19 agosto 2025

Basta armi ad Israele! FLASH MOB 28 agosto 2025 ore 17:30 Piazza della Rotonda (Pantheon)

Basta armi ad Israele!

FLASH MOB 

28 agosto 2025 ore 17:30 - Piazza della Rotonda (Pantheon)

Mobilitazione per la fine di ogni collaborazione politica e militare italiana per non essere complici del genocidio in atto

Dietro i numeri ci sono vite umane

Dopo il sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, dove furono uccise circa 1200 persone, (736 civili israeliani di cui 38 bambini) e dove furono rapite 251 persone (un centinaio liberate in seguito, secondo stime risulterebbero circa 20 ostaggi vivi ancora nelle mani di Hamas) e la reazione Israeliana, il numero di vittime palestinesi nella striscia di Gaza è stato enorme, con un impatto sproporzionato sulla popolazione civile già nelle prime settimane, inclusi donne e bambini per i bombardamenti indiscriminati e le uccisioni mirate. Le fonti internazionali (ONU, ONG, media indipendenti) hanno denunciato ripetutamente la gravità della situazione umanitaria, sottolineando la distruzione di infrastrutture civili e la difficoltà di accesso a cure mediche, acqua cibo ed elettricità. Il dato complessivo delle vittime varia a seconda delle fonti, ma tutte convergono sull’entità drammatica delle perdite civili e ormai moltissimi parlano di un genocidio in atto.

Parallelamente, Israele mantiene una delle spese militari più alte al mondo in proporzione alla popolazione e al PIL. La parte principale del budget è sostenuta dagli statunitensi, che rafforzano la capacità bellica e la superiorità strategica di Israele nella regione. Prima che la Germania annunciasse di sospendere l’invio di materiale bellico a Tel Aviv, l’Italia risultava essere al terzo posto tra gli esportatori di armi nello scenario mediorientale, nonostante le minimizzanti dichiarazioni ufficiali.

L’Italia ha continuato finora e continua tuttora a esportare verso Tel Aviv sistemi d’arma e tecnologie militari tra cui droni, radar e componenti per uso bellico anche nei primi mesi del 2025 (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/05/10/ora-il-governo-confessa-vendiamo-armi-a-israele-ma-non-colpiscono-civili/7982399/ ). Tra gennaio e febbraio di quest’anno, infatti, sotto la categoria generica di “armi, munizioni e loro parti e accessori” dall’Italia sono partite armi dirette a Israele per oltre 128mila euro, di cui solo 47.249 rilevati dall’Istat ma trattasi di dati probabilmente sottostimati, vista la segretezza imposta a questo tipo di operazioni.

       L’ANPI si è subito mobilitata condannando con vigore la sanguinosa operazione terroristica effettuata da Hamas il 7 ottobre, ma anche la reazione abnorme e spropositata del governo israeliano che con il passare dei giorni, settimane, mesi e ormai anni rappresenta un genocidio sotto gli occhi del mondo. 

L’ANPI provinciale di Roma, con tutte le sue articolazioni territoriali ha organizzato e partecipato a tantissime iniziative di condanna del genocidio e a sostegno della popolazione. 

Emergency, da sempre sui teatri di guerra mondiali a sostegno e cura delle popolazioni martoriate, è presente anche a Gaza dove gestisce una clinica di salute primaria ad al-Qarara e le attività di supporto all’Ambulatorio di al Mawasi. Nelle strutture vengono assistiti ogni giorno centinaia di pazienti, e si constata con mano l’aggravarsi della situazione sanitaria giorno dopo giorno.

Crediamo sia il momento di combattere anche il senso di impotenza che potrebbe colpirci, e continuare a chiedere fatti concreti da parte del governo italiano affinché sospenda effettivamente e non solo a parole, l’invio di armi, di attrezzature tecnologiche e ogni altra collaborazione politico-militare con il governo israeliano.

        Di seguito alcuni dati, ma ricordiamo che dietro ad ogni cifra ci sono vite umane. Le cifre non sono né potrebbero essere precise, ma sono stime impressionanti:


Dal 7 ottobre 2023 si contano circa 60.000 morti, di cui circa 18.000 bambini (il 31 % delle vittime) e circa 9.500 donne (il 16 %) e più di 4300 anziani a luglio 2025. 

Cifre che chiariscono come la popolazione civile, e in particolare le categorie più vulnerabili, siano state colpite in modo sproporzionato.

