30 aprile 2012

23 aprile 2012

Il saluto di Massimo Rendina per il 25 aprile

Cari compagne e compagni, impedito fisicamente sarò spiritualmente con voi  per celebrare il 25 aprile  e compiere una riflessione sulla situazione politica e sociale, sui doveri che incombono per attuare la democrazia comunitaria che la Resistenza ha espresso e oggi sembra misconosciuta e tradita nei suoi ideali e progetti da riprendere e riproporre. Siamo certi che essi, indicati dalla Costituzione repubblicana come fonte di progresso e convivenza civile, siamo patrimonio radicato nell’animo popolare, atto alla ricostruzione morale e politica nel contesto nazionale e della globalizzazione che fa dell’umanità un unico ambito. La Resistenza va riproposta per il suo carattere propedeutico che coniuga la libertà con la dignità della persona e il diritto all’autorealizzazione.

Un abbraccio dal vostro  
Massimo Rendina

vice presidente ANPI

25 aprile: CORTEO dall'ARCO di COSTANTINO a PORTA SAN PAOLO


E’ noto a tutti il rigurgito fascista che in città ha colpito iscritti Anpi a Casalbertone, giovani del teatro occupato ad Ostia, giovani del Pd in IV municipio, studenti del Righi.La città di Roma deve dire no allo squadrismo e alle aggressioni, così come deve dire no all’attacco alla Costituzione portata avanti attraverso la “ riforma del lavoro”, delle pensioni, dello stato sociale che mina i diritti fondamentali per i quali la Resistenza ha lottato e per i quali hanno dato la vita 45.000 persone.

L’Anpi di Roma fa appello a tutte le forze democratiche e antifasciste, ai partiti, ai sindacati, alle associazioni, al movimento della città e della provincia affinché si dia forza ad una manifestazione capace di dare una risposta, chiara e visibile.
Mercoledì 25 Aprile ore 9.30 concentramento al Colosseo.
La manifestazione si concluderà a P.ta San Paolo (lato lapidi) con interventi dal palco di partigiani, rappresentanti del Coordinamento Antifascista Romano, degli studenti, dei lavoratori, della società civile.
Al termine eventi musicali

Anpi Provinciale Roma e Lazio

25 aprile: Sez. ANPI Monti Prenestini e Alta Valle del Sacco

25 aprile: Sez. ANPI XX Municipio - Martiri de La Storta


25 aprile: Sez. ANPI Esquilino Monti Celio - don Pietro Pappagallo


25 aprile: Sez. ANPI Nepi - Emilio Sugoni


Programma della Giornata del 25 aprile 2012

ore 10,30:  partenza da piazza del Comune del corteo, aperto dalle autorità cittadine,dal gonfalone comunale e dalla banda musicale. Deposizione di una corona d’alloro in ricordo dei Caduti della lotta di Liberazione.

ore 16.00:  "FESTA DEL TESSERAMENTO A.N.P.I.
in  largo Verdi ( Duomo) : apertura della mostra dedicata  alla nascita della Repubblica Italiana; lettura  degli articoli della Costituzione, di brani inerenti la storia della Resistenza e di impegno civile;  musica popolare;  stands informativi delle associazioni che hanno aderito all’iniziativa dell’Anpi; distribuzione agli iscritti delle tessere per l’anno 2012.

25 aprile: Sez. ANPI Riano - Giacomo Matteotti


25 aprile: Sez. ANPI Frascati Grottaferrata - Pavoni Risi


25 aprile: Sez. ANPI Casalbertone - Zaccaria Verucci


22 aprile 2012

Il Partigiano Bottazzi contestato dai fascisti al liceo Avogadro

Ieri mattina mattina nuovo incredibile e inaccettabile episodio di intolleranza al liceo Avogadro di Roma nei confronti del partigiano Mario Bottazzi, presidente dell'Anpi del II Municipio, da parte dei giovani di estrema destra legati a Forza Nuova durante un incontro sulla Resistenza e la Liberazione, per ricordare il 25 aprile. Scritte neofasciste al liceo Tasso e minacce a un ragazzo antifascista. Solidarietà al partigiano Bottazzi e al ragazzo del liceo Tasso. Basta con chi vuole riscrivere la storia del nostro Paese in nome del fascismo.
Anche per tutto questo tutti in piazza a Roma il 25 aprile, manifestazione alle ore dall'Arco di Costantino a Porta San Paolo.

