12 dicembre 2024

12 dicembre 1969: la strage fascista alla Banca dell'Agricoltura di Milano (Piazza Fontana)

Manca un’assunzione di responsabilità della Repubblica, anzi di colpa, perché si deve riconoscere che organi dello Stato ostacolarono, depistarono, coprirono: una manovra orchestrata. Pietro Calogero, Pubblico Ministero.

🚩 12 dicembre 1969: la strage di Piazza Fontana.

Alle 16:37 di venerdì 12 dicembre 1969, nella grande sala a cupola della sede centrale della Banca Nazionale dell'Agricoltura a Milano, in Piazza Fontana, lo scoppio di una bomba piazzata dai neofascisti del gruppo di Ordine Nuovo uccideva 17 persone e ne feriva altre 87: si trattava perlopiù di contadini e piccoli proprietari terrieri provenienti dalla provincia che stavano concludendo le ultime trattative prima della chiusura dell'istituto. Contemporaneamente, altri tre ordigni deflagrarono a Roma, senza tuttavia causare vittime.

A 55 anni di distanza dall'avvenimento che diede avvio alla stagione del terrorismo, dello stragismo neofascista e della strategia della tensione, ricordiamo assieme alle vittime della bomba l'anarchico Giuseppe Pinelli, morto precipitando da una finestra della Questura di Milano dove erano in corso gli interrogatori volti ad accertare l'esistenza di una "pista anarchica" rivelatasi poi frutto di una clamorosa operazione di depistaggio.

Come antifasciste e antifasciste, è nostro imprescindibile dovere contrastare attivamente la narrazione revisionista attorno al periodo dello stragismo, ribadendo con chiarezza che la mano che armò gli ordigni di Piazza Fontana, come quelli dell'Italicus, di Peteano e della stazione di Bologna, era mano fascista, foraggiata e protetta da apparati e servizi deviati dello Stato.

«Quella bomba di piazza Fontana era rivolta contro le classi lavoratrici, che erano impegnate in una dura lotta per migliorare le condizioni di lavoro e le condizioni di vita. E contro gli studenti, mobilitati per una vera riforma democratica della scuola. Fu chiamato l’autunno caldo: lavoratori e studenti volevano un’Italia migliore, un’Italia più giusta, per questo facevano paura.»

(Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale ANPI - Videomessaggio pubblicato su Il Fatto Quotidiano dell'11 dicembre 2022: 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/11/piazza-fontana-il-messaggio-di-pagliarulo-anpi-fu-terrorismo-fascista-senza-memoria-del-passato-non-si-capisce-il-presente/6901954/

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La strage del 12 dicembre 1969 alla Banca dell’Agricoltura di Milano fu uno degli eventi più drammatici ed inquietanti che si verificarono negli anni 60. Prima vi era stata la strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947, che fu la prima tragedia dell’Italia repubblicana ad opera della banda criminale di Salvatore Giuliano e che aveva come motivazione una strategia della tensione sulla base di un disegno politico mafioso.

Dopo la strage di Piazza Fontana, ove aveva sede la Banca dell’Agricoltura, vi furono le stragi del 1974, al treno Italicus ed a Piazza della Loggia a Brescia. Nel 1980 vi fu la strage più sanguinosa allorquando il 2 agosto esplose una bomba alla stazione ferroviaria di Bologna, provocando 85 morti. Nel 1984 si verificò un’altra strage sulla linea ferroviaria Firenze-Bologna, sul treno “Rapido 904”, organizzata dalla mafia e che provocò 17 morti. Tutte le stragi hanno avuto o la matrice della criminalità mafiosa oppure la presenza tra gli imputati di esponenti della destra eversiva fascista e di ufficiali dei servizi segreti.

https://www.patriaindipendente.it/servizi/piazza-fontana-il-racconto-della-strage-e-del-processo/ 


 

Alcuni video di approfondimento:

 


 


 

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