01 marzo 2010

Scandali economico-industriali, etica pubblica, cultura della Resistenza

Gli scandali che hanno per protagonisti uomini politici, dell'alta burocrazia e del mondo economico sia nella vita privata e soprattutto in quella pubblica nei campi economico-industriali, ripropongono la riflessione che l'A.N.P.I. di Roma e Lazio conduce da tempo sulla interdipendenza tra politica e morale, tra comportamento privato e quello pubblico. Sul piano storico resistenziale il problema si pose già con l'opposizione al fascismo e fu posto in risalto da alcuni intellettuali sin dall'inizio della guerriglia collegando la scelta partigiana –come ebbe a dire il filosofo Banfi - alla moralità che la distingueva e ne faceva motivo inderogabile di partecipazione. Sulla moralità della Resistenza si incontrarono sia Badi, filosofo marxista, sia il filosofo cattolico Cotta, per fare degli esempi che assieme ad altri formano la "cultura della Resistenza" oggi da riprendere in termini attuali per offrire il riferimento ideale e culturale a un mondo politico, anche della sinistra, che sembra smarrito e incapace di aggiornare i vecchi parametri e gli stereotipi linguistici. Credo che un dibattito su moralità, etica e politica possa e debba essere effettuato nelle Sezioni dell'A.N.P.I. quale contributo che qualifichi la nostra presenza nella società.
Massimo Rendina

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Ripudia intolleranza, razzismo e antisemitismo.
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