Rassegna stampa sulla contestazione a Bottazzi:

NuovoPaeseSera.it
Resistenza oggi è colmare i vuoti - di Elena Improta



20 aprile 2012

Alla ricerca dei testimoni della libertà. Iniziativa della Sezione A.N.P.I. M. Musu e M.T. Regard-II Municipio


25 e 27 Aprile - Itinerario storico nel quartiere Trieste:

ALLA RICERCA DEI TESTIMONI DELLA LIBERTA'

La Sez.ANPI Marisa Musu-Maria Teresa Regard, insieme alle forze politiche e sociali del 2 Municipio, ricorda i martiri della Resistenzacon un itinerario nei luoghi della memoria del quartiere Trieste, organizzato insieme alle scuole del territorio, ANPI del 2° Municipio ricorda la figura della Principessa Mafalda di Savoia, arrestata a tradimento dai nazisti e morta nel campo di concentramento di Buchenwald e di Ugo Forno, dodicenne che il 5 giugno 1944 diede la vita per impedire la demolizione del ponte ferroviario sull’Aniene da parte dei tedeschi in ritirata.

Si parte il 25 aprile alle 11 con una cerimonia cui parteciperanno i familiari di Ugo Forno presso il ponte ferroviario in ferro sul fiume Aniene che fu difeso dal giovane martire. Il 27 aprile - data dell'anniversario di compleanno di "Ughetto" che quest'anno avrebbe compiuto 80 anni - l'appuntamento è alle 10 davanti alla Scuola Principessa Mafalda dove studenti e espontenti della Sez. ANPI Musu - Regard ricorderanno la figura di Mafalda di Savoia. Le commemorazioni continueranno alle 17 a Parco Nemorense davanti alla targa a Ugo Forno con un'iniziativa cui parteciperanno tutte le forze politiche e sociali antifasciste e democratiche del 2 Municipio.
"E’ importante ricordare con le scuole e con i cittadini storie di coraggio come quella della Principessa Mafalda e di Ughetto – affermano gli esponenti delle Associazioni e dei Partiti del 2 Municipio - per prevenire l’ignoranza e l’intolleranza tra i più giovani, che negli ultimi mesi - l’ultima volta il 29 marzo - hanno portato alcuni ragazzi a sfregiare la targa dedicata proprio ad Ugo Forno".


I cittadini saranno invitati ad intervenire alle iniziative in bicicletta e con una bandiera dell'Italia in onore della Festa di Liberazione

19 aprile 2012

Anpi Roma su TELEAMBIENTE e TELEDONNA

Intervento televisivo del presidente di ANPI Roma, Vito Francesco Polcaro e dei vice presidenti Elena Improta e Vincenzo Calò in onda su:

TELEAMBIENTE Canale 78, digitale terrestre, giovedì 19 alle ore 21
Programma:
Dentro la notizia: il 25 aprile, la Costituzione e il 1° maggio
Repliche:
domenica 22 ore 21; martedì 24 ore 14; mercoledì 25 ore 21

TELEDONNA CANALE 98, digitale terrestre, venerdì 20 ore 23
Repliche:
domenica 22 ore 19:20lunedì 23 ore 23

17 aprile 2012

Comunicato Stampa: inaccettabile l’aggressione a Fiumicino della Onlus che si occupa di disabili. Le istituzioni facciano chiarezza.

Le istituzioni facciano chiarezza.E’ inaccettabile l’aggressione che hanno subito i lavoratori della Fattoria Verde, una associazione che si occupa dal 2002 della riabilitazione di persone con disabilità a Fiumicino, da parte di un’altra associazione vicina ai movimenti di destra, la Fons Perrenis.

L’Anpi di Roma chiede alle istituzioni di intervenire immediatamente al fine di consentire all’associazione di riprendere il lavoro e continuare a svolgere le attività di assistenza alle persone svantaggiate. Dopo le tante violenze dei mesi scorsi a Roma, questa volta siamo costretti ad assistere ad episodi inquietanti attuati da persone con chiari riferimenti politici verso i volontari di una Onlus. L’aggressione è stato un vero e proprio blitz squadri stico non solo contro l’associazione, ma anche verso i volontari e le famiglie delle persone che frequentano le attività di recupero.

L’associazione dei partigiani esprime piena solidarietà alle famiglie, ai cittadini ed ai volontari coinvolti, annunciando che il 25 aprile, festa della liberazione, scenderà in piazza anche per loro.

