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27 luglio 2018

Richiesta di non autorizzare l’intitolazione di una piazza a Giorgio Almirante nel Comune di Ladispoli: lettera dell’ANPI Provinciale di Roma e della sezione di Ladispoli-Cerveteri al Prefetto di Roma


Richiesta di non autorizzare l’intitolazione di una piazza a Giorgio Almirante nel Comune di Ladispoli: lettera dell’ANPI Provinciale di Roma e della sezione di Ladispoli-Cerveteri al Prefetto di Roma

Il comitato provinciale di Roma, unitamente alla sezione ANPI di Ladispoli – Cerveteri hanno scritto al Prefetto di Roma chiedendo che non sia autorizzata l’intitolazione di una piazza a Ladispoli dedicata a Giorgio Almirante. Di seguito il testo della missiva:

Al Prefetto di Roma – dott.ssa Paola Basilone
E p.c. Al Dirigente Area Dott.sa Sabrina ORICCHIO - Ufficio Territoriale del Governo di Roma - TOPONOMASTICA

In data 17 Luglio 2018 l’Amministrazione di Ladispoli guidata dal Sindaco Alessandro Grando, ha votato a maggioranza in Consiglio comunale una propria mozione per intitolare una piazza della città a Giorgio Almirante. A questa mozione farà seguito l’iter procedurale con atto deliberativo nonostante la forte contrarietà di parte della cittadinanza e di realtà associative di vario genere e anche delle forze politiche di opposizione che hanno espresso voto contrario a questa delibera. La contrarietà a tale intitolazione deriva da molteplici motivi, tra i quali il fatto che Ladispoli è una città storicamente pacifica e multietnica, quindi in netto contrasto con le teorie razziali espresse da Almirante durante il regime fascista, di cui era esponente, e mai sconfessate nell’arco della sua successiva vita politica nella Repubblica Italiana. E’ stato anche chiesto, invano, al Sindaco Alessandro Grando di soprassedere a tale intitolazione sull’esempio della Sindaca di Roma Virginia Raggi.

STANTE QUANTO PRECEDE
Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Roma e la Sezione ANPI di Ladispoli-Cerveteri, chiedono alla Prefettura di non autorizzare la intitolazione con queste motivazioni:

Scriveva Almirante, "Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli [...]. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei [...]. Non c'è che un attestato col quale si possa imporre l'altolà al meticciato e all'ebraismo: l'attestato del sangue. La Difesa della razza, 5 maggio 1942”.

