Oggi, 6 agosto, ricorre l'80° anniversario del bombardamento atomico statunitente di Hiroshima, in Giappone. Appena tre giorni più tardi, il 6 agosto 1945, un altro ordigno nucleare statunitense deflagrava sulla città di Nagasaki.
La guerra era ormai alle battute conclusive, e secondo molti storici ed interpreti più che un'azione militare il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki fu una prova di forza e una dimostrazione che l'entourage politico-militare del presidente Truman volle dare alla vicina Unione Sovietica. Il bilancio delle vittime degli ordigni nucleari, così distruttivi eppure decisamente rudimentali rispetto a quelli oggi negli arsenali, dal 1945 a oggi è salito a circa 74.000 morti.
Antonio Gramsci diceva che la Storia è una maestra senza scolari, ed infatti oggi il conflitto russo-ucraino rende lo spaventoso scenario dell'uso delle armi atomiche più concreto e attuale che mai.
Riconoscendo nella pace tra i popoli un valore assoluto, fondante della nostra società democratica e antifascista, lanciamo, oggi, nell'80° anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima, il nostro grido di pace.
Tacciano le armi, in Ucraina ed in ogni altro angolo di Terra, si svuotino i granai e si investa invece invece in sviluppo, innovazione, progresso e cooperazione internazionale. Il nostro paese, l'Italia, impiega moltissimi soldi pubblici per la produzione l'approviggionamento di armamenti, quando invece sappiamo essere ben altre le priorità: cultura e istruzione, sanità, lavoro, ambiente, dignità e giustizia sociale.
L'associazione dei partigiani continua la sua mobilitazione contro la brutalità della guerra e la distruzione che essa genera. Come diceva il comandante partigiano Germano Nicolini: «Noi sognavamo un mondo diverso: un mondo di libertà, un mondo di giustizia, un mondo di pace, di fratellanza e di serenità. Purtroppo questo mondo non c’è. E allora riflettete, ragionate con la vostra testa e continuate la vostra lotta».