Roma, 17 aprile 2012

16 aprile 2012

Ripuliti. Iniziativa della Sezione A.N.P.I. Martiri delle Fosse Ardeatine

La sezione Anpi Ardeatino "Martiri delle Fosse Ardeatine", è lieta di invitarvi alla presentazione del libro "Ripuliti, postfascisti durante e dopo Berlusconi" alla presenza degli autori Daniele Nalbone e Giacomo Russo Spena, e del giornalista Marco Santopadre.
L'iniziativa avrà luogo mercoledì 17/04/2012 alle ore 17.00 presso l'Urban Center del Municipio Xi, in via Niccolò Odero 13 (Garbatella).
Nel corso dell'iniziativa sarà possibile tesserarsi all'Anpi per l'anno 2012.


Proiezione del film IL RIBELLE di Giancarlo Bocchi


“Come la luce e l’aria, le idee di libertà e uguaglianza penetrano ovunque e nessuna forza può contenerle” (Guido Picelli)

CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA - Roma, venerdì 20 aprile ore 18.00

Venerdì 20 aprile 2012 alle ore 18.00, verrà presentato alla Casa della Memoria e della Storia, via San Francesco di Sales 5, Roma, il film di Giancarlo Bocchi “Il Ribelle”. A seguire incontro con l’autore e con Ernesto Nassi, vicepresidente vicario dell’Anpi di Roma. Risultato di oltre tre anni di lavoro, d’intense ricerche negli archivi russi, italiani, francesi, spagnoli, statunitensi “Il Ribelle” narra l'avventura di Guido Picelli, strenuo combattente per la libertà e antifascista, personaggio da riscoprire, che visse da protagonista la storia d'Italia e d'Europa del '900, che si batté per l'affermazione della giustizia sociale e che si oppose a ogni forma di totalitarismo.
Antesignano di Che Guevara, teorico della “guerriglia”, anticipò di vent’anni la Resistenza opponendosi nel 1922 con le armi al fascismo. Nell’agosto del 1922 sconfisse con i suoi 400 Arditi del Popolo diecimila fascisti di Italo Balbo, durante i cinque giorni della Battaglia di Parma. Eletto due volte deputato, nel 1921 e nel
1924, fu il primo sostenitore in Europa dell'idea del "Fronte popolare" e autore di gesti eroici e clamorosi. Il primo maggio del 1924 ridicolizzò il regime fascista inalberando la bandiera rossa sul palazzo del Parlamento italiano per protestare contro l’abolizione della Festa dei lavoratori. In quel periodo sfuggì ai numerosi agguati mortali fascisti, tentando di far insorgere l'Italia contro Mussolini. Dopo 5 anni di galera e di confino a Lipari, giunto in URSS fu emarginato e perseguitato dagli stalinisti.

