"Spero che impareremo dai cubani che la vita di un solo paziente è più importante del budget di un'intera azienda ospedaliera"
"Noi anestesisti rianimatori abbiamo sempre lavorato nell'ombra,
ritratti che leggiamo un giornale in sala operatoria mentre il chirurgo
opera e salva le vite. L'anestesista ti addormenta e poi quando
l'intervento è finito ti risvegli. Invece l'anestesista rianimatore era
lì e c'è sempre stato. C'era in sala parto quando siete nati, c'era
quando vi hanno tolto le tonsille, c'era quando avete fatto l'incidente
col motorino e l'ortopedico vi ha messo due viti nella gamba, c'era
quando il cugino dell'amico tuo dopo essersi cappottato con la macchina è
finito in Rianimazione, c'era quando tua nonna non riusciva a respirare
e l'hanno portata all'ospedale. Comprendete bene che l'anestesista non
può mancare in ogni scenario dell'ospedale. C'è sempre stata la grande
necessità di queste figure anche quando per anni non sono stati banditi
concorsi pubblici per anestesisti rianimatori e sono stati dirottati
nelle cliniche private o private convenzionate, con la partita IVA,
pagati 30 euro lorde l'ora. Poi qualcuno per tenerseli stretti diceva
pure più lavori e più ti pago. Eccola la mercificazione del lavoro,
professionisti spogliati dell'aureola come direbbe un vecchio saggio.
Gli anestesisti, che sono medici specialisti, hanno continuato a
lavorare nell'ombra, sottopagati con responsabilità immense.
Addormentare un paziente vuol dire controllarne il respiro e quindi la
vita.
L'emergenza sanitaria, determinata dalla diffusione del nuovo
coronavirus, ha messo in evidenza alcune delle falle del Sistema
Sanitario Nazionale. Oggi medici e pazienti, quindi tutti i cittadini,
pagano le scellerate scelte neoliberiste, che in nome del pareggio di
bilancio, hanno anteposto il profitto di pochi alla salute e al
benessere di tutti. Era solo il 1978 quando la Partigiana Tina Anselmi
istituì il Sistema Sanitario Nazionale perché la salute potesse essere
un diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività.
Oggi quei pochi medici del SSN si trovano soli a fronteggiare una
catastrofe annunciata dalla Cina e dalla OMS. Medici, infermieri,
ausiliari, addetti alle pulizie, soccorritori sono stati lasciati soli
allo sbaraglio con un SSN inadeguato e non preparato perché anche quando
il virus era nell'aria abbiamo continuato ad impiantare protesi d'anca.
Il budget è sempre tiranno. Il budget è stato più importante della
salute dei pazienti, dei medici e di tutti gli operatori sanitari che
dovevano essere i primi ad essere sottoposti a prevenzione e protezione.
Invece gli operatori sanitari, quelli in prima linea, sono stati
lasciati senza dpi o con dpi di scarsa qualità. Questo ha esposto non
solo tantissimi operatori al contagio, ma ha fatto si che essi siano
oggi fonte di diffusione del virus all'interno degli ospedali, delle
RSA, delle cliniche di riabilitazione che stanno diventando veri e
propri focolai. I lavoratori della sanità sono esenti dalla quarantena,
devono continuare a lavorare anche se potenzialmente positivi, questo li
rende degli untori e mette colleghi, pazienti e tutta la collettività
in pericolo.
Gli operatori della sanità, da furbetti e vittime di denunce per
malasanità , sono diventati eroi e soldati al fronte per salvare
l'Italia da una crisi sanitaria ed economica senza precedenti. Non sono
eroi, ma sono martiri, vite sacrificabili. Non sono soldati, non sono
volontari, i medici come gli infermieri e gli operatori sanitari sono
professionisti, lavoratori e per questo vanno retribuiti e protetti sul
posto di lavoro con adeguati dispositivi. Invece l'Italia ha risposto
alla crisi con l'appello al volontariato, facendo leva sui sentimenti
più nobili dell'animo. Non si può pensare di superare un'emergenza del
genere col volontariato. Bisogna avere un'organizzazione forte. Agli
anestesisti hanno proposto contrattini Covid di tre, sei, dodici mesi
senza possibilità di rinnovo. Il sistema sta permettendo che medici
appena laureati o neospecialisti o addirittura tirocinanti siano
buttati tra i malati covid positivi esponendo i professionisti al
contagio e non garantendo assistenza di qualità ai malati. Non ci si
improvvisa intensivisti, ma mi chiedo... se fossero state date maggiori
garanzie e tutele lavorative agli anestesisti rianimatori non saremmo
riusciti a sottrarli al privato? Se solo si fosse deciso di investire
sui professionisti ci troveremmo in questa situazione? Tutto ciò
dimostra che il piano diabolico di distruggere l'assistenza sanitaria
universale non si ferma, non ci raccontassero frottole. Si perpetua
anche in questa fase emergenziale la mancanza di volontà di investire
nella sanità pubblica. Sconcertante l'incapacità dei sindacati di
categoria, assordante il silenzio politico di partiti, sindacati e
movimenti. In Italia non esiste una soggettività in grado di incrociare
le lotte degli operai e degli operatori della sanità. Eppure ci sono le
nostre vite in gioco, quelle dei nostri cari, quelle dei figli degli
operai che vorranno essere dottori e che magari tra vent'anni non
avranno neanche la possibilità accedere ai servizi sanitari e alle
università.
E' notizia che medici cubani stanno venendo ad aiutarci. Mi auguro che
avranno poco da insegnarci su come curare i malati. Spero che i cubani
ci insegnino come curare un sistema corrotto e piegato al profitto di
pochi, un sistema che ha investito poco nella prevenzione, che ha
accreditato per l'emergenza nuovi posti letto ai privati convenzionati
garantendo loro altri fondi per la sopravvivenza nel futuro, fondi che
potevano essere investiti nelle strutture sanitarie pubbliche e sui
lavoratori del settore, in particolare medici e infermieri. Spero che
impareremo dai cubani che la vita di un solo paziente è più importante
del budget di un'intera azienda ospedaliera."