Giacomo Matteotti fu rapito a Roma, vicino alla sua abitazione, il 10 giugno 1924 da una squadraccia legata alla polizia segreta fascista composta da uomini fidati del partito, tra cui Amerigo Dumini, Albino Volpi e Filippo Panzeri.
Matteotti, pochi giorni prima del rapimento (30 maggio 1924), aveva denunciato in Parlamento i brogli e le violenze fasciste durante le elezioni dell’aprile 1924 (le cosiddette "elezioni del listone").
Il suo discorso era così efficace che si temeva un crollo del sostegno politico a Mussolini che nei mesi precedenti aveva più volte minacciato apertamente gli oppositori affermando che chi si opponeva al fascismo andava "ridotto all’impotenza". In un discorso del gennaio 1925 (dopo il delitto), ammise indirettamente la responsabilità politica con la famosa frase: "Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!"
Quindi Benito Mussolini è da considerarsi il mandante politico e morale del rapimento e dell’uccisione del deputato socialista.
Oltre alla denuncia delle violenze e dei brogli, c’era anche una questione di corruzione all’interno del fascismo per delle concessioni petrolifere, che potrebbero aver indotto a decidere dell’uccisione di Matteotti: egli infatti stava indagando su accordi sospetti tra il regime fascista e alcune compagnie petrolifere straniere. Aveva scoperto che gerarchi fascisti (tra cui Arnaldo Mussolini, fratello del duce e il ministro delle finanze Giuseppe Volpi) erano coinvolti in trattative opache per concessioni petrolifere in Italia e nei Balcani, con possibili tangenti.
Se Matteotti avesse reso pubbliche queste prove, avrebbe scoperchiato un sistema di corruzione che coinvolgeva i vertici del regime e forse la monarchia stessa.
Il suo cadavere fu ritrovato il 16 agosto 1924 in località Quartarella, nella campagna a nord di Roma, nelle vicinanze del paese di Riano, dopo oltre due mesi di ricerche. Il corpo presentava evidenti segni di violenza, confermando che era stato assassinato.
L'omicidio di Matteotti scatenò un'ondata di indignazione in Italia e all'estero, portando a una momentanea crisi del regime fascista. Tuttavia, Benito Mussolini riuscì a consolidare ulteriormente il suo potere, reprimendo ogni opposizione e instaurando definitivamente la dittatura.
Matteotti è tra i maggiori rappresentanti della Resistenza antifascista e della difesa della democrazia.