Ordine del giorno del Comitato Nazionale ANPI sulla grave situazione internazionale
Il Comitato nazionale
dell’ANPI esprime profonda preoccupazione per la situazione internazionale, che
diviene sempre più complessa e pericolosa e sembra allontanare, ogni giorno di
più, quello che è il nostro obiettivo primario: la pace.
Nella zona della Siria
si stanno compiendo ripetute stragi di civili e di bambini. Il minacciato
intervento militare degli Stati Uniti, sostenuto da Francia e Gran Bretagna,
può avviare una escalation dall’esito imprevedibile, che potrebbe condurre a un
conflitto globale. La UE deve avere finalmente una propria e autonoma e
pacifica politica. Iniziative unilaterali o di “volonterosi” portano a
situazioni peggiori, come già successo in Iraq e
Libia. Il governo
italiano, come rigorosamente disposto dall’art. 11 della Costituzione, non deve
coinvolgere in alcun modo il nostro Paese in questa nuova avventura bellica.
Per questo destano gravissima preoccupazione le notizie relative all’uso già in
atto delle basi di Sigonella da parte dell’aviazione USA verso il teatro
siriano e l’eventuale futuro uso di altre basi italiane.
L’ONU assiste, più o
meno impassibile, riuscendo a fornire un’immagine di preoccupante impotenza.
Infine, il governo
turco di Erdogan, approfitta della situazione per sferrare un altro colpo al popolo
curdo, dimenticando il contributo, anche di sangue, da esso recato nel corso
della guerra contro l’ISIS. Ovunque incombe l’ombra dei foreign fighters.
Distrutto, o ridotto quasi all’impotenza il cosiddetto Stato islamico, rimane
quanto mai evidente il rischio di azioni terroristiche da parte dei kamikaze
legati a Daesh.
Insomma sono ampiamente
compromessi, un po’ ovunque, gli stessi diritti umani.
Tutto ciò richiede un
governo europeo unitario e solidale all’altezza della complessità e della
gravità della situazione ed un contrasto senza incertezze nei confronti dei
Paesi UE che, in risposta all’emergenza guerre e migranti, hanno alzato mura
materiali, politiche, ideologiche e culturali.
In Palestina è bastata
una manifestazione pacifica per scatenare reazioni violente, da parte del
governo israeliano, sul piano militare e civile, con morti e migliaia di feriti
e prosegue, nonostante il motivato e diffusissimo dissenso internazionale e la
radicale opposizione palestinese, il progetto dell’apertura da parte degli USA
della sede diplomatica a Gerusalemme.
Si ha l’impressione che
i diritti umani, che dovrebbero essere un valore prioritario per tutti, perdano
quota, ogni giorno, a fronte di più o meno sopiti interessi nazionalistici e,
talvolta, religiosi.
Non cessa l’allarme per
lo spostamento a destra (e spesso verso una destra nera) di diversi Paesi d’Europa;
ed è preoccupante, certamente, il risultato del voto in Ungheria, oltre ad
alcune posizioni tipicamente retrograde della Polonia, che sembrano perfino negare
un passato che non si può cancellare né distorcere.
Grave è anche la
situazione dell’Ucraina, nel cui governo siedono persino ministri esplicitamente
filo-nazisti, mentre nel Paese infuria dal 2014 una sanguinosa guerra civile.
Nello scenario coreano,
dopo reciproche provocazioni e minacce, sembrano per ora superate le posizioni
bellicose di Corea del nord e USA: occorre tenere aperti canali e prospettive
di un accordo pacifico fra tutti i protagonisti di quell’area.
Questo è il quadro in
cui si è sviluppata una migrazione di dimensioni planetarie, accompagnata dal
fenomeno criminale degli scafisti. Chi fugge dalla guerra e dalla fame non deve
essere fermato con l’avvio a veri e propri campi di concentramento ma le migrazioni
vanno regolate nella direzione della inclusione, ove ricorrano gli estremi, non
dimenticando mai che l’art. 2 della Costituzione fa riferimento esplicito ai “doveri
inderogabili” di solidarietà politica, sociale, economica.
Per l’ANPI resta
fondamentale e prioritario l’obiettivo della pace nel mondo, perché ormai non c’è
vicenda che non ci riguardi da vicino. Cosi come è fondamentale che la democrazia
ed i suoi valori vengano preservati in ogni Paese e prima di tutto in Europa, respingendo
ogni tipo di tentativo autoritario, fascista e razzista.
Il Comitato Nazionale
ANPI e tutte le strutture periferiche dell’Associazione sono impegnati, in ogni
forma possibile, a recare il proprio contributo per la pace, per la convivenza
pacifica dei popoli, per il rispetto dei diritti umani, per il pieno
radicamento della democrazia nel mondo.
Proprio in relazione al
rispetto dei diritti umani il Comitato Nazionale ribadisce l’urgenza di un
impegno del governo italiano nei confronti delle autorità egiziane al fine di
far emergere con chiarezza le responsabilità dei mandanti e degli assassini di
Giulio Regeni. La verità è la giustizia non posso essere negate in nome di
qualsiasi ragion di stato.
Il Comitato Nazionale,
inoltre, si impegna per avviare una nuova stagione dell’antifascismo su scala
europea e per questo ritiene indispensabile ed urgente valorizzare le strutture
transnazionali antifasciste esistenti e realizzarne delle nuove.
L’ANPI è in prima fila
nella ricostruzione di un grande movimento per la pace, perché, come è scritto
nel documento approvato dal 16° Congresso nazionale dell’ANPI nel maggio 2016: “la
via della pace e della lotta contro la violenza e i soprusi è ardua, ma è l’unica
che possa produrre qualche risultato concreto”. Per questo aderiamo e partecipiamo
alla Marcia della Pace “Perugia – Assisi” già indetta per il 7 ottobre 2018 e alla
Conferenza sulla Pace indetta dalla Confederazione Italiana fra le Associazioni
combattentistiche e partigiane.
La raccolta firme sotto
l’appello “Mai più fascismi mai più razzismi” è un momento fondamentale del
nostro impegno e invitiamo tutti i coordinamenti regionali e provinciali a proseguire
con impegno nella sua realizzazione.
12 aprile 2018