Fonte: ONU/OCHA – https://www.un.org/unispal/document/ocha-humanitarian-situation-update-306-gaza-strip/?utm_source=chatgpt.com

Fonte: OCHA – https://www.ochaopt.org/content/humanitarian-situation-update-275-gaza-strip?utm_source=chatgpt.com

Un quadro ancora più allarmante arriva dall’UN Women, secondo cui da ottobre 2023 oltre 28.000 donne e ragazze sono state uccise — una media terribile di una ogni ora — testimonianza diretta dell’impatto devastante del conflitto sulla vita delle donne.

Fonte: UNRIC – https://unric.org/en/the-un-and-the-crisis-in-the-middle-east-what-you-need-to-know-jan-jun-2025/3/?utm_source=chatgpt.com

Fonti giornalistiche aggiornate al 17–18 agosto 2025 riportano un totale di oltre 62.000 vittime, e confermano che metà di queste sono donne e bambini.

Fonte: AP News – https://apnews.com/article/f875326f9845f09a3b01bf676254222f?utm_source=chatgpt.com

Altre analisi, come quella di Reuters del marzo 2025, indicano che oltre il 31 % delle vittime sono minori, mentre fonti ONU stimano che quasi il 70 % dei decessi accertati riguarda donne e bambini.

Fonte: Reuters – https://www.reuters.com/world/middle-east/how-many-palestinians-has-israels-gaza-offensive-killed-2025-03-24/?utm_source=chatgpt.com


16 agosto 2025

16 agosto 1924: ritrovamento del corpo martoriato di Giacomo Matteotti





Giacomo Matteotti fu rapito a Roma, vicino alla sua abitazione, il 10 giugno 1924 da una squadraccia legata alla polizia segreta fascista composta da uomini fidati del partito, tra cui Amerigo Dumini, Albino Volpi e Filippo Panzeri. 
Matteotti, pochi giorni prima del rapimento (30 maggio 1924), aveva denunciato in Parlamento i brogli e le violenze fasciste durante le elezioni dell’aprile 1924 (le cosiddette "elezioni del listone").
Il suo discorso era così efficace che si temeva un crollo del sostegno politico a Mussolini che nei mesi precedenti aveva più volte minacciato apertamente gli oppositori affermando che chi si opponeva al fascismo andava "ridotto all’impotenza". In un discorso del gennaio 1925 (dopo il delitto), ammise indirettamente la responsabilità politica con la famosa frase: "Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!"
Quindi Benito Mussolini è da considerarsi il mandante politico e morale del rapimento e dell’uccisione del deputato socialista.

Oltre alla denuncia delle violenze e dei brogli, c’era anche una questione di corruzione all’interno del fascismo per delle concessioni petrolifere, che potrebbero aver indotto a decidere dell’uccisione di Matteotti: egli infatti stava indagando su accordi sospetti tra il regime fascista e alcune compagnie petrolifere straniere. Aveva scoperto che gerarchi fascisti (tra cui Arnaldo Mussolini, fratello del duce e il ministro delle finanze Giuseppe Volpi) erano coinvolti in trattative opache per concessioni petrolifere in Italia e nei Balcani, con possibili tangenti. 
Se Matteotti avesse reso pubbliche queste prove, avrebbe scoperchiato un sistema di corruzione che coinvolgeva i vertici del regime e forse la monarchia stessa.

Il suo cadavere fu ritrovato il 16 agosto 1924 in località Quartarella, nella campagna a nord di Roma, nelle vicinanze del paese di Riano, dopo oltre due mesi di ricerche. Il corpo presentava evidenti segni di violenza, confermando che era stato assassinato.
L'omicidio di Matteotti scatenò un'ondata di indignazione in Italia e all'estero, portando a una momentanea crisi del regime fascista. Tuttavia, Benito Mussolini riuscì a consolidare ulteriormente il suo potere, reprimendo ogni opposizione e instaurando definitivamente la dittatura.

Matteotti è tra i maggiori rappresentanti della Resistenza antifascista e della difesa della democrazia.

