Da qualche tempo il prof Lido Lazzerini (sopravvissuto alla strage di Mommio del 4-5 maggio 1944) ha imbastito una polemica sul tema dei rapporti con la Germania, le riparazioni e soprattutto i risarcimenti. In questa polemica, che - secondo noi – è del tutto priva di fondamento, ma che continua nonostante ogni sforzo di chiarimento, viene “coinvolta “ anche l'ANPI, che non c'entra assolutamente nulla e che, anzi, è molto orgogliosa di aver contribuito alla realizzazione di un'opera fondamentale per la memoria, come l'Atlante delle stragi.
Quando un intervento del Prof. Lazzerini, nel corso di un dibattito, è apparso anche su un quotidiano toscano (La Nazione), ho inviato una lettera con ampie spiegazioni e serie contestazioni dell'assunto del Lazzerini. Il giornale l'ha pubblicata, ma – come usa fare una certa stampa – ridando voce allo stesso Lazzerini. Il quale ha preso la parola in varie occasioni, sempre sulle stesse tematiche ed ora ha inviato anche una sua lettera, con una pretesa “documentazione”, ad alcune sedi dell'ANPI.
A questa sorta di campagna ha creduto un gruppo di Sezioni toscane, redigendo un documento, al quale ho dato ampia ed esauriente risposta.
Ma a questo piccolo “coro” si è unito, più volte, un Magistrato militare, Luca Baiada, che è anche iscritto all'ANPI di Roma.
Insomma, per farla breve, la tesi che si sostiene è che si sarebbe rinunciato a pretendere i risarcimenti economici, “accontentandosi” dell'Atlante delle Stragi e di altre forme di riparazione.
Qui, in brevissime note, ribadisco:
che l'ANPI non aveva e non ha titolo per parlare di risarcimenti; non rappresentando le vittime né i superstiti; né mai ha ricevuto alcun mandato per promuovere cause o altro.
Constatato che nessun Paese, (compreso il nostro) è incline a risarcire i danni cagionati a Paesi stranieri, l'ANPI ha premuto, soprattutto perché la Germania riparasse, in qualche modo, e lo ha fatto con l'Atlante delle Stragi e con molti altri provvedimenti a favore di Associazioni e comunità locali. Tutti ne hanno usufruito.
Nessuno ci ha mai chiesto di rappresentarlo in sede giudiziaria o altrove.
Nei processi per stragi, davanti ai Tribunali militari, l'ANPI si è costituita parte civile, è stata ammessa, ha ottenuto la condanna al risarcimento dei danni morali subiti direttamente; dunque ha agito in nome proprio e per sostenere ed appoggiare le azioni promosse da vittime, Associazioni e Comuni interessati. Tutti ce ne hanno dato atto. E chi fa ricerche, sul WEB, sulle stragi o consulta il libro di recente pubblicazione, non ha che da compiacersi di una ricostruzione così ampia ed esaustiva di quanto è accaduto tra il 1943 e il 1945 nel nostro Paese ad opera dei militari tedeschi e dei fascisti.
Queste fastidiose polemiche non conducono a nulla, come è dimostrato anche dal fatto che si tratta dell'azione di pochi, non seguiti da vittime e associazioni dei tanti luoghi colpiti da stragi devastanti.
Non abbiamo certo voglia di agire in giudizio contro un sopravvissuto, per il quale proviamo rispetto, né contro il nostro iscritto. Peraltro, a fronte di una nuova ondata di spedizioni a nostre sedi associative del suo materiale d'accuse, da parte del Prof. Lazzerini, dobbiamo dire che la nostra pazienza ha un limite. Tutti sono degni di rispetto, finché non sconfinano nella autentica diffamazione.
Anche per questo chiediamo, con franchezza e fermezza, di smetterla, perché queste polemiche non giovano a nessuno e non possono produrre alcun risultato e perché i fatti parlano chiaro. Chi vuole promuovere cause contro la Germania per ottenere risarcimenti, lo faccia, ne ha tutto il diritto, ma non pretenda che dei risarcimenti si occupi anche chi non ha alcun titolo per farlo; e prenda atto dei risultati positivi che noi (ANPI) e tante altre Associazioni abbiamo ottenuto, sotto forma di riparazioni, a carico del Fondo appositamente costituito nel bilancio della Repubblica federale tedesca.
Carlo Smuraglia - Presidente nazionale ANPI
13 luglio 2017
http://www.anpi.it/articoli/1786/sullatlante-delle-stragi-naziste-e-fasciste-si-sta-costruendo-una-polemica-artificiosa-e-infondata