"La perdita di una figura coerente e appassionata come Rodotà provoca un dolore fortissimo"
26 Giugno 2017
Il commosso ricordo di Carlo Smuraglia
Stefano Rodotà ci ha lasciato. Per
molti di noi, che hanno compiuto lunghi percorsi con lui, che con lui si
sono confrontati, che da lui hanno imparato come si difendono i
diritti, che insomma non solo l'hanno apprezzato e considerato come un
“maestro”, ma hanno avuto la fortuna di poterlo considerare anche come
un amico, la notizia ha provocato un profondo, fortissimo dolore. E non
occorre aggiungere parole, perché non servono, rispetto a tutto ciò che
ci ha lasciato, compreso l'immenso vuoto, il terribile silenzio che
segue alla perdita di un uomo che è stato tra i più rigorosi e
intransigenti di quest'epoca derelitta, che ha ridato vita e vigore alla
stagione dei diritti e della loro effettività, che ovunque ha operato,
ha lasciato il segno, recando il contributo di una personalità forte ed
autorevole, ma anche di un' altrettanta forte linearità e coerenza, nel
sostenere le ragioni del diritto a fronte di quelle (sopravvalutate)
dell'economia. So bene che non tutte le scelte di Rodotà hanno riscosso
uguale ed unanime consenso; ma questo non toglie che nessuno, dico
nessuno, ha mai potuto trovare una ragione seria per dubitare della sua
coerenza, della forza del suo ragionamento, della profonda democraticità
ed eticità su cui ha improntato l'intera sua vita.
Tutto questo ravviva il nostro dolore, esimendoci dal ricordarne
ancora le doti, quando il confronto – di per sé – sarebbe più ingiusto a
fronte della meschinità di tanta parte della società politica.
È proprio questa impossibilità di procedere a confronti, che rende
ancora più dura e grave la perdita che il Paese ha subito. E questo va
molto al di là del nostro personale dolore, perché – diceva secoli fa un
anonimo – “i dolori passano, ma le virtù sopravvivono”. Rodotà è stato
un vero ed autentico “protagonista” della storia di questo dopoguerra;
ed è per questo che non potrà essere dimenticato non fosse altro che per
il suo amore per la democrazia, per la laicità, per i diritti, contro
le disuguaglianze e le miserie di una fase storica spesso infausta e
infelice. Un protagonista di quella che lui stesso definiva “la politica
delle libertà”.
Carlo Smuraglia
25/06/2017