Se esistono vie e piazze dedicate ad esponenti politici democristiani, comunisti, socialisti e di altri partiti politici perché non una ad un esponente della destra? Hanno replicato gli interessati. In realtà è un falso pretestuoso: A Ladispoli da tempo, esistono, accanto a strade e scuole dedicate a Gramsci, Berlinguer, Moro, Pertini, strade e giardini dedicati ad esponenti locali della destra. Ma nessuno di questi aveva avuto problemi con la giustizia (e con la storia) come ne ha avuti Almirante: “dalla prima ora fanatico fascista ed ammiratore di Mussolini, fu tra i firmatari nel 1938 del Manifesto in difesa della Razza e collaborò dal 1938 al 1942, con un ruolo importante alla rivista La Difesa della Razza che spianò la strada alle famigerate leggi razziali che permisero la persecuzione, l’arresto, la deportazione e lo sterminio di migliaia di italiani di religione ebraica, di testimoni di Geova, di rom e sinti, di omosessuali, oltre a prigionieri politici. Dopo l’otto settembre del 1943, aderì alla Guardia Nazionale Repubblicana Fascista dove ebbe il grado di Generale e ricoprì l’incarico di capo gabinetto del Ministero della Cultura Popolare del governo fantoccio della Repubblica Sociale Italiana alleata dei nazisti tedeschi e combatté al loro fianco contro le brigate partigiane italiane e le forze alleate anglo-americane. Nel dopoguerra fu tra i fondatori e più volte segretario del Movimento Sociale Italiano che nel nome volle ricordare la RSI di Mussolini e per stemma adottò una fiamma tricolore che usciva da una simbolica bara di Mussolini. Anche dopo la guerra e fino alla sua morte, avvenuta nel 1978, continuò a collezionare denunce, rinvii a giudizio e condanne. Nel 1947 fu condannato a 12 mesi di confino a Salerno per Apologia di Fascismo, condanna poi sospesa dal Questore di Roma. Nella nota della Questura si fa risaltare Almirante come elemento pericoloso per la democrazia e la libertà ed acceso fanatico fascista, soprattutto nel periodo repubblichino. Il 5 maggio del 1958, dopo un comizio tenuto a Trieste, Almirante fu denunciato per Vilipendio alle Istituzioni. Nel 1969 tornato alla guida del MSI, fece rientrare nel partito, parecchi esponenti dell’organizzazione Ordine Nuovo fondata da Pino Rauti, un ramo della quale si macchierà in seguito di diversi attentati stragisti ai danni di cittadini, giudici e di militari delle forze dell’ordine. Nel 1971 il Procuratore di Spoleto chiese ed ottenne dalla Camera l’autorizzazione a procedere contro Almirante, per l’accusa di Pubblica Istigazione ad attentato contro la Costituzione ed Insurrezione armata contro lo Stato, avendo Almirante, durante il congresso nazionale del MSI invitato i giovani italiani a prepararsi all’attacco e fare come si era fatto in Grecia, Portogallo e Spagna allora dominati da regimi fascisti. Sempre nello stesso anno il quotidiano L’Unità pubblicò un manifesto del maggio 1944, rinvenuto negli archivi di Massa Marittima, a firma dello stesso Almirante, nel quale si obbligavano gli “sbandati” ad arruolarsi nelle fila dell’esercito nazifascista, pena la fucilazione alla schiena. Almirante querelò il giornale, ma perse la causa in virtù dei numerosi documenti ritrovati e presentati, che dimostravano la sua schiacciante responsabilità personale. Nel 1982 il terrorista neofascista Vinciguerra, reo confesso della strage di Peteano (dove 10 anni prima, furono attirati in una trappola ed uccisi 3 militi dell’Arma dei Carabinieri e feriti gravemente altri due). Fu comprovato il finanziamento diretto di 35000 dollari da parte di Almirante al segretario del MSI friulano Cicuttini, coautore della strage. Cicuttini e Vinciguerra furono condannati per la strage. Almirante si fece più volte scudo dell’immunità parlamentare (allora pressoché totale) anche per sottrarsi agli interrogatori della Magistratura inquirente, Approfittò in seguito di una amnistia. Almirante fu pure accusato senza seguito da suoi stessi ex sodali di partito di aver partecipato a momenti oscuri della vita del paese. Secondo De Marzio, nel 1970, si mise a disposizione di Junio Valerio Borghese (autore di un tentato golpe), secondo Birindelli il MSI aveva rapporti ambigui con elementi del terrorismo nero e coprì gli assassini dell’agente di PS Marino a Milano e secondo Giulio Caradonna, Almirante in persona aveva sollecitato finanziamenti al partito da parte della P2 di Licio Gelli.” Sembra effettivamente ben altro da quello che si può considerare come uno specchiato esponente politico, pur rappresentante di idee non condivisibili. Almirante nel corso della sua intera vita non ha mai pronunciato una sola parola di condanna o di ripensamento per i crimini di guerra, per l’odio razzista, per le vicende giudiziarie che lo vedevano protagonista. Non c’è stata mai alcuna autocritica o testimonianza di solidarietà per le vittime delle azioni nazifasciste.
Appare quindi assolutamente ingiustificabile la forzatura intrapresa da Sindaco ed Amministrazione. Tale intitolazione, sarebbe una ferita vera e profonda alla vita democratica di una città multietnica e multiculturale fin dalla sua fondazione. Sarebbe una offesa ed un oltraggio a tutti e tutte coloro che hanno combattuto per dare alla città quei principi e quelle basi democratiche che hanno finora garantito il rispetto reciproco e la convivenza civile.
Ringraziamo per la cortese attenzione e in attesa di una sollecito riscontro porgiamo distinti saluti.

