11 febbraio 2014
'Di pura razza italiana'. Il 12 febbraio alla CGIL Roma nord.
Il libro ci darà l’occasione di parlare dell’Italia fascista alla fine degli anni Trenta, Con la conquista dell’Etiopia e la proclamazione dell’Impero, il regime sente il bisogno di affiancare alla nuova coscienza imperiale degli italiani, anche una coscienza razziale. Ben presto dal «razzismo africano» si passerà all’antisemitismo, e nel 1938 in pochi mesi si arriverà alle fatidiche leggi razziali che decretarono la «morte civile» per gli ebrei italiani, banditi da scuole, luoghi di lavoro, esercito, ed espropriati delle loro attività e dei loro beni.
La gran parte degli italiani «ariani» si adeguarono: dai piccoli balilla, che non salutavano più i compagni, alla gente comune ed agli alti accademici, che volsero le spalle agli ex amici. La bella gioventù dell’epoca (universitari, giornalisti e professionisti in erba) rappresentò l’avanguardia del razzismo fascista. Molti di loro avrebbero costituito l’ossatura della classe dirigente della Repubblica, ma quasi tutti in quel quinquennio furono contagiati dal “virus” antisemita.
Ad oltre settant’anni da quel 1938, questa pagina della storia italiana non è stata ancora del tutto svelata dagli storici. Gli episodi di rifiuto delle leggi razziste e di aiuto concreto agli italiani ebrei, che pure ci furono, non sono stati messi ancora adeguatamente in luce e spesso, quando si parla di quel periodo, fa capolino il mito degli “italiani brava gente”, rispetto ai tedeschi, molte volte smentito dai comportamenti di molti nostri compatrioti, anche nel biennio 1943-1945.
Dopo i saluti di rito inizierà la conferenza, coordinata da Guido Coen, che sarà intervallata:
- dalla proiezione del filmato del discorso di Mussolini a Trieste del settembre 1938
- da alcuni brani del libro, letti da un’attrice
- dalla proiezione di immagini/slide
- dall’incontro con una testimone: Pupa Garribba.
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Ripudia intolleranza, razzismo e antisemitismo.
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