14 agosto 2025

14 agosto 1944: il sacrificio di Irma Bandiera

Nata a Bologna l'8 aprile del 1915, Irma Bandiera matura già in famiglia un sentimento di opposizione al fascismo grazie all'influenza del padre Angelo, capomastro di idee antifasciste. Dopo l'8 settembre, si avvicina al nascente movimento resistenziale e aderisce al PCI clandestino, entrando a far parte della 7ª GAP in qualità di staffetta. La sua dedizione alla causa, unitamente alla tenacia nello sfidare i posti di blocco per trasmettere documenti di primaria importanza ai distaccamenti della brigata dislocati nella bassa bolognese la rendono presto uno degli elementi più affidabili della rete clandestina attiva nel capoluogo emiliano: molti suoi compagni di lotta ne ricorderanno sempre la straordinaria bellezza e l'elegante portamento.

Catturata dai fascisti il 7 agosto 1944 a San Giorgio di Piano al termine di uno scontro a fuoco, nella casa dello zio dove si era fermata di ritorno da Castelmaggiore al termine di una missione di trasporto armi, Irma Bandiera è condotta a Bologna, interrogata e duramente seviziata per sei giorni: dalla sua bocca non uscirà nessuna parola. Esasperati, i fascisti la trascinano sotto le finestre di casa, nel quartiere popolare del Meloncello, sotto gli occhi dei genitori: neanche allora Irma tradisce i suoi compagni. Viene accecata e fucilata poco dopo, la mattina del 14 agosto 1944. Alla memoria di Irma Bandiera, decorata di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria, furono intitolati una SAP (Squadra d'azione Patriottica) operante a Bologna e uno dei primi Gruppi di Difesa della Donna della città.

Nel nome di Irma e delle tante donne che presero parte alla Resistenza con coraggio e determinazione, continuiamo la nostra battaglia antifascista per la Costituzione, la democrazia, il lavoro, la giustizia sociale e la pace.

Iniziativa urgente per Gaza: data fissata: 28 agosto 2025

 https://www.anpiroma.org/2025/08/basta-armi-ad-israele-flash-mob-28.html




    Carissime compagne e carissimi compagni sappiamo per certo che tutte/i sentiamo forte la necessità di fare azioni ideali e concrete per Gaza. La consapevolezza della realtà e la coscienza umana e politica degli accadimenti che si squadernano di fronte agli occhi del mondo non solo cancellano ogni vacuo richiamo alla neutralità ma pongono domande di azione di fronte al genocidio del popolo palestinese che il governo Netanyahu sta compiendo con sistematica metodicità criminale. L'aggressione da parte dell’esercito israeliano e l'annuncio dell'annessione di Gaza, continua ad essere rappresentata in modo distorto e deviante dalla propaganda della stampa e dei media mainstream, ci impongono una presa di posizione ferma e pubblica, che chieda lo stop alla fornitura di armi ad Israele e la fine di ogni collaborazione politica del governo italiano e materiale del comparto industriale-militare delle aziende strategiche della Difesa. Per questo pensiamo alla necessità di una iniziativa (come passaggio di una mobilitazione più generale) che coinvolga tutte le nostre Sezioni in un flash mob di fronte al Parlamento il 28 agosto pomeriggio. 

    Rivolgiamo per questo un appello a tutte le persone che vogliono condividere con noi queste iniziative. Un appello a PERSONE che non tollerano più l'inerzia complice e l'incapacità di intervento dei soggetti nazionali ed internazionali che sarebbero dovuti intervenire per impedire i crimini del governo di Israele. Siamo in pieno agosto ma l'urgenza della realtà ci sollecita a non restare immobili di fronte al senso di angoscia e impotenza che sembra avvolgere la nostra frammentata società. Anche se tutto può apparire inutile e tardivo non possiamo restare a guardare, perché siamo convinti che l'azione pubblica sia l'unica leva in grado di non renderci impotenti. Con questo appello vi inviamo gli auguri di Buon Ferragosto e speriamo nella nostra forza e capacità di dare seguito a questo sentire che sappiamo essere comune a noi tutte/i. Daremo al più presto conferma di luogo, data, orario e modalità dell’iniziativa. 

La presidenza dell’ANPI provinciale di Roma

13 agosto 2025

Quattro anni senza Gino Strada

Il 13 agosto 2021 moriva Gino Strada. Vogliamo ricordarlo con queste sue parole:

«Se dovessi fare il ministro reintrodurrei la dicitura Ministero della Sanità Pubblica. Con me non ci sarebbero convenzioni con i privati. Non un euro. Io sono per una sanità pubblica, di alta qualità e totalmente gratuita. Per ri-costruirla non servirebbero neanche altri investimenti. Bisognerebbe smettere di rubare. Almeno trenta miliardi l'anno finiscono in profitto.  Quando una struttura sanitaria che dovrebbe essere ospitale con chi soffre diventa un'azienda in cui si gioca con i rimborsi e il pagamento a prestazione, si mette in atto un crimine sociale.»