Durante la Guerra di Spagna, alla testa del Battaglione Garibaldi, ottenne importanti vittorie sul fronte di Madrid. Mentre preparava un attacco contro il nemico franchista, il 5 gennaio 1937, una pallottola lo fulminò, colpendolo alle spalle, all'altezza del cuore. Con le voci di Valerio Mastandrea e Francesco Pannofino, il film di Giancarlo Bocchi racconta la storia di un eroe scomodo, dimenticato, ma attualissimo per le sue idee sociali e politiche, di un “ribelle” la cui morte è rimasta fino ad ora avvolta nel mistero.
“Il Ribelle” è un film indipendente, che vuole riaffermare l’assoluta necessità di una “democrazia delle immagini” contro i “format” preconfezionati di storia, attualmente nelle mani delle multinazionali o dei gruppi televisivi. L’intenso lavoro di ricerca negli archivi di molti paesi ha portato al ritrovamento di numerosi documenti segreti e di filmati inediti, tra questi anche una pellicola del 1914, l’unica che ritrae Guido Picelli.
"Un Che Guevara italiano troppo ribelle per Stalin. Guido Picelli, maestro di guerriglia urbana, dalle barricate di Parma alla Guerra di Spagna." (La Stampa)
"Appassionata ricostruzione per parole e immagini d'archivio dell'uomo d'azione che sfidò l'emergere del nazifascismo" (MYmovies)
Frutto di molti anni di lavoro, ricerche e scoperte negli archivi, anche audiovisivi, il Ribelle è dunque la prima biografia sul Che Guevara che terrorizzò Mussolini” (il manifesto)
La vita e la passione dell’eroe delle barricate di Parma rivive nell’appassionato documentario di Giancarlo Bocchi” (l’Unità)
Guido Picelli, un personaggio da riscoprire
“Come la luce e l’aria, le idee di libertà e uguaglianza penetrano ovunque e nessuna forza può contenerle”. Parole di grande attualità, queste scritte da Guido Picelli un secolo fa. Oggi come allora, intere popolazioni, in varie parti del mondo, lottano per gli stessi motivi, che provocarono le grandi rivolte, le grandi rivoluzioni dei primi due decenni del ‘900: libertà, giustizia sociale, democrazia reale.
Nato a Parma nel 1889, Guido Picelli fin da piccolo frequentò i “ribelli” dei borghi dell'Oltretorrente, sempre pronti ad insorgere per la giustizia sociale e la libertà. Vide le barricate del 1898 e visse lo sciopero dei contadini di Parma del 1908, che segnò una svolta nelle lotte proletarie del '900. Giovanissimo scappò di casa per inseguire il suo sogno d'artista: recitò anche con Ermete Zacconi, il più famoso attore italiano dell'epoca, nei primi film italiani del cinema muto. Pacifista convinto, allo scoppio della Prima guerra mondiale, si arruolò volontario nelle file della Croce Rossa meritando due medaglie al Valore per il coraggio dimostrato nelle sue azioni umanitarie sotto il fuoco nemico. Dopo la rivoluzione in Russia dell'ottobre 1917, si convinse che era necessario imparare a combattere per difendere gli oppressi.
Accettò di entrare all'Accademia militare italiana e venne nominato tenente proprio gli ultimi giorni della guerra. Dopo la smobilitazione divenne sindacalista e si adoperò per riunire il movimento sindacale allora diviso in tre organizzazioni.
Nel 1920 fondò la Lega proletaria e le “Guardie Rosse” un primordiale nucleo armato di resistenza al fascismo. Venne imprigionato, ma dopo un anno fu scarcerato grazie alla nomina a deputato per il Partito socialista, ottenuta con plebiscito popolare tra i suoi concittadini.
Nel 1921 fondò gli Arditi del popolo, un’organizzazione per contrastare militarmente il fascismo, che ricette gli elogi perfino da Lenin. Nell'agosto del 1922 con 400 Arditi, sconfisse durante i 5 giorni della Battaglia di Parma, 10 mila fascisti comandati da Italo Balbo e dai maggiori gerarchi fascisti. Fu la più grande sconfitta patita dai fascisti. I partiti antifascisti, divisi e settari, non raccolsero l'appello di Picelli all'unità, a costituire “Il Fronte unico antifascista”, mettendo così il paese nelle mani di Mussolini.

Dopo la marcia fascista su Roma, Picelli costituì l'organizzazione segreta “I soldati del popolo”. Subì diversi agguati ed attentati. Nel 1923 venne ferito alla tempia da un colpo di pistola sparato dai fascisti e venne scoperto dai giornali un complotto organizzato da Italo Balbo, da funzionari dello Stato e da poliziotti per farlo fuori. Picelli non si impaurì. Il 1° maggio del 1924, sfidando i deputati fascisti e ridicolizzando Mussolini, che aveva abolito per decreto la Festa dei lavoratori, inalberò una bandiera ornata di falce e martello sul palazzo del Parlamento a Roma. Venne rieletto deputato, come indipendente nelle liste del Partito comunista d’Italia e fu incaricato da Gramsci di organizzare la struttura militare del partito in previsione dell'insurrezione contro il fascismo. Picelli, sfidando i fascisti sempre in agguato, viaggiò per tutta l'Italia in solitudine per ottemperare al suo incarico segreto. Venne aggredito e picchiato più volte, molte volte sfiorò la morte, ma non si fermò.

Prima che il suo progetto diventasse operativo, nel novembre del 1926, venne arrestato, insieme ai maggiori esponenti antifascisti e condannato a 5 anni di domicilio coatto nell'isola di Lipari. Durante il confino scontò altri lunghi mesi di carcere con l'accusa di avere tentato di ricostituire il Partito comunista. Scontata la pena riuscì a fuggire in Francia. Tenne comizi, mobilitò gli operai, ma, dopo pochi mesi, a causa del suo attivismo politico, venne espulso dal paese. Giunto in Belgio sostenne i minatori in sciopero di Borinage. Venne espulso anche dal Belgio. Nell'estate del 1932 arrivò a Mosca pieno di speranze e di aspettative. Rimase deluso. Il grande combattente antifascista italiano venne relegato nel ruolo di apprendista operaio in una fabbrica.

