Winston Churchill fu uno dei politici di maggior peso del '900, con le sue luci e le sue ombre. Conservatore, a tratti reazionario, convinto anticomunista, prima della guerra espresse simpatie per il fascismo italiano e ammirazione per Benito Mussolini. A capo di un governo di coalizione (10 maggio 1940), impersonò la volontà di resistenza del Regno Unito e di tutti gli altri popoli alleati contro la minaccia nazista nel difficilissimo periodo del 1940-41. Seppe concepire e attuare una strategia unitaria politico-militare nel conflitto partecipando a tutte le decisioni fondamentali della conduzione della guerra. Dopo la vittoria sulla Germania formò un governo di transizione ma perse le successive elezioni. Capo dell'opposizione, fu tra i primi a proporre una politica antisovietica e a propugnare l'unione delle democrazie occidentali e l'unità europea. Tornato al potere nel 1951, lasciò in vigore gran parte delle riforme attuate dal precedente ministero laburista, mentre in politica estera tentò di raggiungere un miglioramento dei rapporti con l'URSS. Nell'aprile 1955 si ritirò a vita privata.
Alcuni stralci di tre discorsi pronunciati da Winston Churchill alla Camera dei Comuni nel 1940: il primo il 13 maggio (Non ho altro da offrirvi che sangue, fatica, lagrime e sudore); il secondo dopo la fuga da Dunkerque (Difenderemo la nostra isola qualunque possa esserne il costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sui luoghi di sbarco, nei campi, nelle strade e nelle montagne. Non ci arrenderemo mai); il terzo il 20 agosto, nell'imminenza dell'aggressione tedesca (Hitler sa che dovrà spezzarci in questa isola o perdere la guerra. Se siamo in grado di affrontarlo coraggiosamente, l’intera Europa può essere libera e la vita del mondo può procedere verso altipiani spaziosi e illuminati dal sole).
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