Intervista a Massimo Rendina, vicepresidente dell'Anpi - La Repubblica - 06/04/2012. Cronaca di Roma pag. V
Omaggio a Bentivegna in Comune, il PDL lascia l'Aula.
Intervista a Massimo Rendina, vicepresidente dell'Anpi nazionale: "Ostilità che sconcerta, dalla destra reazione scomposta. E' un attentato alla storia d'Italia"
"Il comportamento e le reazioni della destra sono un attentato alla cultura ed alla storia". Massimo Rendina, 92 anni, vice presidente nazionale dell'ANPI, l'Associazione dei partigiani d'Italia, respira e cammina con fatica ma non rinuncia a dire la sua: "Sconcerta questo comportamento ostile non solo verso un eroe della Resistenza ma alla scelta dell'allora capo delo Stato, Luigi Einaudi, e del presidente del consiglio dell'epoca, Alcide De Gasperi che, con una medaglia d'argento al valore militare, decorano Rosario Bentivegna".
Da destra alcuni sostengono che l'ecidio alle Fosse Ardeatine, dove furono assassinati in 335, fu una reazione all'atentato a via Rasella...
"Fu una reazione contro il popolo romano: i nazzisti pensavano che via Rasella fosse l'inizio della rivolta. E, indipendentemente da quell'azione, quando nel processo chiesero a Herbert Kappler se avesse cercato i partigiani che l'avevano compiuta, lui rispose che l'importante era intimidire la gente di Roma. Conosco bene quei fatti: alle Fosse Ardeatine fu uciso anche Roberto rendina, fratello di mio padre".
Ha conosciuto bentivegna?
"Si, Rosarioera un uomo di cultura: docente di medicina del lavoro, era impegnato nel progresso sociale della citta".
E lei Rendina, dov'era in quegli anni?
"Comandavo una brigata Garibaldi in Piemonte, prima in Val di Lanzo, poi in Monferrato".
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