Successivamente subì vessazioni e persecuzioni dagli stalinisti. Nel 1935 venne processato in fabbrica, in una “cista”, l'anticamera del Gulag. Nell'ottobre del 1936 riuscì ad uscire dall'Urss. Raggiunse la Spagna con l'intento di combattere i franchisti. Per qualche tempo frequentò i dirigenti del POUM (il Partito comunista antistalinista spagnolo) che volevano affidargli il comando di un battaglione, ma nel novembre 1936 assunse il comando del 9° Battaglione delle Brigate Internazionali, denominato “Battaglione Picelli”. Combatté a Boadilla del Monte e il 1° gennaio 1937, al comando del Battaglione Garibaldi sconfisse i franchisti a Mirabueno, sul fronte di Madrid. Pochi giorni dopo questa importante e unica
vittoria del fronte repubblicano, il 5 gennaio 1937, cadde sul monte San Cristobal colpito alle spalle, all’altezza del cuore.
Morì lasciando all’eternità un sorriso beffardo tramandato fino a noi in una storica maschera facciale in gesso. A Picelli vennero tributati tre funerali di Stato, a Madrid, Valencia e Barcellona. A quest’ultimo, secondo le cronache dell’epoca, parteciparono più di centomila persone. Le imponenti commemorazioni funebri non allontanarono dubbi e sospetti sulla morte del “ribelle” italiano. Scrisse Picelli: ”La storia non si ferma, essa si compie malgrado tutto. Ciò che deve cadere cada, ciò che deve nascere nasca. Sbarrate il corso di un fiume ed avrete l’inondazione, sbarrate l’avvenire e avrete la rivoluzione!”
Giancarlo Bocchi
Nato a Parma, negli anni '70 contemporaneamente agli studi Storia dell’Arte all’Università di Bologna, inizia a lavorare, occupandosi d’arte e musica contemporanea. In quegli anni conosce Man Ray e molti altri grandi artisti del ‘900, incontra alcuni importanti intellettuali e filosofi come Jean Baudrillard e Jacques Derrida, fonda una rivista di arte e una seconda di musica. All’inizio degli anni ’80 realizza i primi documentari, lavori di videoarte e alcune videoinstallazioni. Nel 1982 gira il documentario: “Guerra alla guerra” con Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg. Seguiranno una decina di documentari sull'arte e la cultura (Bacon, Picabia, Malevich e altri) tra i quali quelli realizzati insieme ai maestri del Surrealismo Paul Delvaux e André Masson.
Nel 1988 riceve il premio per la realizzazione della videoinstallazione "L'albero del tempo" al Festrio-Festival del Cinema di Rio de Janeiro e altri riconoscimenti nel campo della videoarte. Dai primi anni ‘90, dopo diversi viaggi nella Sarajevo assediata, inizia a girare in solitudine documentari su conflitti, guerre e diritti civili. Nel corso degli ultimi 15 anni ha filmato e ha scritto di Afghanistan, Birmania, Bosnia, Cecenia, Chiapas, Colombia, Kosovo, Irlanda del Nord, Libia, Libano, Palestina, Sahara occidentale, Somalia, Tajikistan.
Per i suoi documentari ha ricevuto diversi riconoscimenti:
"Mille giorni di Sarajevo" (Primo Premio Arcipelago Film Festival, Roma, 1996)
“Sarajevo Terzo Millennio” (Menzione Speciale – Anteprima del Cinema Italiano, Bellaria, 1996)
"Morte di un pacifista" (Premio Trieste per il Nuovo Cinema Europeo, Trieste, 1998)
"Fuga dal Kosovo” (Nomination al Rory Peck Award, Londra, 1999)
“Wars”( Premio Libero Bizzarri per la migliore produzione italiana, 2010)
E’ l’unico documentarista che ha filmato gli ultimi due guerriglieri del ‘900 nei documentari "Viaggio nel Pianeta Marcos" sul subcomandante Marcos e in "Il Leone del Panshir" su Ahmad Shah Massoud, il leggendario comandante afgano. Nel 2004 realizza il film lungometraggio “Nemaproblema” girato interamente in Bosnia (Premio per la miglior regia all’Alexandria International Film Festival, 2004; Premio Speciale della Giuria al Festival di Annecy, 2004; Menzione Speciale della Giuria al Festival Internazionale di Mannheim-Heidelberg, 2004).
Il suo film documentario “Wars”, girato in Afghanistan, Palestina e Somalia, che uscirà a breve su Rai Storia, ha ricevuto il Premio Libero Bizzarri come migliore produzione italiana del 2011. Di recente, dopo tre anni di ricerche, ha presentato in anteprima mondiale alla Filmoteca Española di Madrid.
“Il Ribelle”, un film-documentario su Guido Picelli, antifascista, teorico della guerriglia e antesignano italiano del "Che". E’ in montaggio il suo nuovo documentario basato sulla storia di alcune donne, girato in Afghanistan, Cecenia, Sahara Occidentale e Colombia.

