21 marzo 2021

Il Coordinamento Donne Anpi Provinciale Roma esprime profonda indignazione e preoccupazione per la grave decisione del governo turco di uscire dalla Convenzione di Istanbul



Il Coordinamento Donne Anpi Provinciale Roma esprime profonda indignazione e preoccupazione per la  grave decisione  del governo turco di uscire dalla Convenzione di Istanbul. Erdoğan sostiene che "Danneggia i valori della famiglia tradizionale". Le donne sono scese  in piazza a migliaia dicendo che  "Il governo ha dichiarato guerra alle donne”. La Convenzione di Istanbul impone ai governi di adottare una legislazione che persegua la violenza domestica e gli abusi, nonché lo stupro coniugale e le mutilazioni genitali femminili.  Nel 2012 la Turchia era stato il primo paese a ratificare il documento, col sostegno dall'AKP, guidata dall'attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan. La convenzione è poi entrata in vigore nel 2014, ma mai realmente applicata. Ora ne  arriva la revoca e il ministro per la famiglia Zehra Zumrut Selcuk dichiara  che i diritti delle donne sono comunque già garantiti nella legislazione. La convenzione non ha avuto vita facile in Turchia, avversata dai settori più conservatori e che hanno sempre sostenuto che la Carta danneggi l'unità familiare, incoraggi il divorzio e i suoi riferimenti uguagluanza fossero di apertura nei confronti degli lgbtq+.
La scrittrice Elif Safak definisce il ritiro dalla convenzione “una dichiarazione di guerra alle donne". Le donne turche sono subito scese in piazza, stando alle immagini diffuse sui loro canali social dalle attiviste della piattaforma "We Will End Feminicide", che hanno promosso la protesta in diverse città, a partire proprio da Istanbul, sotto lo slogan "Ritira la decisione, rispetta la Convenzione". La Segretaria generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejcinovic Buric, ha definito "una notizia devastante quella del ritiro della Turchia " dalla Convenzione di Istanbul.

Come Coordinamento Donne Anpi Provinciale Roma riteniamo che alla sua voce debbano unirsi quelle di tutti i governi che hanno adottato la Convenzione e che tutte le associazioni di donne dei diversi paesi spingano e verifichino perché ciò  sia fatto con prese di posizione nette e immediate.



 

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