11 settembre 2016

«Cara Unità, io sto con i partigiani che votano 'No'»

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che ha scritto il Partigiano Ivo Maggi, iscritto all'ANPI di Roma. Nelle scorse settimane il compagno partigiano Maggi ha voluto inviare una lettera  L'Unità dato che veniva ritratto in primo piano, nelle pagine del quotidiano del 30 agosto, nel contesto di articoli che erano a favore del  al Referendum Costituzionale. 
L'Unità, però, non ha mai pubblicato questa lettera.  

Uno scatto al termine della Cerimonia di Consegna delle Medaglie
della Liberazione ai partigiani di Roma e Provincia.
Cara Unità, io sto con i partigiani che votano 'No'.
Rispetto il pensiero di Oscar Farinetti e il grande contributo dato alla lotta partigiana del padre, comandante della XXI' "Matteotti". 
Quella lotta, e la solidarietà da essa portata, ha espresso quei principi  che sono alla base della costituzione repubblicana.

Chi vota NO ha tanti motivi, ne cito alcuni:

1) Sono d'accordo sulla necessità di modificare il bicameralismo come è stato finora, ma per i compiti cui sarà assegnato, anche se ridotti a 100 i senatori debbono essere eletti dai cittadini come i deputati. Per ridurre la spesa, l'ANPI propone di ridurre a 300 i deputati eletti da una diversa legge elettorale, il più proporzionale possibile. Questo per i due rami del parlamento.

2) Sono contrario alle norme introdotte nel mondo del lavoro con l'abolizione dello statuto dei diritti dei lavoratori (libertà di licenziamento, art. 18) dequalificazione e drastiche riduzioni salariali come unico rimedio per abbassare il costo del lavoro, attuate in modo particolare da Marchionne alla FIAT, con minacce di chisura degli stabilimenti, riduzione della produzione e la messa in cassa integrazione ricattando i lavoratori (in particolare gli iscritti FIOM CGIL), esempio poi seguito dalla grande e media impresa nei vari settori produttivi.

3) Sono contrario all'attuazione di una assurda ristrutturazione pensionistica con il prolungamento dell'età pensionabile che di fatto, oltre che bloccare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ha creato per i lavoratori espulsi dai licenziamenti una situazione insostenibile, senza salario e senza pensione e molit costretti a sostenere la famiglia con il sussidio di solidarietà, cassa integrazione normale e straordinaria per anni ed anni, poi mobilità ed infine il licenziamento.

4) Non sono credibili, od esistenti, adeguate politiche industriali, agricole e culturali; sono stati bruciati senza creare ricchezza migliaia di miliardi, tralasciando nel tempo anche ciò che era necessario per mettere in sicurezza l'intero territorio nazionale sul piano idrogeologico e tutti noi paghiamo ancora oggi in vite umane, con la perdita di paesaggi ed opere d'arte enorme ricchezza del paese, che dovrebbero tutti essere preservati.

Ivo Maggi 
Partigiano antifascista ritratto in primo piano nelle due fotografie a pagina 9 de L'Unita di martedì 30 Agosto 2016, nel contesto di articoli che sostengono le ragioni del Sì

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