Vassalli, con l'aiuto di Massimo Severo Giannini, sottrae presso gli uffici del Tribunale Militare italiano timbri e moduli di scarcerazione originali, sui quali Marcella Ficca, anch'essa componente dell'organizzazione socialista clandestina e moglie del medico del carcere Alfredo Monaco, riproduce fedelmente la firma del generale responsabile. Oltre ai moduli di scarcerazione, è però richiesta anche una telefonata di conferma dall'ufficio politico della Questura: interviene a questo punto Filippo Lupis, che accompagnato da Marcella Ficca telefona a Regina Coeli da una vicina caserma della PAI, spacciandosi per un funzionario della Questura e ingiungendo l'immediata scarcerazione dei sette detenuti, che vengono liberati la sera stessa prima del coprifuoco. Pertini e Saragat vengono ospitati da Alfredo Monaco e dalla moglie nel loro appartamento, prima che le loro strade si dividano: il primo si recherà nell' Italia settentrionale per assumere la direzione del partito, mentre il secondo continuerà ad operare in clandestinità fino alla liberazione di Roma.
La liberazione di Pertini e Saragat rimarrà negli annali come una delle più clamorose e riuscite azioni della Resistenza romana.