La continuità dell’ANPI, il permanere nella società della sua struttura e della sua attività anche con la presenza molto ridotta dei combattenti della Guerra di Liberazione destinati a scomparire per ragioni di età, è il tema centrale che sarà dibattuto nel prossimo congresso nazionale dell’associazione (Torino 24 marzo), con la trasformazione da sodalizio di reduci militari del Corpo Volontari della Libertà in altro organismo sociale e culturale. La responsabilità di tale continuità non potrà essere solo dell’ANPI. Se appare necessario alle forze politiche e sindacali e all’associazionismo laico e religioso culturale impegnato nel sociale che l’ANPI assuma un nuovo ruolo per contribuire a rendere vivi e operanti la storia e i valori resistenziali recepiti dalla Costituzione occorre che ciò sia determinato e sostenuto da un impegno comune, che ripeta pur con le differenze storiche sostanziali, richieste dalle circostanze, quanto avvenne quando i partiti politici si riunirono nel CLN per organizzare il movimento di ribellione armata all’occupazione nazista e, in un secondo tempo, anche la lotta contro i collaborazionisti fascisti. L’ANPI può essere considerata così il luogo ove i partecipanti all’auspicato fronte di rigenerazione democratica potranno elaborare la progettazione politica da tradurre nelle iniziative democratiche trasferendo al presente le motivazioni fondamentali e la stessa organizzazione che resero possibile e vittoriosa la Guerra di Liberazione.
Questa la prospettiva che parlamentari, esponenti politici e sindacali affronteranno oggi alla Camera dei Deputati, ore 15.30, Sala delle Colonne, per determinare una eventuale assemblea con i vertici nazionali di partiti e movimenti intesa alla formazione dello schieramento unitario di difesa e promozione della democrazia con riferimento alle idealità resistenziali.