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20 novembre 2025

20 novembre 1945: si apre il processo di Norimberga

Il 20 novembre 1945 si aprì a Norimberga il processo intentato dalle potenze vincitrici di Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Unione Sovietica contro i vertici della Germania nazista trati in arresto alla fine della guerra. Nella città che era stato teatro delle grandi manifestazioni di massa del Partito nazionalsocialista, dove appena dieci anni prima era stata emanata la legislazione antiebraica, alcuni tra i più eminenti gerarchi nazisti si trovarono imputati per i reati di cospirazione nella preparazione di una guerra di aggressione, crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini di lesa umanità dinnanzi a un tribunale internazionale composto da una squadra di giudici, sostituti e procuratori delle quattro nazioni alleate.

La scelta di sottoporre a processo le figure chiave dell'apparato politico e militare tedesco direttamente responsabli dello scoppio e della conduzione della guerra nazista era maturata per la prima volta in occasione della conferenza di Teheran del 1943, venendo successivamente riconfermata con gli accordi di Jalta e di Potsdam. Tra i ventiquattro imputati, spiccano le figure di Hermann Göring, comandante in capo della Luftwaffe, Joachim von Ribbentrop, Ministro degli esteri, Karl Dönitz, comandante in capo della Kriegsmarine, Albert Speer, Ministro degli armamenti ed Ernst Kaltenbrunner, membro delle SS responsabile degli Einsatzgruppen e del sistema concentrazionario nazista. Oltre ad Adolf Hitler, suicidatosi il 30 aprile 1945 mentre le truppe sovietiche erano ormai a poche centinaia di metri dal suo bunker, si erano sottratti al processo Heinrich Himmler e Joseph Goebbels, anch'essi sucidatisi a breve distanza di tempo; altri esponenti di rilievo della gerarchia nazista, quali Adolf Eichmann e Joseph Mengele, erano riusciti a riparare in Sud America. Numerosi altri processi furono celebrati sia a Norimberga che in altre località della Germania contro personalità politiche di minor rilevanza, ufficiali delle forze armate, industriali e contro i direttori, i medici e i custodi dei campi di concentramento. 

Il processo, durato dieci mesi, si concluse con le sentenze lette tra il 30 ottobre e il 1° novembre 1946, le quali comminavano dodici condanne a morte tramite impiccagione, tre ergastoli, tre assoluzioni e pene detentive di varia durata per altri quattro imputati. Riuscì a sottrarsi alla pena solamente Hermann Göring, suicidatosi con una capsula di cianuro di potassio la notte prima dell'esecuzione.