04 dicembre 2025

4 dicembre 1999: muore Nilde Iotti

Il 4 dicembre del 1999 moriva a Roma Nilde Iotti, antifascista, pioniera della lotta per i diritti delle donne, comunista, deputata alla Costituente e alla Camera dei deputati, di cui fu la prima Presidente donna.

Nasce a Reggio Emilia il 10 aprile 1920. Nonostante le difficoltà economiche conseguenti al licenziamento per motivi politici del padre, frequenta una scuola privata cattolica e grazie ad una borsa di studio si iscrive alla facoltà di lettere e filosofia dell'università cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si laurea il 31 ottobre del 1942. Si avvia alla carriera dell'insegnamento presso istituti tecnici di Reggio Emilia, dove insegna fino al 1946.
Durante la Resistenza collabora attivamente all'organizzazione dei Gruppi di difesa della donna, aperti alle donne di ogni convinzione politica e religiosa, che si segnalano per l'attività di sostegno ai Comitati di liberazione periferici, alle agitazioni nelle fabbriche per il sabotaggio della produzione di guerra e per l'assistenza alle famiglie dei deportati, dei carcerati e dei caduti. Nell'autunno del 1945 diventa segretario provinciale dell'Unione donne in Italia (Udi).
Grazie alla capacità organizzativa e all'impegno dimostrati nei Gruppi di difesa della donna prima e nella conduzione dell'Udi poi, Nilde Iotti guadagna apprezzamento e consensi a livello locale, tanto da essere eletta, nella primavera del 1946, al consiglio comunale di Reggio Emilia, come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano (PCI). Successivamente si iscrive al PCI e il 2 giugno 1946 è eletta deputato all'Assemblea costituente.

Entra a far parte della Commissione per la Costituzione e partecipa ai lavori della prima delle tre sottocommissioni, incaricata della stesura della parte relativa ai diritti e ai doveri dei cittadini. Nominata relatrice sul tema della famiglia insieme all'esponente democristiano Camillo Corsanego, sostiene, pur affermando il valore della famiglia, la necessità di emancipare la donna dalla condizione di arretratezza e di inferiorità in cui versa in tutti i campi della vita sociale e di garantirle una posizione giuridica che le riconosca la piena dignità di cittadina. Nell'ambito dei lavori della I Sottocommissione si batte, quindi, per l'affermazione del principio della parità tra i coniugi, del riconoscimento dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio e delle famiglie di fatto. Si dichiara, inoltre, nettamente contraria all'introduzione del principio dell'indissolubilità del matrimonio nel testo costituzionale. L'esperienza dei lavori della Costituente rappresenta una tappa decisiva nel suo percorso politico e parlamentare, in termini di aderenza a valori, principi e indirizzi istituzionali ai quali farà costante riferimento nel concreto svolgimento del mandato parlamentare alla Camera dei deputati, di cui sarà membro ininterrottamente dalla I alla XIII legislatura.
I lavori dell'Assemblea costituente, in particolare nella I Sottocommissione, la avvicinano al segretario del PCI Palmiro Togliatti, al fianco del quale resterà fino alla morte del leader comunista, avvenuta nel 1964.

Nel 1956, in occasione dell'VIII congresso del partito, entra a far parte del comitato centrale del PCI e nel 1962 della direzione nazionale.
Nel 1963, rieletta deputata, è membro della Commissione affari costituzionali e torna ad occuparsi del problema della collocazione delle donne nel mondo del lavoro e delle tematiche relative alla famiglia.
A partire dalla V legislatura assume un ruolo di punta nei dibattiti sulle riforme civili; si impegna a fondo nella battaglia in favore dell'introduzione del divorzio nell'ordinamento giuridico italiano e nella successiva battaglia referendaria per il mantenimento della legge.
Nel 1969, quando per la prima volta i parlamentari comunisti entrano a far parte della delegazione italiana al Parlamento europeo, Nilde Iotti è tra questi. La priorità assoluta sulla quale si impegna è l'elezione a suffragio universale diretto del Parlamento europeo, per la ferma convinzione che il peso politico derivante dall'investitura popolare rappresenti l'indispensabile premessa per l'estensione dei poteri del Parlamento, posizione fatta proprio dal suo partito. Nilde Iotti esercita il mandato parlamentare europeo dal 1969 al 1979, fino a quando, cioè, i cittadini europei eleggeranno direttamente i propri rappresentanti.
Nella VI legislatura è eletta Vicepresidente della Camera dei deputati ed è tra i protagonisti della riforma del diritto di famiglia, il cui iter parlamentare si concluderà nel 1975.
Le contrapposizioni tra comunisti e democristiani cedono il passo alla stagione della cosiddetta politica di solidarietà nazionale, nella quale si registra l'affermazione del PCI nelle elezioni politiche del 1976. In questo clima matura nella VII legislatura l'elezione alla Presidenza della Camera dell'esponente comunista Pietro Ingrao e l'elezione di Nilde Iotti alla presidenza della Commissione affari costituzionali di Montecitorio.

Nel 1979 all'apertura dell'VIII legislatura, pur essendo entrata in crisi la politica di solidarietà nazionale, si ritiene comunque opportuno affidare nuovamente al maggior partito di opposizione la presidenza di uno dei due rami del Parlamento. La scelta ricade su Nilde Iotti, che il 20 giugno 1979 sarà la prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati. Confermata nel 1983 e nel 1987, dirigerà l'Assemblea di Montecitorio per tredici anni consecutivi, esercitando il mandato più lungo della storia repubblicana.

https://storia.camera.it/presidenti/iotti-nilde

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