Armando Cossutta
Nato a Milano il 2 settembre 1926 - Morto il 14 dicembre 2015 a Roma.
pubblicista, parlamentare e dirigente comunista, Vice Presidente Nazionale Vicario dell'ANPI.
Figlio di un operaio di origine triestina che lavorava alla Marelli di Sesto San Giovanni, Cossutta nel 1943 si è iscritto al Partito Comunista Italiano. Subito dopo l'armistizio è entrato nella Resistenza, battendosi contro i nazifascisti come partigiano delle Brigate Garibaldi. Catturato e condannato alla fucilazione, si salvò soltanto perché i militi del plotone d'esecuzione (come racconta nel libro autobiografico Una storia comunista, edito nel 2004 dalla Rizzoli), spararono in aria.
Dopo la Liberazione, interrotti gli studi, si è dedicato completamente all'attività politica che, dopo l'esordio a Sesto San Giovanni, lo ha visto, dal 1951, consigliere comunale a Milano, segretario della Federazione milanese del PCI, segretario regionale del suo partito, membro del Comitato centrale, della Direzione e della Segreteria. Cossutta, parlamentare dal 1972, ha rappresentato il PCI al Senato dalla VI all'XI Legislatura; dalla XII alla XIV è stato deputato; dal 1999 al 2004 è stato anche deputato al Parlamento europeo.
Già in dissenso con Enrico Berlinguer, quando l'allora segretario del PCI sostenne l'esaurimento della "spinta propulsiva" della Rivoluzione d'Ottobre, Cossutta fu poi contrario allo scioglimento del PCI proposto da Achille Occhetto. È stato lui, con Sergio Garavini, Lucio Libertini e altri suoi compagni a costituire il Partito della Rifondazione Comunista. Se ne staccò allorché, nel 1998, Fausto Bertinotti, divenuto segretario del PRC, decise di ritirare la fiducia al Governo Prodi dando vita al Partito dei Comunisti Italiani di cui fu il presidente.