Foto da: https://www.atlanteguerre.it/e-mancato-gino-strada/

13 agosto 1943: il secondo bombardamento di Roma

Tra le ore 11 e le 12:33 del 13 agosto 1943, Roma è colpita da una seconda, violentissima incursione alleata; 409 tra caccia e bombardieri statunitensi, decollati dalle piste dell'Africa settentrionale, si alternano in tre diverse ondate sul cielo della capitale, senza che la Regia Aeronautica e l'apparato di difesa contraerea riescano ad intervenire in maniera efficace per scongiurare il massiccio bombardamento.

Obiettivo dei bombardieri alleati è quello di distruggere completamente gli aeroporti di Ciampino e del Littorio, le cui strutture erano già state pesantemente colpite dal bombardamento del 19 luglio precedente, e gli snodi di smistamento ferroviari dello Scalo San Lorenzo e delle stazioni Tuscolana e Prenestina. Le cinquecento tonnellate di bombe sganciate dagli aerei alleati porteranno morte e devastazione nei limitrofi quartieri di Tuscolano, Casilino, Portonaccio, Appio e Tor Pignattara, distruggendo più di trenta palazzi e danneggiando pesantemente strade, ferrovie e infrastrutture. 

Il bombardamento colpisce violentemente anche i binari della linea Roma - Napoli, bloccando un treno diretto alla Stazione Termini carico di più di un migliaio di rimpatriati dai territori dell'Africa Orientale; appena i passeggeri cercano di trovare riparo ai lati della ferrovia, vengono furiosamente mitragliati dai caccia di scorta della formazione alleata. Don Raffaele Melis, parroco della vicina chiesa di Sant'Elena, sulla Casilina, viene ucciso dopo essere accorso per recare soccorso ai feriti e impartire ai moribondi l'estrema unzione.

Nel pomeriggio, papa Pio XII, accompagnato dal Segretario di Stato, mons. Montini, si reca nel quartiere Appio per constatare di persona i danni causati dalle bombe e offrire la propria vicinanza alla popolazione colpita. Dopo aver sostato brevemente presso alcune chiese del quartiere, si dirige verso Piazza San Giovanni, ove benedice l'enorme folla accorsa e provvede alla distribuzione di aiuti in denaro. Il giorno successivo, con una dichiarazione unilaterale, il governo Badoglio proclama Roma "città aperta", ossia un centro che, in quanto privo di mezzi difensivi e offensivi, dovrebbe essere risparmiato dalle azioni belliche e rimanere completamente smilitarizzato. I tedeschi, però, si riservano sin da subito "piena libertà di azione nei confronti di Roma", rendendo nei fatti inattuabile tale condizione: sino alla propria liberazione, Roma avrà a subire altri 51 distruttivi bombardamenti aerei.

12 agosto 2025

12 agosto 1944: l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema

La mattina del 12 agosto 1944, diverse centinaia di uomini appartenenti alla 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS" raggiunsero la frazione di Sant'Anna, nel comune versiliese di Stazzema, con l'ordine di compiere un massacro: a guidarli lungo le impervie mulattiere e ad indicare le case destinate ad essere incendiate, fascisti italiani in divisa nazista.

Il paese di Sant'Anna conta poche centinaia di abitanti, perlopiù sparsi nelle tante case isolate disposte lungo il versante della montagna, ma l'ordine di sfollamento impartito dai comandi tedeschi a causa del rapido avvicinamento del fronte determina l'afflusso nel piccolo centro di centinaia di sfollati, provenienti perlopiù dalla pianura della Versilia ma anche da zone molto più lontane: Piombino, l'isola d'Elba, Foligno, Napoli. Poco più a nord, sul monte Ornato, operano i partigiani della 10 Brigata Garibaldi "Caiani", la cui attività non aveva tuttavia mai interessato direttamente il paese. All'arrivo delle SS, gli abitanti credono si tratti di un normale rastrellamento e fanno fuggire gli uomini nei boschi: nel paese rimangono donne, anziani e bambine. 

