06 maggio 2010
Involuzione democratica e indifferenza alla politica. Una nota di Massimo Rendina
Non c' è quindi da stupirsi dell' assenteismo elettorale e della crescente indifferenza alla politica. La disaffezione colpisce soprattutto i partiti che perseguono la giustizia sociale, la moralità pubblica, il progresso non a danno ma a favore dei più umili, la salvaguardia dei dissesti del pianeta. Premia la destra che si presenta come movimento che ha abbandonato i vecchi sistemi ideologici per la managerialità che ha portato il suo leader tra gli uomini più ricchi del mondo. Le inchieste antropologiche spiegano tale singolarità anche con l'uso spregiudicato dei media di massa controllati dal potere dominante che usa le stesse tecniche persuasive della pubblicità facendole accompagnare dalla sistematica evasione dalla realtà. Una sottocultura a dimensione sociale che riduce la disponibilità a recepire e praticare il solidarismo cristiano, l'umanesimo marxista e gli ideali del liberalismo che nel passato animavano il confronto politico. Questa del potere medìatico non è questione da poco .Il PD ha sulla coscienza di non avere affrontato, quando era possibile al centro sinistra, la questione del conflitto d' interesse.
Il quadro politico si fa inoltre inquietante per il fondato sospetto che il malaffare, già protetto da leggi antidemocratiche a salvaguardia dei politici corrotti e corruttori, ritorni ad essere un sistema usuale ancor peggiore di quello di "tangentopoli" come denuncia il caso Scajola, il ministro che le notizie di stampa danno come acquirente di un appartamento di grande prestigio fornendo al notaio dati insinceri per ingannare il fisco. Nell' atto di compravendita figura meno della metà il prezzo dell'immobile, soddisfatto per intero in nero con assegni avuti non si sa in cambio di cosa da un imprenditore indagato per truffa allo Stato. La solidarietà al ministro dimissionario Scajola dei vertici del suo partito in presenza di un fatto, se le testimonianze del notaio, delle venditrici dello stabile e dello stesso elargitore degli assegni sono vere -come dubitarne?- fa risaltare la complicità morale dei dirigenti del partito di maggioranza.
I partigiani si chiedono se i partiti, ì sindacati, l' associazionismo culturale e sociale non si debbano far carico unitariamente della mobilitazione popolare per denunciare atteggiamenti ed episodi che violano, aggirano, calpestano la Costituzione, offendono la Resistenza che a prezzo di immani sacrifici del popolo italiano ha promosso la democrazia improntandola rigorosamente all' etica, cui non può specialmente sfuggire l'uomo politico, investito dalla collettività a svolgere compiti vincolati all' onestà del comportamento anche privato.
Massimo Rendina
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