12 aprile 2012

25 aprile 2012 Festa della Liberazione

25 aprile 1945: viene diramato l'appello dal CLNAI per l'insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano dell'Alta Italia. La guerra finirà di li a pochi giorni.
25 aprile 2012: dopo 67 anni l'antifascismo è ancora di attualità.

In questo senso il 25 aprile è una data che va al di là del ricordo e oggi ancor di più visti i continui e recenti accadimenti. Per questo l'ANPI di Roma ha deciso di chiamare, come sempre, tutte le forze democratiche e antifasciste ad una manifestazione che veda coinvolti partiti, sindacati associazioni romane insieme a tutta la cittadinanza democratica e antifascista.

La novità del 2012 - dopo che negli ultimi tre anni a Roma il 25 aprile era stato celebrato a piazza di Porta San Paolo, dove è nata la resistenza, al fine di valorizzare questa importante pagina di storia - è il ritorno all’organizzazione di un corteo, che deve vederci tutti e tutte impegnati.

Va data una risposta democratica ma incisiva ai rigurgiti che in città hanno colpito in IV municipio giovani del PD a Ostia, giovani del teatro occupato a Casalbertone, iscritti ANPI e non solo e per finire, ma solo per citare l’ultimo episodio, i giovani aggrediti al Righi. La città di Roma medaglia d'oro al valor militare deve dire no allo squadrismo e alle aggressioni. Non ci può essere occasione migliore per ricordare a tutti che il fascismo è finito il 25 aprile e che non c'è più spazio né per i nuovi né per i vecchi fascismi.

La manifestazione avrà luogo la mattina del 25 a partire dalle 9.30 ed andrà dall'Arco di Costantino a Porta San Paolo. Si concluderà con interventi dal palco di partigiani, rappresentanti del coordinamento antifascista romano, degli studenti. Vi saranno inoltre interventi musicali.

Per questo il Comitato Provinciale dell'ANPI di Roma invita le sezioni, le iscritte e gli iscritti tutti alla costruzione e partecipazione alla manifestazione, avviando da subito un percorso che veda tutti impegnati in un'opera di sensibilizzazione della cittadinanza per far sì che la manifestazione raggiunga il massimo successo. Per riaffermare insieme, aldilà delle nostre differenze, il nostro antifascismo e il valore della memoria.
Il Comitato Provinciale ANPI di Roma

10 aprile 2012

Ci ha lasciato Miriam Mafai, staffetta partigiana

Miriam Mafai, partigiana, giornalista, scrittrice, sempre impegnata nelle lotte civili e per i diritti delle donne è morta ieri a Roma a 86 anni. La coscienza politica si forma sui banchi di scuola, nel 1936, quando la classe festeggia la conquista dell'Impero mentre a lei suo padre aveva già spiegato che cosa significasse essere antifascista. Con le leggi razziali nel 1938 viene esclusa dal ginnasio perché la sua famiglia era metà cattolica e metà ebrea. Nel 1943 distribuisce volantini contro l'occupazione tedesca, prende parte alla Resistenza romana e diventa staffetta partigiana. La camera ardente è allestita presso la sala della Protomoteca in Campidoglio dalle ore 15.30 di oggi e mercoledì 11 aprile si terrà la commemorazione alle ore 12.

06 aprile 2012

Omaggio a Bentivegna, il PDL lascia l'Aula. Rendina, vicepresidente Anpi: "Attentato alla storia"

Intervista a Massimo Rendina, vicepresidente dell'Anpi - La Repubblica - 06/04/2012. Cronaca di Roma pag. V

Omaggio a Bentivegna in Comune, il PDL lascia l'Aula.
Intervista a Massimo Rendina, vicepresidente dell'Anpi nazionale: "Ostilità che sconcerta, dalla destra reazione scomposta. E' un attentato alla storia d'Italia"


"Il comportamento e le reazioni della destra sono un attentato alla cultura ed alla storia". Massimo Rendina, 92 anni, vice presidente nazionale dell'ANPI, l'Associazione dei partigiani d'Italia, respira e cammina con fatica ma non rinuncia a dire la sua: "Sconcerta questo comportamento ostile non solo verso un eroe della Resistenza ma alla scelta dell'allora capo delo Stato, Luigi Einaudi, e del presidente del consiglio dell'epoca, Alcide De Gasperi che, con una medaglia d'argento al valore militare, decorano Rosario Bentivegna".