Rastrellati nelle proprie abitazioni e condotti sulla piazza del paese, davanti alla chiesa, gli abitanti di Sant'Anna vengono massacrati a colpi di mitragliatrice; i loro corpi vengono cosparsi di benzina e dati alle fiamme per occultare le tracce del massacro compiuto. Al termine della giornata, le vittime dei massacri compiuti a Sant'Anna e nei limitrofi centri di Valdicastello, Mulina e Capezzano Monte saranno 560.

Le modalità stesse con cui si svolse la strage, perpetrata in un'area che gli stessi occupanti avevano dichiarato "zona bianca" e pertanto idonea all'accoglienza degli sfollati, dimostrano chiaramente come il ricorso sistematico alla violenza di massa rappresentasse lo strumento principale di controllo del territorio e di imposizione da parte dei nazifascisti della propria autorità, spesso apertamente osteggiata dalla popolazione che non esitava a dare riparo ai partigiani: si rivela così in tutta la sua ipocrisia la narrazione che vorrebbe tedeschi e fascisti garanti di un ordine equo, nel cui contesto le stragi rappresenterebbero la semplice risposta all'attività dei partigiani. 

Non dimentichiamo le 560 vittime innocenti di Sant'Anna di Stazzema, cadute vittime della barbarie nazista e della servitù fascista.

11 agosto 2025

11 agosto 1944: l'insurrezione di Firenze

La vigorosa offensiva dell'estate 1944 costringe le forze tedesche a ripiegare progressivamente verso nord, mentre le truppe alleate liberano Siena (3 luglio) e Arezzo (16 luglio). Il fronte va rapidamente avvicinandosi a Firenze, capoluogo della regione e sede del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN), che all'indomani della liberazione di Roma aveva dato vita ad un comando militare unificato dal nome di "Comando Marte". Il 23 luglio, prima di darsi definitivamente alla fuga, i fascisti fucilano 18 partigiani alle Cascine: dal giorno successivo la città è nelle mani dei tedeschi, i quali si preparano a distruggere i ponti sull'Arno onde ostacolare l'ingresso degli Alleati in città. 

Il 1° agosto 1944 il CTLN fa affiggere in tutta la città manifesti in cui dichiara di aver assunto l'amministrazione della città di Firenze per conto del Comitato di Liberazione Nazionale, mentre le truppe alleate si avvicinano sempre di più. Nella notte tra il 3 e il 4 agosto, i tedeschi si ritirano oltre la riva sinistra dell'Arno dopo aver fatto saltare tutti i ponti che collegano le due rive ad eccezione del Ponte Vecchio, non prima di aver minato il quartiere di Por Santa Maria che sorge a ridosso del celebre monumento. Gli sfollati della zona si radunano a Palazzo Pitti. Frattanto, il 4 agosto fanno il loro ingresso in città da Porta Romana le truppe britanniche e le prime formazioni partigiane giunte dalle vicine montagne.

Il 6 agosto, le tre Brigate Garibaldi confluite a Firenze, unitesi con la Divisione Giustizia e Libertà, danno vita alla Divisione "Arno", successivamente intitolata al suo comandante Aligi Barducci "Potente", ucciso appena due giorni dopo in Piazza Santo Spirito da un colpo di mortaio tedesco. Iniziano nei quartieri di San Frediano, San Niccolò e Santo Spirito i combattimenti strada per strada volti a stanare dai tetti i franchi tiratori fascisti.

Il 9 agosto, il CTLN proclama l'insurrezione cittadina, che avrà inizio il successivo 11 agosto al suono della Martinella, la campana di Palazzo Vecchio. Nelle prime ore del mattino di quell'11 agosto, i partigiani della Divisione "Arno", assieme ai membri delle più piccole formazioni "Teseo" e "Perseo" di orientamento cattolico, attraversano l'Arno e si ricongiungono con le Squadre di Azione Patriottica (SAP) e la "formazione V" guidata da Vittorio Sorani, già attive nel centro della città, impegnando in combattimento i tedeschi e i franchi tiratori fascisti.

Anche se i combattimenti per eliminare le sacche di resistenza tedesche nei quartieri periferici sarebbero proseguiti fino alla fine del mese, Firenze era stata finalmente liberata: con l'ingresso degli Alleati in città, il 13 agosto, si insedia la prima giunta democratica, guidata dal socialista Gaetano Pieraccini.

10 agosto 2025

Due anni senza Michela Murgia

A te che hai vent’anni e mi chiedi cos’è il fascismo, vorrei non doverti rispondere. Vorrei che nel 2017 la risposta a questa domanda la sapessimo già tutti, ma se me lo chiedi è perché non è così. 

So perché me lo domandi. Credi che io sia intollerante se dico che il fascismo è reato e deve rimanerlo sempre. Credi che “se il fascismo e il comunismo hanno causato entrambi tanto dolore nel corso della storia devono essere considerati reato senza distinguo”. 

In un certo senso è dunque colpa mia se me lo chiedi. 
Colpa del fatto che non ti ho detto che il fascismo non è il contrario del comunismo, ma della democrazia. Dovevo dirtelo prima che il fascismo non è un’ideologia, ma un metodo che può applicarsi a qualunque ideologia, nessuna esclusa, e cambiarne dall’interno la natura. Mussolini era socialista e forse non te l’ho spiegato mai. Non ti ho detto che si intestava le istanze dei poveri e dei diseredati. Ho omesso di raccontarti che i suoi editoriali erano zeppi di parole d’ordine della sinistra, parole come “lavoratori” e “proletariato”. Non ti ho insegnato che un anche socialismo che pretende di realizzarsi con metodo fascista è un fascismo, perché nelle questioni politiche la forma è sempre sostanza e il come determina anche il cosa. Per questo il fascismo agisce anche nei sistemi che si richiamano a valori di sinistra e anzi è lì che fa i danni più grandi, perché non c’è niente di più difficile del riconoscere che l’avversario è seduto a tavola con te e ti chiama compagno. 
Dire che il fascismo è un’opinione politica è come dire che la mafia è un’opinione politica; invece, proprio come la mafia, il fascismo non è di destra né di sinistra: il suo obiettivo è la sostituzione stessa dello stato democratico ed è la ragione per cui ogni stato democratico dovrebbe combatterli entrambi - mafia e fascismo - senza alcun cedimento. Tu sei vittima dell’equivoco che identifica il fascismo con una destra ed è un equivoco facile, perché il fascismo è la modalità che meglio si adatta alla visione di mondo di molta della destra che agisce in Italia oggi. Ma guai se questo ti rendesse incapace di riconoscere i semi del pensiero fascista se li incontri quando sei convinto di guardare da qualche altra parte.
Può esserti utile sapere come riconosco io il fascismo quando lo incontro: ogni volta che in nome della meta non si può discutere la direzione, in nome della direzione non si può discutere la forza e in nome della forza non si può discutere la volontà, lì c’è un fascismo in azione. In democrazia il cosa ottieni non vale mai più del come lo hai ottenuto e il perché di una scelta non deve mai farti dimenticare del per chi la stai compiendo. Se i rapporti si invertono qualunque soggetto collettivo diventa un fascismo, persino il partito di sinistra, il gruppo parrocchiale e il circolo della bocciofila. 
Nessuno è al sicuro, se non dentro allo sforzo di ricordarsi in ogni momento che cosa rischiamo tutti quando cominciamo a pensare che il fascismo è solo un’opinione tra le altre.

10 agosto 1944 - 10 agosto 2025: l'eccidio di piazzale Loreto

Sono da poco passate le sei del mattino del 10 agosto 1944 quando un plotone di militi appartenenti alla Brigata Mobile Autonoma "Ettore Muti" fucila sul selciato di Piazzale Loreto, a Milano, quindici antifascisti prelevati dal carcere di San Vittore. Ad ordinare la strage è Theodor Saevecke, comandante del servizio di sicurezza delle SS a Milano e provincia, con l'intento di vendicare un attentato compiuto due giorni prima contro un camion della Wehrmacht in viale Abruzzi del quale rimasero vittime alcuni civili ma nessun militare tedesco. 

Si tratta di un pretesto: l'unico vero obiettivo cui i tedeschi e i fascisti mirano con le proprie stragi è quello di recidere i legami di solidarietà tra la popolazione e il movimento resistenziale, impartendo ai suoi appartenenti una punizione esemplare. Così avverrà con i corpi dei quindici antifascisti fucilati a piazzale Loreto quel mattino di ottant'anni fa, abbandonati sotto il sole cocente di agosto e piantonati dai militi della Muti, i quali non permisero ad alcun parente o amico dei caduti di avvicinarsi a render loro l'ultimo omaggio, costringendo i passanti e persino i passeggeri delle vetture tramviarie in transito nel piazzale ad assistere al macabro spettacolo, arrivando persino a sputare o a urinare sui cadaveri. Sul muro addosso al quale i quindici erano stati trucidati, un cartello li qualificava come "assassini".

