Poco dopo le ore 11 del 19 luglio 1943, 662 bombardieri e 268 caccia della United States Army Air Force fanno la loro comparsa nel cielo di Roma, difesa da appena 38 velivoli della Regia Aeronautica e del tutto sguarnita di un sistema di difesa contraerea adatto a fronteggiare un attacco di quelle proporzioni, a dispetto della martellante propaganda del regime sull'inviolabilità del cielo di Roma: obiettivo dell'incursione aerea è lo scalo ferroviario di San Lorenzo, snodo di cruciale importanza per il transito di mezzi, uomini e rifornimenti diretti verso il fronte siciliano. Migliaia di bombe cadono sullo scalo e sull'adiacente quartiere popolare di San Lorenzo, radendo al suolo interi caseggiati, l'antica basilica e il Cimitero del Verano, ma molte di più sono le zone colpite, situate lungo le principali arterie di uscita dalla capitale, nei quartieri Tuscolano, Prenestino, Casilino, Tiburtino e Nomentano: alla fine dell'incursione, alle ore 13, le vittime saranno più di 3000. Il re, recatosi a visitare il quartiere di San Lorenzo, è prontamente accolto da insulti ed improperi e costretto ad allontanarsi; ben più apprezzate sono invece la visita della Principessa di Piemonte Maria Josè del Belgio, della quale sono note le simpatie antifasciste, e di Papa Pio XII, accompagnato dall'allora Segretario di Stato Giovanni Battista Montini, il quale distribuisce anche aiuti in denaro agli sfollati. Il bombardamento del 19 luglio 1943 imprime una decisiva accelerazione alle sorti della guerra in corso: appena sei giorni dopo, a seguito della fatale seduta del Gran Consiglio del Fascismo, il regime cadrà. Il 14 agosto successivo, dopo un ulteriore, devastante bombardamento sui quartieri San Giovanni e Appio-Latino, Roma verrà dichiarata "città aperta": la disposizione sarà prontamente disattesa dai comandi tedeschi, i quali continuarono a considerare Roma un centro nevralgico di fondamentale importanza, posto nelle immediate retrovie di un fronte che si avvicinava ogni giorno di più, rendendo la capitale bersaglio di altre incursioni aeree alleate sino alla sua liberazione nel giugno 1944.
Alcuni momenti delle commemorazioni ufficiali a cui ha presenziato anche l'ANPI assieme alle Istituzioni e alle Associazioni d'arma: