16 gennaio 2011

Forma di stato e forma di governo. ABC della Costituzione. Giancarlo Ruggieri

“Il fascismo è una menzogna detta da prepotenti” (Ernest Hemingway).
A 65 anni dalla Liberazione, tale icastica e pregnante definizione sembra essere ancora attuale, in quanto ben descrive la presente temperie politica.
Lo Stato, qualsiasi Stato, è un ordinamento giuridico a fini generali e si compone necessariamente di tre fondamentali elementi : un gruppo sociale (popolo), un territorio, un’autorità. Il primo di tali elementi costituisce lo “Stato Comunità” mentre il terzo integra lo “Stato Persona”.
La forma di stato è determinata dal tipo di rapporto che c’è fra lo Stato Comunità e lo Stato Persona. In tale ambito, la tipologia spazia dalla democrazia alla dittatura.
La forma di governo, invece, è data dai rapporti intercorrenti fra gli organi dello Stato Persona. Le principali forme di governo sono la Repubblica, che può essere parlamentare ovvero presidenziale, e la Monarchia, assoluta o costituzionale.
In base ai rapporti stabiliti fra lo Stato Persona e le autonomie locali, poi, può aversi il centralismo, il regionalismo o il federalismo.
Alla luce dell’assetto costituzionale tuttora vigente, si può affermare che :
L’Italia è una Repubblica democratica parlamentare su base regionale, di tipo partecipativo, con forme di democrazia diretta e con tutela speciale delle minoranze linguistiche, connotata dalla separazione e dall’equilibrio dei poteri, da reciproci bilanciamenti e controlli, da istituti di garanzia, dal riconoscimento di inviolabili ed inalienabili diritti fondamentali, dalla particolare attenzione per il benessere dei cittadini, la sicurezza sociale dei più deboli, la sanità, l’istruzione, il lavoro, la previdenza e gli altri servizi pubblici (Stato sociale) e dai principi dello stato di diritto.
La domanda, a questo punto, è la seguente : è stato, di fatto, già instaurato un “regime”, in sostituzione del descritto assetto costituzionale della Repubblica Italiana, tuttora formalmente vigente ?
Il regime può assumere le vesti dello “Stato totalitario”, come storicamente è avvenuto con il fascismo, con il nazismo e con le c.d. democrazie popolari, ovvero, ed è l’ipotesi che qui interessa, quelle di un governo autocratico.
In particolare, il regime autocratico fonda il suo potere sulla forza carismatica del “capo”, sull’obbedienza dei sudditi, sull’autoreferenzialità, sulla preminenza delle forze di polizia rispetto agli organi di garanzia giurisdizionale, sul controllo dei mezzi d’informazione, sul dispregio di regole codificate (“lacci e lacciuoli”), sul vilipendio degli avversari politici.
Alcune definizioni ed alcuni esempi possono meglio chiarire in quale direzione stia andando il destino politico del nostro Paese, cosicché ciascuno sia conseguentemente in grado di rispondere all’anzidetta domanda.
La dittatura è quel regime che riduce o sopprime del tutto le libertà fondamentali dei cittadini ed impone il potere di un uomo o di un gruppo su tutti gli altri. (Cfr. : Dizionario di storia e geopolitica del XX secolo, a cura di Serge Cordellier, ed. Bruno Mondadori, 2001).
La tirannide fonda il suo potere sulla particolare posizione di un capo popolare ed è, per lo più, sostenuta dal ceto mercantile e bottegaio (Cfr. : Antichità Classica, Garzanti, 2000).
La demagogia si incentra nella particolare capacità di un uomo politico, abile parlatore, di convincere e trascinare il popolo. Secondo Aristotele (Politica), la demagogia segna il passaggio verso la tirannide. (Cfr. : ibidem).
Ed ora, alcuni illuminanti esemplificazioni.
A proposito di dittatura : Erano considerati colpevoli di “avere annullato le garanzie costituzionali, distrutte le libertà popolari, compromesse e tradite le sorti del paese, condotto alla attuale catastrofe.” Così recitava il decreto luogotenenziale 27.7.1944, n. 159 (G.U. n. 41 del 29.7.1944, Serie speciale).
A proposito di tirannide : Insegna Platone che le leggi sono le mura della città. Chi dunque governando pretende di infrangerle, abbatte le difese della città e la rende facile preda dei barbari.
A proposito di demagogia : Era il campione della democrazia, l’idolo del popolo, ma si distingueva per ignoranza, modi da strada, costumi perversi, sfrontatezza, smodato desiderio di adulazione, avidità, intrigo, ambizione senza scrupoli, dissimulazione, prepotenza, crudeltà, empietà mascherata da falsa devozione, slealtà politica. Tale era, secondo Aristofane, il demagogo Cleone, eletto stratego in Atene nel 424…….
Una sintesi alquanto illuminante relativa a tali perniciosi ed antidemocratici modi di governare si coglie in un pensiero, purtroppo quanto mai ancora attuale, di Giuseppe Garibaldi : “Il dispotismo suole corrompere una metà della Nazione per avvilire e incatenare l’altra.”
Orbene, chi mai ci salverà dal pericolo grave, concreto ed imminente del mutamento della forma di stato e della forma di governo, saggiamente elaborate dai Padri Costituenti, verso un confuso guazzabuglio di demagogia, tirannide e dittatura, che si va sempre di più delineando all’orizzonte del Paese ?
Mentre così mi arrovellavo, mi sono imbattuto nel seguente pensiero, espresso da Maximilien de Robespierre, che potrebbe evocare le esigenze del tempo presente, pur se attualizzato nelle forme di una pacifica e democratica manifestazione di volontà popolare : "Quando una nazione è stata costretta a ricorrere al diritto di insurrezione, essa rientra nello stato di natura nei confronti del tiranno. Il processo al tiranno è l'insurrezione; il suo giudizio è la caduta della sua potenza; la sua pena è quella richiesta dalla libertà del popolo."

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