20 dicembre 2013

Messaggio di auguri di Vito Francesco Polcaro, presidente di ANPI Roma


Roma, 20 XII 2013

Care compagne e cari compagni,

alla fine di questo anno denso di attività e di avvenimenti, vi scrivo per inviarvi i miei più fervidi auguri per le prossime Festività.

In questo difficile anno, abbiamo dovuto fronteggiare insieme fatti che mostrano inequivocabilmente come i rischi per la democrazia nel nostro Paese siano ancora molto forti, dalle aggressioni fasciste alle manifestazioni di razzismo ed antisemitismo, dalle “marce” di organizzazioni neofasciste ad episodi di esplicita apologia del fascismo, per finire con la nascita del “movimento dei forconi” e gli attacchi alla Costituzione, ancora in atto anche se il tentativo di modifica dell’Art. 138 è fortunatamente rientrato.

Le elezioni politiche, a causa di una legge elettorale indegna di una nazione civile, hanno lasciato il nostro Paese in una situazione di instabilità ed hanno portato ad un governo sostenuto da una alleanza innaturale, che non può essere capace di affrontare la grave crisi che ancora attanaglia gran parte della popolazione.

Inutile quindi sottolineare quanto diventi importante il ruolo dell’ANPI. che, come recita lo Statuto, è quello di “favorire un regime di democrazia, al fine di impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo”, operando come luogo di sintesi tra tutte le componenti democratiche (partiti, movimenti, sindacati) della vita politica italiana. Perché questa nostra azione possa avere successo, l’ANPI deve presentarsi alla popolazione come una forza credibile e compatta e deve riuscire a rendere più efficace la sua azione, rafforzando la propria struttura organizzativa: per questo motivo, abbiamo intrapreso un lungo percorso che ci ha portato alla conferenza di organizzazione di novembre.

Ricordo che stabilimmo di indire questa conferenza al Comitato Provinciale di Maggio, allo scopo di valutare la struttura sperimentale che ci eravamo dati nel Comitato Provinciale del novembre 2011, su suggerimento del Comandante Rendina. Questa struttura doveva gestire il difficile passaggio dall’ANPI dei Partigiani all’ANPI degli Antifascisti, un passaggio che nessuno di noi avrebbe mai voluto, ma che il trascorrere del tempo rende inevitabile e sempre più urgente.

In questi due anni, di cose ne abbiamo fatte tante, ed anche con buoni risultati.

Restano però diversi punti deboli, ai quali la conferenza di organizzazione doveva dare risposta. Non sono problemi insormontabili e il documento proposto alla conferenza, con le integrazioni derivanti dagli emendamenti approvati, vi presenta una soluzione, prospettando una struttura centrale più snella e più chiara, che potrebbe portare rapidamente ottimi risultati. Tuttavia, a causa delle diverse interpretazioni che si sono avute degli emendamenti al documento (alla cui preparazione e stesura finale mi sono imposto di rimanere estraneo per lasciare alle compagne ed ai compagni la massima libertà di scegliere unitariamente le forme organizzative che reputano migliori, nell’ambito di un rigoroso rispetto dello Statuto e del Regolamento Nazionale), la versione finale di questo documento e dell’organigramma che ne conseguirà non sono ancora stati approvati dal Comitato Provinciale: questi importanti adempimenti dovranno inevitabilmente essere compiuti nella seduta del 18 gennaio, per evitare che l’ANPI di Roma ne resti paralizzata.

Questa situazione mi porta però a considerare che, a mio avviso, il problema più grave che ha la nostra Associazione a Roma deriva dal fatto che troppo spesso non riusciamo a creare in essa un clima sereno, di volontà di sintesi pur nelle opinioni diverse, di fattiva collaborazione tra compagni nelle sezioni e nel Provinciale, tra sezioni, tra queste ed il Provinciale. A questo problema bisogna trovare una soluzione, perché un clima sereno ed unitario è la prima condizione per una attività proficua. Questo però non è un problema che si risolve con una conferenza di organizzazione e neppure con un congresso, che, anzi, se condotto a partire da un clima teso potrebbe solo accentuare i contrasti e portare alla formazione di gruppi organizzati che vogliono prevalere l’uno sull’altro, innescando una situazione autodistruttiva. Si risolve solo prendendo atto che nessuno di noi ha la verità in tasca, che tutti abbiamo il comune obiettivo di difendere gli ideali della Resistenza e di portare a compimento il disegno di società che i Partigiani volevano realizzare e che il confronto e la sintesi sono le sole vie per realizzare questa volontà, come fu per i Partigiani dei quali vogliamo essere gli eredi.

Nel 2014, ci attendono compiti molto duri, a partire dalla difesa della Costituzione da ogni stravolgimento che tenti di modificarla cancellando la sintesi che fu realizzata dai Padri Costituenti: sarà una lotta lunga, che non dobbiamo interrompere finché l’obiettivo non sarà raggiunto. Sarà una lotta difficile, perché il fronte antifascista è oggi diviso e sconfortato, ma noi, che vediamo più lontano perché sediamo sulle spalle di Giganti, siamo gli unici che hanno tutte le carte in regola per guidarla e per coinvolgere in essa tutti i sinceri democratici. Se ad essa dedicheremo tutti i nostri sforzi, mettendo da parte sentimenti personali e di parte, per forti che siano, per caro che ci costi, vedendo in ogni antifascista, comunque la pensi su altri argomenti, un compagno e non un avversario, possiamo vincere e dobbiamo farlo.

Ancora i migliori auguri per le Festività e per il nuovo anno.

Un abbraccio
 
Vito Francesco Polcaro

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