
"Quando
cadde il regime mussoliniano e l'Italia si divise in due, quanti
aderirono alla neonata Repubblica sociale e presero le armi? E quali
erano le loro motivazioni e i loro sentimenti? Resoconti di polizia,
corrispondenze intercettate dalla censura, diari, memorie e documenti
editi e inediti consentono di ricostruire la storia dei fascisti di
Salò: i volontari, i coscritti, gli internati in Germania che "optarono"
per la RSI, i prigionieri degli alleati che rifiutarono di collaborare,
le seimila ausiliarie e i fascisti che optarono nelle zone già
liberate. In tutto mezzo milione di aderenti, volontari o forzati, che
vissero i venti mesi della guerra civile "dalla parte sbagliata". (dalla
terza di copertina)
"Ma ho visto i morti sconosciuti, i morti
repubblichini. Sono questi che mi hanno svegliato. Se un ignoto, un
nemico, diventa morendo una cosa simile, se ci si arresta e si ha paura a
scavalcarlo, vuol dire che anche vinto il nemico è qualcuno, che dopo
averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue,
giustificare chi l'ha sparso". Cesare Pavese, La casa in collina,
Torino 1961.