Seppur sparpagliati entro un'area ben più vasta della zona di lancio inizialmente prevista a causa del furioso fuoco della contraerea tedesca e dell'inesperienza dei piloti statunitensi e costretti a lanciarsi ad un'altitudine ridottissima, i paracadutisti italiani gettarono scompiglio tra le truppe tedesche e repubblichine, portando a compimento importanti operazioni di guerriglia e sabotaggio oltre le linee nemiche in stretta collaborazione con le formazioni partigiane locali. In tre giorni di violentissimi combattimenti, tra i quali quello avvenuto a Ca' Brusada, nel territorio di Poggio Rusco, in cui caddero 14 militari, i paracadutisti italiani fecero 2000 prigionieri, attaccarono autocolonne tedesche in ritirata, distrussero 77 linee telefoniche e 44 mezzi corazzati nemici, conquistando inoltre 3 ponti di vitale importanza per l'avanzata delle armate alleate.
L'Operazione "Herring" costò alle forze cobelligeranti italiane 21 caduti, 14 feriti e 10 dispersi e rappresentò l'unico lancio in zona di guerra compiuto da formazioni aviotrasportate italiane durante la Seconda guerra mondiale, nonché l'ultimo in assoluto mai realizzato nel medesimo conflitto.