05 maggio 2011

Ai “nostalgici” consiglio una pastiglia di "Alka Seltzer". Un articolo di Carlo Migliavacca

Sulle pagine novaresi de La Stampa di oggi, 4 maggio, è stata pubblicata una lettera a firma di Enrichetta Leonarda nella quale, a proposito del canto di “Bella ciao” intonato durante la manifestazione del 25 aprile al Broletto di Novara, scrive che “[...] l’interruzione della cerimonia ha turbato il regolare svolgimento dell’evento [...]. Di più, l’autrice ha aggiunto che il fatto al quale ha assistito “è stato caratterizzato dall’inaudita prepotenza, dall’irrispettosa prevaricazione di quanto organizzato da un’istituzione democratica qual è la Prefettura. È stata imposta una variazione alla cerimonia in corso di svolgimento che se attuata senza oltraggiare gli organizzatori e gli stessi caduti per la Liberazione, quindi al termine della programmazione ufficiale, sarebbe stata condivisa. Arrivo a qualificarlo come un gesto che brilla per antidemocraticità, assenza di rispetto, deliberata volontà di dare contro a tut ti i costi considerato che la cerimonia era in corso di pacifico svolgimento. I «contestatori democratici» (così sono stati definiti dal giornalista Roberto Lodigiani) andrebbero chiamati come si meritano cioè «maleducati antidemocratici»”.
Semplicemente pazzesco! Questa signora “nostalgica”, con tutta probabilità non conosce la storia, non sa che “Bella ciao” era la canzone simbolo di tutti i Partigiani e mai nessuno di loro si sarebbe vergognato nel sentirla cantare e tantomeno l’avrebbero considerata un “oltraggio”. Lo ripeto, se oltraggio c’è stato è quello di aver suonato la canzone del Piave di fronte alle lapidi dei Partigiani. Lo sanno tutti che la Destra è da anni che vuole modificare il significato del 25 aprile, andando a vietare proprio il canto di “Bella ciao” e, addirittura, volendo modificare anche il nome della ricorrenza trasformandolo da “Festa della Liberazione” in “Festa della Libertà”, così come vuole Silvio Ber lusconi. Non va neppure dimenticata la volontà di certi nostalgici del fascismo i quali, ancora oggi, vogliono ripristinare quei simboli che la lotta partigiana ha saputo demolire come, ad esempio, riposizionare il fascio littorio nell’aula consiliare. 
Voglio riportare quanto scritto da Gianfranco Fini (che non è certo di Sinistra) il14 novembre 2010 in occasione del 66mo anniversario della battaglia partigiana avvenuta nel 1944 a Bologna: “Commemorare gli eroici combattenti del 14 novembre del 1944 quando, in piazza dell'Unità, 19 partigiani opposero una strenua resistenza ai rastrellamenti e alle violenze delle truppe nazifasciste, rappresenta un dovere delle Istituzioni che hanno il compito di trasmettere alle nuove generazioni i princìpi della nostra democrazia”. E ancora: “Per evitare che l’orrore della dittatura si ripeta è necessario che nella coscienza di tutti sia ben presente la testimonianza di quanti lottarono per la libertà. Sono profondamente convinto infatti che la tutela della libertà sia un esercizio quotidiano attraverso il quale rafforzare la coesione nazionale, nella comune consapevolezza che la lotta partigiana per la liberazione è stato uno dei capitoli fondamentali della nostra storia u nitaria”. 
La signora Leonarda deve sapere che fino a quando ci sarà un antifascista, la canzone “Bella ciao” verrà sempre cantata; il nostro 25 aprile è stato - è - e sarà sempre la “Festa della Liberazione” e non la festa della libertà, come qualcuno vorrebbe, nel tentativo di cancellare definitivamente la storia partigiana. Noi intendiamo continuare a ricordare la liberazione dal fascismo e dal nazismo; noi antifascisti continueremo, con orgoglio, a cantare la canzone simbolo dei Partigiani. Se “inaudita prepotenza e irrispettosa prevaricazione” (come da lei definito) c’è stata, è la negazione nel voler riconoscere a tutti i Partigiani, in una cerimonia ufficiale, la loro canzone; mi si spieghi, invece, che cosa c’entra una canzone riferita alla Prima Guerra mondiale con il 25 Aprile. Sono ben altre le ricorrenze in cui suonare il Piave! Se dopo 66 anni la sconfitta del nazifascismo per taluni è ancora indigesta, consiglio di agevolare la digestione con una p astiglia di Alka-Seltzer, che è un analgesico-antipiretico prodotto dalla casa farmaceutica Bayer, così rimane nelle viscere qualcosa di tedesco.
Mi sorge un dubbio; non è che questa signora Enrichetta Leonarda sia imparentata, o anche semplice amica, con il giornalista de La Stampa Roberto Lodigiani? Conservo il giro di e-mail che ho avuto, nel pomeriggio del 25 aprile, proprio con Lodigiani e da lì ho capito il tono dell’articolo che avrebbe pubblicato il giorno seguente. Una cosa è certa: La Stampa ha perso, da oggi, un affezionato lettore.
Carlo Migliavacca

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