La Sezione ANPI 'Nido di Vespre' vi invita a:
"Le donne nella Resistenza - Sguardi sulle resistenze di ieri e di oggi"
Giovedì 11 dicembre 2014, Sala Rossa del Municipio VII,
Piazza Cinecittà, ore 17,30
Susanna Fantino: presidente Municipio Roma VII
Vittoria Tola: presidente nazionale UDI
Patrizia Cecconi: Mezzaluna Rossa palestinese in Italia
Tina Costa: vicepresidente Anpi Provinciale di Roma
Anna Maria Spognardi: vicepresidente Anpi Provinciale di Roma
Una rappresentante della Rete italiana di solidarietà con il popolo curdo
Coordina Tania Tocci: Sez. Anpi Nido di Vespe
Parlare di Resistenza oggi non è una questione di nostalgia.Resistenza non è passato ma futuro.
Resistere oggi
significa anche lottare contro le nuove forme di sfruttamento e
prevaricazione facendo rivivere i valori di giustizia e uguaglianza
su cui è fondata la Resistenza. È lottare per la salvaguardia del
territorio, lottare per una vita affrancata dalla precarietà: una
vita in cui il lavoro sia un diritto e non un ricatto a cui
sottostare. Lottare per una società che consideri la libertà di
movimento dei popoli e delle culture una ricchezza e non una
minaccia.
Tutti i cittadini
devono impegnarsi a “resistere” per costruire un futuro diverso,
libero in cui la dignità umana sia rispettata sempre ed ovunque.
Questo incontro
vuole fare storia e memoria partendo da tempi a noi lontani ma
stabilendo un filo rosso che unisca quel mondo a tutte le resistenze
di oggi, spesso non molto lontane da noi, che vedono in prima linea
le donne: resistenti e combattenti in difesa dei propri diritti e non
solo.
Nel movimento
di resistenza curdo
le donne svolgono un ruolo attivo organizzandosi come forze
combattenti: esse imbracciano un’arma per difendere il proprio
popolo e nello stesso tempo per sottrarsi ad un ruolo che il sistema
sociale vorrebbe fosse relegato solo in ambito familiare. Uno degli
scopi dell’Isis è condurre una guerra sistematica contro le donne:
stuprate, rapite e vendute. Nel Royava (Kurdistan occidentale) esse
combattono per tutte le donne del mondo e tutti lo devono sapere.
La situazione
a Gaza
non è facile. L’embargo imposto da Israele, il blocco delle
frontiere, le incursioni continue hanno trasformato un territorio
dall’economia prospera in una zona di povertà ed esclusione. E,
come succede ovunque, le prime a sparire dalla società sono le
donne. La guerra ha cambiato anche la percezione delle cose, e
rivendicare i propri diritti di donna non sembra più fondamentale.
Quando la dignità ti è tolta in ogni momento, fai fatica a
chiederla a casa. Eppure molte conquiste delle donne palestinesi
resistono nonostante le difficoltà, oggettive e soggettive.
“Resistono finché
possono, perché l’unica cosa che non hanno tolto loro, è la
resistenza”.
Si arriva poi alle
“primavere
arabe”,
le rivolte che hanno sconvolto il contesto nordafricano e
mediorientale. Gli scenari cambiano rapidamente ma quello che resta
immutabile ed indiscutibile è la presenza, compatta e senza
precedenti, delle donne come forza motrice delle rivolte stesse sin
dal loro inizio.
Primavera,
rivolta, rivoluzione non sono femminili solo per il genere del
sostantivo.
Una riflessione
seria e propositiva su quanto sta accadendo a sud dell’Europa,
quindi, non può prescindere dalla questione femminile e non può non
partire dalle voci delle protagoniste: le donne.
È con questo
spirito che vogliamo puntare i riflettori su queste tematiche.