Al quale noi aggiungiamo almeno due giganti della Resistenza Romana
Rosario Bentivegna,
https://www.anpi.it/donne-e-uomini/539/rosario-bentivegna
e Adriano Ossicini
http://www.anpiroma.org/2019/02/15-febbraio-2019-e-morto-il-prof.html
consapevoli che la lista dovrebbe essere ben più lunga, come Alfredo Monaco, il medico partigiano di Regina Coeli che riuscì a far evadere Pertini e Saragat lì rinchiusi in una rocambolesca azione
https://www.raiplay.it/video/2017/02/Filo-rosso-la-fuga-di-Pertini-e-Saragat-da-Regina-Coeli-11bf2f4d-d524-4c6b-a31d-ef88fd8e28e5.html
All'interno del carcere di San Vittore, diventato, dopo l'8 settembre 1943, luogo di sofferenza e di morte per oppositori politici, ebrei, lavoratori, alcuni medici si prodigano per venire incontro ai detenuti, come il dottor Gatti che prende servizio a San Vittore il 4 aprile 1944. Ricordato da tutti con profonda stima e gratitudine, per oltre dieci mesi, con grave rischio personale, si prodigherà per soccorrere ebrei e politici, sarà latore di messaggi all’esterno del carcere, somministrerà farmaci in grado di causare l’insorgere di sintomatologie da ricovero ospedaliero e ad ogni partenza per la deportazione riuscirà a far depennare qualcuno dalla lista. Accanto al dottor Gatti agisce Giardina, anch'egli medico. E’ un attivista antifascista, che collabora dall’esterno col gruppo di Niguarda per favorire la fuga di detenuti politici. Ben sapendo quanto i tedeschi temano il tifo, il dott. Giardina inietta a numerosi prigionieri il vaccino antitifico, provocando così in loro i sintomi della malattia, sufficienti per farli ricoverare in ospedale.