La presidenza dell’ANPI Provinciale di Roma
Il direttivo della Sezione ANPI Ladispoli-Cerveteri Domenico Santi


27 luglio 2018 - Casa internazionale delle donne: comunicato del Coordinamento donne dell'ANPI Provinciale di Roma


Il coordinamento donne ANPI Roma ha appreso con profondo sgomento la notizia che l’assessora Rosalba Castiglione ha comunicato alla Casa internazionale delle donne che la memoria presentata al Comune, dal Direttivo della Casa, alla fine di gennaio è stata respinta.
Tale memoria, costruita con pazienza e grande senso di responsabilità, propone una transazione che chiuda definitivamente la questione del debito.
Grande è la superficialità e l’arroganza di questa amministrazione comunale, guidata, per la prima volta, da una donna, che declina il concetto di legalità con sgomberi ormai continui di rom e di senza casa, tentando di mettere a tacere le voci di chi non è in linea con le sue politiche
Ed è gravissimo che l’annuncio della chiusura arrivi a fine luglio dopo mesi di silenzio e malgrado le tante manifestazioni e mobilitazioni che si sono succedute in tutto questo periodo.
Dobbiamo continuare a sostenere l’opposizione lanciata dal Direttivo della Casa e attivarci per la raccolta fondi lanciata sottoscrivendo all’IBAN:IT38H0103003273000001384280.



2 agosto 2018: Sez. Albano - Castel Gandolfo: festa del tesseramento

GIOVEDI' 2 AGOSTO ALLE ORE 20 
presso la Cooperativa Sociale Spazio Lavoro in Via del Macello, 12 ad Albano Laziale,
si svolgerà la Festa del tesseramento 2018 con cena a sottoscrizione.
Si terrà un dibattito sul 70° della Costituzione: "Attuazione e difesa della Carta Costituzionale".
Parteciperà il Presidente Provinciale Fabrizio De Sanctis


10 luglio 2018

Ci ha lasciati Adriana "Anna" Romoli, partigiana combattente.

CIAO COMPAGNA ANNA! Vola via oggi Adriana ROMOLI classe 1929 partigiana. Nome di battaglia Anna, indomita e battagliera. Ti accompagnerà sempre il nostro cuore. L'ANPI Provinciale di Roma si stringe alla famiglia e all'amata sorella Luciana "Luce" Romoli.



E’ morta Adriana Romoli, combattente partigiana

Il comitato provinciale dell’Anpi (Associazione  Nazionale Partigiani d'Italia) , insieme a tutti gli iscritti delle sezioni di  Civita Castellana, Orte,Tuscania e Viterbo e della città di Vasanello, piangono la morte e ricordano con affetto, stima e profonda gratitudine Adriana Romoli e sono vicini, in questo momento di profondo dolore a tutta la  sua famiglia.
Adriana Romoli, nata il 7 dicembre 1928, prese parte giovanissima, con il nome di Anna, alla lotta di Resistenza.
Combattente partigiana,insieme alla sorella Luciana,  fu protagonista e testimone di molti episodi  che portarono alla liberazione di Roma dai nazifascisti.
La sua opposizione al fascismo iniziò da giovanissima quando all’età di 10 anni, per aver difeso una sua compagna di scuola ebrea, discriminata dalle leggi razziali entrate in vigore nel 1938, fu espulsa da tutte le scuole statali e insieme alla sorella dovette continuare  gli  studi  da autodidatta.

A 12 anni cominciò anche a lavorare come tipografa lavoro che continuò tutta la vita e la portò a diventare  dirigente del sindacato Poligrafici e Cartai.
Fu anche dirigente della   F.G.C.I. –Federazione giovanile comunista italiana- di Roma insieme a Carla Capponi, Marisa Muso Luciana Franzinetti.
Si occupò con forza, costanza  e tenacia  della vita  e delle necessità degli abitanti delle borgate romane privati del diritto alla casa.
Pacifista convinta sempre in lotta  dalla parte degli ultimi e dei più bisognosi.
Adriana Romoli ci ha mostrato un impegno e  dato una testimonianza di vita che chiedono oggi a tutti  di  scuotersi dall’indifferenza e di opporsi al nuovo fascismo,  quello che continua a generare  in ogni parte del mondo razzismo, violenza,  discriminazione contro le donne, omofobia, ingiustizia, diritti umani negati, popoli interi annientati dalle guerre nascoste e dalla fame, centinaia di migliaia di migranti respinti e che muoiono ogni giorno in mare o nei lager della Libia e della Turchia.
Siamo grati a Adriana  per la sua vita, per il suo insegnamento che cercheremo di seguire ed onorare e che indichiamo ad esempio a tutti i cittadini e in particolare ai giovani.
Sarà possibile dare l’estremo saluto ad Anna  domani, giovedì 12 luglio 2018, presso la camera ardente della Casa di Cura di Nepi- via dell’umiltà- (località Settevene- Nepi) dalle ore 10 alle 13.

