(...) Giunti alle cave, i camion transitarono a
marcia indietro, ponendo così l’uscita dei todeswurdige (meritevoli di
morte) direttamente verso l’ingresso delle gallerie. Schutz radunò tutto
il personale a sua disposizione e lo invitò ad entrare nel primo
corridoio. Giunti nella penombra fece una dimostrazione su come dovevano
essere giustiziati i detenuti facendo inginocchiare davanti a se un
soldato e puntando la sua pistola mitragliatrice alla nuca, ma senza
poggiarla. Dopo gli esecutori, arrivarono le vittime. I primi autocarri
furono quelli che partirono dal carcere di via Tasso. Quelli del carcere
di Regina Coeli arrivarono successivamente. Massimo Parris, autista
italiano assunto dalle Schutzstaffel il mese precedente l’eccidio,
accompagnò Kappler fino al bivio della strada tra le catacombe di San
Callisto e le cave. Prima di partire da via Tasso, dal finestrino, vide i
prigionieri che, con le mani legate dietro la schiena, venivano fatti
salire sui camion per i quali, come testimoniò, non furono utilizzati
autisti italiani . Lasciato lì Kappler, non ebbe accesso per poter
proseguire oltre. Le strade furono bloccate e, tutto intorno, la zona fu
circondata da truppe tedesche con transenne e posti di blocco. Da un
colle sopra le Ardeatine il guardiano di porci Nicola D’Annibale, che di
nascosto stava spiando ciò che accadeva nello spazio sotto di lui, udì
gli spari. Prese nota dell’ora. Erano le 15,30. (...)
da SABATO MARTELLI CASTALDI. IL GENERALE PARTGIANO.
di Edoardo Grassia, Mursia Editore.
da SABATO MARTELLI CASTALDI. IL GENERALE PARTGIANO.
di Edoardo Grassia, Mursia Editore.