31 gennaio 2011
Rappresentazione teatrale "Il cestino delle mele". Un articolo di Marina Schifano
30 gennaio 2011
27 gennaio 2011
25 gennaio 2011
23 gennaio 2011
Il Paese della diseguaglianza. La crisi economica e l’art. 3 della Costituzione. Un articolo di Marco Foroni
Potremmo anche spiegarlo a mò di slogan pubblicitario, di quelli che piacciono tanto ai più, magari esplicitato in questo modo: "La povertà non è più senza fissa dimora”. Perché la povertà è accanto a noi, forse meno apparente, certo più profonda; diffusa e afona, conseguenza di quella diseguaglianza dilagante amplificata da trenta anni di politiche neoliberiste, particolarmente feroci nel nostro paese. E coda velenosa della Terza Depressione Mondiale, come l'ha recentemente definita il premio Nobel per l'economia Paul Krugman, dalla quale l’establishment finanziario globale (cioè i capitalisti neoliberisti) spinge per una sua uscita da destra. La crisi ha accentuato a dismisura le diseguaglianze e frantumato anche la “classe media” italiana. Il modello nordamericano della concentrazione spinta della ricchezza e della diffusione di massa della povertà; a forza di dirlo, in tanti e per anni, siamo diventati tutti americani. L'Italia, in termini di reddito, è un paese sempre più diseguale: ricchi e poveri, giovani e anziani, uomini e donne, nord e sud. I principi costituzionali dell’eguaglianza non sono più valore comune condiviso, né si attuano politiche per rimoverla, e le distanze si allargano. E non lo dicono né i “comunisti” nostalgici (“…quelli che si sentono ancora negli anni ’70…” li definiscono in molti, anche tra i cosiddetti riformisti del centrosinistra) né l’Internazionale socialista. Ma lo certificano l'OCSE, la BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali), la Banca d'Italia. Peggio di noi, tra le nazioni cosiddette sviluppate, solo il Messico, la Turchia, il Portogallo, gli Stati Uniti e la Polonia.
21 gennaio 2011
L'ANPI si dissocia dal Partito Partigiano
20 gennaio 2011
Iniziativa della Sezione ANPI Teresa Gullace. Interroghiamo la Costituzione, terzo incontro
17 gennaio 2011
Intervista a Giuliano Amato: “L’Italia unita dalla sua cultura. Il Risorgimento come ‘grande sogno’, l’irrisolta questione meridionale, l’identità nazionale”. Un articolo di Mario Avagliano
L’Unità d’Italia conta centocinquant’anni. Ma restano ancora aperte Tre questioni sul percorso di un’unità difficile, come recita il titolo della prolusione che domani Giuliano Amato, presidente del comitato di celebrazione del 150°, pronuncerà alle 16.30 all’Accademia dei Lincei a Roma. “Aldo Moro - afferma Amato - diceva che la politica non può che lasciare sempre un senso di incompiutezza. Questo vale anche per il Risorgimento”.
Presidente Amato, il 7 gennaio a Reggio Emilia hanno preso il via le celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia. Si è partiti col piede giusto?
E’ una sorta di fortuna che la Repubblica Cisalpina avesse adottato il Tricolore proprio il 7 gennaio del 1796, che cade all’inizio dell’anno e quindi si è prestato in modo mirabile a simboleggiare il senso di una celebrazione, peraltro già iniziata nei mesi scorsi.
16 gennaio 2011
Forma di stato e forma di governo. ABC della Costituzione. Giancarlo Ruggieri
A 65 anni dalla Liberazione, tale icastica e pregnante definizione sembra essere ancora attuale, in quanto ben descrive la presente temperie politica.
Lo Stato, qualsiasi Stato, è un ordinamento giuridico a fini generali e si compone necessariamente di tre fondamentali elementi : un gruppo sociale (popolo), un territorio, un’autorità. Il primo di tali elementi costituisce lo “Stato Comunità” mentre il terzo integra lo “Stato Persona”.
La forma di stato è determinata dal tipo di rapporto che c’è fra lo Stato Comunità e lo Stato Persona. In tale ambito, la tipologia spazia dalla democrazia alla dittatura.
La forma di governo, invece, è data dai rapporti intercorrenti fra gli organi dello Stato Persona. Le principali forme di governo sono la Repubblica, che può essere parlamentare ovvero presidenziale, e la Monarchia, assoluta o costituzionale.
In base ai rapporti stabiliti fra lo Stato Persona e le autonomie locali, poi, può aversi il centralismo, il regionalismo o il federalismo.
Alla luce dell’assetto costituzionale tuttora vigente, si può affermare che :
L’Italia è una Repubblica democratica parlamentare su base regionale, di tipo partecipativo, con forme di democrazia diretta e con tutela speciale delle minoranze linguistiche, connotata dalla separazione e dall’equilibrio dei poteri, da reciproci bilanciamenti e controlli, da istituti di garanzia, dal riconoscimento di inviolabili ed inalienabili diritti fondamentali, dalla particolare attenzione per il benessere dei cittadini, la sicurezza sociale dei più deboli, la sanità, l’istruzione, il lavoro, la previdenza e gli altri servizi pubblici (Stato sociale) e dai principi dello stato di diritto.
15 gennaio 2011
08 gennaio 2011
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Ripudia intolleranza, razzismo e antisemitismo.
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