Da destra alcuni sostengono che l'ecidio alle Fosse Ardeatine, dove furono assassinati in 335, fu una reazione all'atentato a via Rasella...
"Fu una reazione contro il popolo romano: i nazzisti pensavano che via Rasella fosse l'inizio della rivolta. E, indipendentemente da quell'azione, quando nel processo chiesero a Herbert Kappler se avesse cercato i partigiani che l'avevano compiuta, lui rispose che l'importante era intimidire la gente di Roma. Conosco bene quei fatti: alle Fosse Ardeatine fu uciso anche Roberto rendina, fratello di mio padre".

Ha conosciuto bentivegna?
"Si, Rosarioera un uomo di cultura: docente di medicina del lavoro, era impegnato nel progresso sociale della citta".

E lei Rendina, dov'era in quegli anni?
"Comandavo una brigata Garibaldi in Piemonte, prima in Val di Lanzo, poi in Monferrato".

L'articolo completo su Repubblica.it

04 aprile 2012

“Il Comune intitoli una strada a Bentivegna, Eroe della Resistenza e difensore della libertà”

"Credo sia assolutamente doveroso che il Comune di Roma ricordi, con l'intitolazione di una strada importante della capitale, Rosario Bentivegna, uno dei protagonisti assoluti della Resistenza romana e uno dei più grandi eroi della guerra di liberazione del Paese dal nazifascismo". Lo ha detto il presidente dell'Anpi Roma, Vito Francesco Polcaro, dopo aver portato il proprio saluto a Rosario Bentivegna a Palazzo Valentini. "A Roma vi sono strade intitolate a personaggi storicamente molto meno significativi di Bentivegna, che è stato ex partigiano, medaglia d’argento della Resistenza e rilevante protagonista delle battaglie democratiche del dopoguerra a Roma e nel nostro Paese. Chiediamo una targa in cui sia specificato 'Eroe della Resistenza e difensore della libertà'. Manderemo oggi la lettera ufficiale al sindaco Alemanno".

Roma, 4 aprile 2012
Il presidente dell’Anpi Roma Polcaro

03 aprile 2012

Rosario Bentivegna


Rosario Bentivegna è morto il 2 aprile.
Con lui se ne va una delle più luminose figure dell’antifascismo di Roma e d’Italia.
Studente in medicina venne arrestato per attività antifascista nel 1941, divenendo poi Comandante dei Gruppi Armati Patriottici (GAP) “Carlo Pisacane” del Pci a Roma fino alla liberazione della capitale nel giugno 1944.
Proseguì il suo impegno antifascista ed internazionalista in Jugoslavia, dove venne inviato come vice-commissario politico delle Brigate Garibaldi in Montenegro.
Insignito della medaglia di bronzo e della medaglia d’argento al Valor Militare dal Presidente del Consiglio De Gasperi, tornò alla vita civile in qualità di medico del lavoro impegnato nella salvaguardia delle condizioni di salute dei lavoratori.
Rosario Bentivegna non ha mai amato essere definito un eroe, ha sempre rifuggito quella retorica celebrativa con la quale a suo giudizio la Resistenza veniva cristallizzata come un monumento “di quelli che poi si dimenticano”. Ha sempre preferito raccontare la Lotta di Liberazione nella sua dimensione umana, soffermandosi sui tormenti, sulle sofferenze, sui drammi interiori e sui dubbi, ma anche sugli entusiasmi giovanili e sulle ingenuità di quelle donne e quegli uomini che, come lui, avevano fatto la scelta dolorosa e carica dell’etica della responsabilità di impugnare le armi nella lotta al fascismo internazionale.
Uomo profondamente colto e dotato di una straordinaria carica di sensibilità lascia in eredità il rigore e la coerenza di una lotta per la libertà, la democrazia e l’uguaglianza che ne ha segnato in modo indelebile il cammino umano e politico.
Nel suo ultimo libro “Senza fare di necessità virtù” aveva rivendicato una volta di più la giustezza della scelta della lotta armata contro il nazifascismo assumendosi in prima persona la responsabilità delle azioni armate contro gli occupanti nazisti ed i collaboratori fascisti. “Io a Via Rasella ci sono stato perché ci volevo stare – ha scritto Bentivegna- ci sono sempre rimasto e ci sono ancora”.
Questo il testamento civile di un uomo che aveva “scelto di essere un comunista e un combattente nel 1938 perché voleva la pace e la giustizia sociale, perché voleva essere libero e vivere nella democrazia”.