Il Comitato provinciale dell’Anpi di Viterbo e  le sezioni della provincia di Viterbo


Viterbo, 11 luglio 2018

08 luglio 2018

ANPI Roma: le Istituzioni trovino una soluzione urgente per i 120 rifugiati sudanesi di Via Scorticabove.


ANPI Roma: le Istituzioni trovino una soluzione urgente per i 120 rifugiati sudanesi di Via Scorticabove.

L’ANPI provinciale di Roma esprime profonda preoccupazione e contrarietà per l’azione messa in atto lo scorso 5 luglio nei confronti di 120 rifugiati sudanesi a Via Scorticabove a Roma. I 120 rifugiati, che da 13 anni vivevano nello stabile, hanno deciso di rimanere sui marciapiedi di Via Scorticabove. Al momento non abbiamo notizia di nessuna soluzione prevista per queste persone, sopravvissute alle guerre, alle persecuzioni e alle torture. Non possiamo tollerare, come cittadini, come antifascisti e come essere umani che per l’ennesima volta, in questa città, gli interessi privati vengano prima delle persone e che centinaia di uomini, donne e bambini vengano buttati in strada senza un’alternativa.
L’ANPI provinciale di Roma fa appello a tutte le istituzioni, a cominciare dall'amministrazione comunale, che hanno la responsabilità dell'attuazione dei principi inderogabili di solidarietà proclamati dalla Costituzione, di adoperarsi a trovare una soluzione urgente per i 120 rifugiati politici.
Ci auguriamo, inoltre, di non dover assistere durante le settimane che verranno, a nuove azioni simili a quella di Via Scorticabove, che colpiscono i più deboli costretti a trovare una soluzione di fortuna all’emergenza abitativa.




05 luglio 2018

Intervista alla presidente nazionale dell'ANPI Carla Nespolo su il Manifesto. 

Segnalando l'errore nel riportare il cognome della nostra presidente

https://ilmanifesto.it/siamo-dispersi-ma-ancora-tanti/


Nespoli (Anpi): «Sabato vestiamoci di rosso»

Magliette rosse. Intervista a Carla Nespoli, presidente Anpi, tra i promotori dell’appello: «Spero proprio che sabato l’Italia brillerà di magliette rosse, un richiamo ai bambini vestiti di rosso per essere più visibili, un segnale di umanità che ci unisca»

03 luglio 2018

"Il 7 luglio tutti con una maglietta rossa perché i bambini sono patrimonio dell'umanità" - appello lanciato da don Luigi Ciotti

"Il 7 luglio tutti con una maglietta rossa perché i bambini sono patrimonio dell'umanità"

3 Luglio 2018

http://www.anpi.it/articoli/2043/il-7-luglio-tutti-con-una-maglietta-rossa-perche-i-bambini-sono-patrimonio-dellumanita

http://www.libera.it/schede-549-una_maglietta_rossa_per_fermare_l_emorragia_di_umanita

http://www.repubblica.it/cronaca/2018/07/02/news/libera_maglietta_umanita_-200650209/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T2

