«Avevo combattuto una guerra senza bombe e senza panni militari e ciò che rimaneva di me non si leggeva su uno stato di servizio [...]. La guerra aveva risparmiato le nostre vite ma cancellato l'identità, l'anima; quella di prima era sepolta per sempre». Queste le parole che Annamaria L. ha voluto scrivere in una giornata di primavera del 1990, ormai rimasta sola e anziana, nella sua casa romana, a ricordare i terribili giorni del secondo conflitto mondiale.
Riannodando i fili della memoria sepolta per anni nell'oblio delle coscienze, il libro ricostruisce le molteplici, eterogenee e compenetranti storie di guerra di quelle donne anonime, non colte, lontane dalla partecipazione attiva nella politica, che subiscono passivamente le sofferenti ricadute della guerra totale, fatta di rastrellamenti, bombardamenti, stragi e stupri di massa.
Le pagine che seguono raccontano anche le motivazioni ideali che stanno dietro alla scelta orgogliosa, per nulla scontata e mai rinnegata, di chi volle resistere: è la «guerra privata» di donne che smettono improvvisamente di sentirsi soltanto madri o figlie, che decidono di lottare non solo contro l'occupante tedesco o i militi fascisti della Repubblica Sociale; la «loro guerra» è anzitutto un conflitto per la liberazione di se stesse, anche dal pregiudizio morale e dalla discriminazione sociale imposta dalla cultura maschile.
Ne discutono insieme all'autrice Marisa Cinciari Rodano, senatrice e parlamentare europea, Luca Baldissara, storico, docente di storia contemporanea all'Università di Pisa, Davide Conti, storico, ricercatore della Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma. Modera Mario Avagliano, giornalista de il Messaggero e storico.