A pagare idealmente per il sangue di piazzale Loreto, come lo stesso Mussolini aveva confidato al vice-capo della polizia della RSI Eugenio Apollonio, furono proprio il duce del fascismo e i suoi gerarchi, esposti al vilipendio della folla proprio in quella stessa piazza il 29 aprile 1945.

09 agosto 2025

Mario Fiorentini: 7 novembre 1918 - 9 agosto 2022. Ricordando il comandante partigiano, l'uomo dai 4 nomi, l'uomo delle 3 vite

Mario Fiorentini, nato a Roma il 7 novembre 1918 e morto il 9 agosto 2022, è stato un uomo straordinario che ha vissuto, come amava dire lui stesso, "tre vite": quella culturale, quella partigiana e quella matematica.



Fiorentini era ancora studente quando iniziò l'attività clandestina con "Giustizia e Libertà" e il Partito comunista.

Il padre, Pacifico, era un ebreo non praticante, un libero pensatore di ideali mazziniani, amante della poesia, della musica e della letteratura, ma ragioniere per tradizione in quanto doveva svolgere attività commerciale. La madre, Maria Moscatelli era di religione cattolica. Educarono Mario in modo laico.

Tra la fine degli anni Trenta e l'inizio degli anni Quaranta, Fiorentini è un autodidatta, con interessi per l'arte e la cultura in genere; come molti giovani di quel periodo, frequenta librerie e cineforum e il suo amico Carlo Lizzani (divenuto poi uno dei più apprezzati cineasti neorealisti) lo descriveva come "un ragazzo con i capelli lunghi, pallido, romantico, un poeta".

Prima della resistenza armata al nazifascismo, di cui è stato un rappresentante di spicco, Fiorentini frequenta l'ambiente culturale e intellettuale romano degli anni '30 e '40. Via Margutta, Villa Strhol Fern ma anche le serate di cultura cinematografica a Palazzo Braschi (sede del Partito Fascista) e i littoriali della poesia.

Le frequentazioni artistiche e intellettuali: "Frequentavo scrittori e poeti come Pratolini e Penna, pittori del calibro di Vedova, Turcato e Guttuso, registi come Visconti, Petri e Lizzani, che era un amico". Agli inizi degli anni Quaranta costituisce una compagnia teatrale. Questa intensa attività culturale si svolgeva nel paradosso di un regime fascista che, preso dalle furie delle leggi razziali e dalle guerre passate e presenti, non si accorgeva di questi spazi di dibattito che avrebbero poi confluito nella Resistenza. Le serate cinematografiche a Palazzo Braschi, sede del Partito Fascista, ne sono un esempio.

La "prima vita" culturale di Fiorentini si configura quindi come quella di un giovane intellettuale romano immerso nei fermenti artistici della capitale, frequentatore di quelli che sarebbero diventati i protagonisti del neorealismo italiano e dell'arte contemporanea, in un ambiente che mescolava passione per l'arte e primi fermenti antifascisti. 

Mario Fiorentini entrò in contatto con gli ambienti antifascisti di Roma alla fine degli anni '30 attraverso Fernando Norma, ebanista membro dei gruppi di Giustizia e Libertà poi trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. In questo periodo incontrò Lucia Ottobrini, l’amore inseparabile della sua vita, con la quale condivise il resto dell’esistenza fino alla scomparsa di lei nel 2015. Nel periodo che seguì l’arresto di Mussolini e la caduta del fascismo (25 luglio 1943) si avvicinò al Partito Comunista e dopo la firma dell'armistizio dell'Italia con le forze Alleate dell'8 settembre 1943 e la battaglia di Porta San Paolo alla quale assistette, partecipò all’organizzazione delle formazioni armate dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP) dirette da Antonello Trombadori e Carlo Salinari del Partito Comunista. 

Divenne comandante del GAP centrale Antonio Gramsci. Fu operativo in numerosissime azioni tra le quali, solo per fare due esempi, l'attacco solitario all'ingresso del carcere di Regina Coeli contro un camion di tedeschi e l’attacco ad una colonna fascista a Via Tomacelli.