02 luglio 2018

Premio Articolo21 alla Casa Internazionale delle Donne: 3 luglio 2018

PREMIO ARTICOLO21 alla Casa Internazionale delle Donne




Anche quest’anno Articolo 21 vuole condividere con amiche e amici l’inizio dell’estate. Per questo ci ritroveremo martedì 3 luglio dalle 19 nel giardino della Casa internazionale delle Donne, in via della Lungara 19, a Roma, un luogo simbolo dell’autodeterminazione delle donne, diventato anche un grande laboratorio che intreccia accoglienza, aiuto, ma anche un archivio storico sul movimento femminista unico nel nostro Paese e che rischia la chiusura per la miopia di alcune istituzioni locali. Per questo intendiamo premiare la Casa internazionale delle Donne.
Ma Articolo21 assegnerà il suo premio annuale per la libertà di informazione anche ad altre figure che si sono distinte per la difesa dei valori racchiusi nella nostra Costituzione. Saranno presenti per ritirare il premio Aboubakar Soumahoro, l’italoivoriano dirigente sindacale Usb che si batte per i diritti dei braccianti; il conduttore di “Propaganda Live” Diego Bianchi (Zoro) e il direttore di La7 Andrea Salerno che hanno acceso i riflettori sulle baraccopoli di San Ferdinando dove è stato ucciso Soumaila Sacko; Tina Costa, staffetta partigiana e presidente vicario dell’Anpi di Roma che ha dato in questi decenni un alto contributo nella lotta al fascismo vecchio e nuovo; Nello Scavo, giornalista di Avvenire e autore recentemente del libro “The Fake Pope”, sugli insulti e le calunnie contro Papa Francesco. Mariangela Gritta Grainer già presidente dell’Associazione Ilaria Alpi a pochi giorni dalla scomparsa della madre Luciana e in attesa del pronunciamento del Tribunale di Roma sull’archiviazione.
Per questo la festa sarà l’occasione per confrontarci sulle gravi emergenze che pesano sulla vita democratica del nostro paese: l’odio verso l’altro, il diverso, che arriva fino all’omicidio, come avvenuto per la morte di Soumaila Sacko a San Ferdinando  la lotta alle mafie cancellata dall’agenda di governo, mentre nel mirino finisce chi contro le mafie si batte da sempre pagando di persona; la repressione del dissenso che preme su cronisti e media; la cancellazione della memoria e l’indifferenza per le richieste di verità e giustizia che arrivano da familiari e cittadini per i grandi misteri della nostra storia recente, dall’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Giulio Regeni; i respingimenti dei disperati che cercano scampo sulle nostre coste.
La festa avrà il consueto accompagnamento musicale, un momento di cultura e svago insieme che fa parte del patrimonio della nostra associazione. Ci sarà anche un buffet, per il quale chiederemo ai partecipanti un piccolo contributo economico: Articolo 21, come ben sapete, vive del volontariato di tutti noi e delle quote che iscritte e iscritti sottoscrivono, consapevoli che questa forma di autofinanziamento è ulteriore garanzia di assoluta indipendenza.

Vi aspettiamo in tante e tanti! Per prenotarvi scrivete a: redazione@articolo21.info

http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/eventi/premio-articolo21-1278

Ancora vili atti fascisti: dura condanna dell'ANPI provinciale di Roma - si consegnino alla giustizia gli autori e si sciolgano le organizzazioni


Vili atti fascisti: dura condanna dell'ANPI provinciale di Roma - si consegnino alla giustizia gli autori e si sciolgano le organizzazioni

Il comitato provinciale dell’ANPI di Roma condanna i vili attacchi fascisti che si sono succeduti in queste ultime ore nella capitale, a Cinecittà sono state aggredite le sedi di Pd, Potere al popolo, Corto circuito e Spartaco. Giovani del Pd denunciano di essere rimasti barricati per ore nella sede di via Chiovenda a causa delle minacce dei fascisti di Forza Nuova, che hanno lasciato sui muri scritte del partito e dell’organizzazione studentesca L.S. a firma delle loro gesta.
L’Anpi esprime la più fattiva solidarietà agli studenti minacciati e ai destinatari delle attenzioni di tali bestialità e si mette al servizio di una grande risposta unitaria e democratica a tali provocazioni, a cominciare dal coordinamento antifascista di zona che si riunirà in Via Chiovenda mercoledì 4 luglio alle 18. Le gravissime modalità con cui si è svolta l’ultima aggressione provochi una reazione unanime di sdegno e condanna e l’immediata azione delle autorità competenti che individuino e consegnino alla giustizia gli autori materiali delle violenze.
Le organizzazioni come Forza Nuova, che si rendono protagoniste di episodi di violenza politica rifacendosi direttamente al passato regime fascista, hanno passato il segno e devono essere sciolte, secondo quanto previsto da Costituzione e leggi della Repubblica per le organizzazioni di stampo fascista e razzista.