Domani mattina 4 aprile alle 10,30 sarà aperta al pubblico la camera ardente allestita presso la "Sala della Pace” della Provincia di Roma.

-Il comunicato dell'Anpi nazionale
-Le dichiarazioni di Rendina, Pacifici, Zingaretti e Nassi
-Il ricordo di Mario Avagliano su "Il Messaggero"
-Intervista a Michela Ponzani su via Rasella

Comunicato Stampa: “Addio Sasà. Bentivegna eroe della Resistenza”. Camera ardente presso la sede della Provincia di Roma, 4 marzo ore 10.30

Comunicato Stampa: “Addio Sasà. Bentivegna un eroe della Resistenza italiana”.
La camera ardente allestita presso la sala “Peppino Impastato”della Provincia di Roma sarà al pubblico il 4 marzo dalle ore 10,30.

La scomparsa di Rosario Bentivegna è una grossa perdita per l’Anpi, di cui era presidente onorario, per l’antifascismo e per il Paese. E’ stato un grande eroe della Resistenza italiana e un testimone straordinario della Memoria di quel periodo. E’ quanto ha dichiarato l’Anpi Roma e Lazio in un comunicato stampa.
Bentivegna è stato uno dei principali protagonisti della Resistenza a Roma e nel Lazio, partecipando a numerose azioni contro i nazisti e i fascisti sia nella capitale, nell’ambito dei Gap comunisti, che in altre località della provincia (ad esempio sui Monti Prenestini). Ha poi coerentemente continuato in tutta la sua vita l’impegno in politica per la libertà e la democrazia e nel sindacato per la prevenzione della salute dei lavoratori e per migliori condizioni di lavoro, testimoniando sempre con determinazione e coraggio la sua netta contrarietà ad ogni tipo di violenza, terrorismo e integralismo religiosi o politici.
Bentivegna è stato un intellettuale di primo ordine, un giornalista impegnato, un medico sensibile, un sindacalista difensore dei deboli. Non va ricordato solo per via Rasella, che pure è stato il più efficace attacco partigiano compiuto in una capitale occupata dai nazisti e contribuì a mostrare agli uomini liberi di tutta Europa che i nazisti non potevano sperare di restare impuniti per i loro misfatti. L’Anpi difenderà in ogni sede la sua memoria e quella degli altri gappisti che parteciparono a quell’azione partigiana, che ciclicamente vengono ingiustamente accusati di aver compiuto un attentato e di viltà per non essersi consegnati. In realtà erano combattenti per la libertà.
“La giustizia italiana, a tutti i livelli ha sanzionato che l’azione di via Rasella fu un legittimo atto di guerra contro l’esercito occupante straniero, eseguito in pieno raccordo con il comando alleato, che non vi fu alcun invito da parte del Comando tedesco a consegnarsi e che la rappresaglia fu eseguita da Kappler in tempi così rapidi (meno di 24 ore) che non vi sarebbe neppure stato il tempo di farlo. Il battaglione Bozen, obiettivo dell’attacco, era costituito da altoatesini di età compresa tra i 26 e i 43 anni che avevano optato per la nazionalità germanica, avevano scelto di far parte del corpo di polizia nazista delle SS ed attraversavano armati la città di Roma in violazione degli accordi.
Il Partigiano ‘Sasà’, medaglia d’argento per la Resistenza, ha continuato a combattere per tutta la vita, come testimoniato nel suo ultimo libro, dove ricorda le battaglie, quelle vinte in tribunale contro le diffamazioni e le mistificazioni a mezzo stampa, non per difendere se stesso, ma il valore del contributo della Resistenza alla costruzione della pace e della democrazia.
Domani 4 aprile alle ore 10,30 sarà aperta al pubblico la camera ardente allestita presso la sala “Peppino Impastato” di Palazzo Valentini - Provincia di Roma.

Roma, 3 aprile 2012

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