritario militare, a protezione del capitalismo, e quelle del fondamentalismo religioso generatore del fanatismo terroristico. L'attenzione si porta anche sulle nuove aree di sviluppo, Cina, India, Brasile, dove è data per scontata la convivenza dello stato di povertà endemica con quello della produttività merceologica che genera nuove categorie di abbienti e tecnici e il formarsi di nuovi concetti ideologici e nuovi protagonismi sorretti da alleanze che sminuiscono il ruolo regolatore e conciliatore delle organizzazioni internazionali privilegiando i rapporti di forza.

La storia, intesa in senso hegeliano, è fonte di riflessione rivolta ad ipotesi progettuali, da considerare pertanto, queste, anche mediante una nuova e puntuale analisi del prodotto intellettuale resistenziale, reso complicato e inespresso dalla formazione pur necessaria nella sua composizione eterogenea, del C.L.N., ma ugualmente stimolante anche per il dibattito tra i Costituenti che ne recepirono le istanze da tradurre in propositi e norme nella Carta costituzionale.

Ci chiediamo, analizzando i temi ideali di libertà e convivenza civile e di autorealizzazione della persona, ovvero dei principi fondamentali promotori dell’Antifascismo e della Resistenza, immessi nella Costituzione, se non si debba - resa impossibile una coerente definizione dalla situazione composita del C.L.N. politicamente disomogenea per il timore di fratture provocate da pretese impositive ideologiche - immaginare ugualmente una società, moralmente richiesta dalla Resistenza, in cui abbiano preminenza il carattere sociale della persona attraverso il suo sviluppo individuale nella libertà orientata al bene comune inteso in senso laico e cristiano. Vorremmo chiamare questo progetto - insito nella maggioranza del C.L.N. comunista, socialista, cattolica e azionista - sfidando la contraddizione verbale, personalismo sociale.

Sia pure diffidando del velleitarismo culturale, intendiamo, noi dell’A.N.P.I. di Roma, nel consegnare la nostra associazione a una nuova classe dirigente, uscire dalle strettoie celebrative e rivendicative storicistiche, pur praticandole, e dare corpo e sostanza politica alla richiesta della nostra continuità associativa non limitata agli aspetti storico formali.

Massimo Rendina

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