Fiorentini fu tra i principali organizzatori dell'attacco di via Rasella a Roma, il 23 marzo del 1944 (pur non partecipandovi materialmente perché troppo noto nella zona). Fu proprio lui a notare che una colonna di militari nazisti passava con una certa regolarità, marciando e cantando in pieno centro, compiendo sempre lo stesso percorso. Informò quindi il comando militare che decise tra le varie opzioni, l’attacco in Via Rasella e lo incaricò dell’organizzazione.

Dopo l'episodio di via Rasella, Mario e Lucia operano per un po' nelle zone di Roma del Quadraro e del Quarticciolo.

Devono però lasciare Roma e vanno a dirigere i GAP a Tivoli. Lucia tiene i collegamenti con la capitale e dirige altre operazioni cruciali in collaborazione con l'OSS (Office of Strategic Services, i servizi segreti americani prima della nascita della CIA). La necessità di lasciare Roma dopo via Rasella era dovuta al fatto che i nazisti avevano intensificato l’azione contro i partigiani al centro di Roma. Le operazioni al Quadraro, Quarticciolo e poi a Tivoli rappresentarono quindi una fase cruciale della Resistenza romana, in cui i GAP continuarono la lotta armata spostandosi nelle periferie e nei territori limitrofi alla capitale, per attaccare il nemico sulle vie consolari che portavano verso le zone del fronte dopo lo sbarco di Anzio.

Dopo la liberazione di Roma, a partire dal luglio del 1944, Fiorentini fu posto al comando della missione "Dingo" dell'Office of Strategic Services (OSS) e proseguì la Resistenza nel Nord Italia (Emilia e Liguria) e operò anche in Lombardia e Piemonte. 

Al termine del conflitto venne insignito di tre medaglie d'argento al valor militare, tre croci al merito di guerra, diventando così il partigiano più decorato d'Italia.

La sua attività partigiana rappresenta un esempio straordinario di coraggio e dedizione che si estese per tutto il periodo della Resistenza, dal centro di Roma occupata fino alle regioni del Nord Italia ancora sotto controllo nazifascista.

Autodidatta, nel dopoguerra compì gli studi liceali e poi universitari, sostenuto sempre da Lucia. Divenne quindi professore di geometria all'Università di Ferrara che rese famosa nel campo con i suoi studi e con un gruppo di studiosi che vi si aggregarono grazie alle sue capacità catalizzatrici. 

Fu sempre accanto a Lucia, anche lei valorosa partigiana, decorata con Medaglia d'argento al valor militare per le ardite azioni compiute.

06 agosto 2025

6 agosto 1945 - 6 agosto 2025: 80° anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima

Oggi, 6 agosto, ricorre l'80° anniversario del bombardamento atomico statunitente di Hiroshima, in Giappone. Appena tre giorni più tardi, il 6 agosto 1945, un altro ordigno nucleare statunitense deflagrava sulla città di Nagasaki.

La guerra era ormai alle battute conclusive, e secondo molti storici ed interpreti più che un'azione militare il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki fu una prova di forza e una dimostrazione che l'entourage politico-militare del presidente Truman volle dare alla vicina Unione Sovietica. Il bilancio delle vittime degli ordigni nucleari, così distruttivi eppure decisamente rudimentali rispetto a quelli oggi negli arsenali, dal 1945 a oggi è salito a circa 74.000 morti. 

Antonio Gramsci diceva che la Storia è una maestra senza scolari, ed infatti oggi il conflitto russo-ucraino rende lo spaventoso scenario dell'uso delle armi atomiche più concreto e attuale che mai.
Riconoscendo nella pace tra i popoli un valore assoluto, fondante della nostra società democratica e antifascista, lanciamo, oggi, nell'80° anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima, il nostro grido di pace.
Tacciano le armi, in Ucraina ed in ogni altro angolo di Terra, si svuotino i granai e si investa invece invece in sviluppo, innovazione, progresso e cooperazione internazionale. Il nostro paese, l'Italia, impiega moltissimi soldi pubblici per la produzione l'approviggionamento di armamenti, quando invece sappiamo essere ben altre le priorità: cultura e istruzione, sanità, lavoro, ambiente, dignità e giustizia sociale.

L'associazione dei partigiani continua la sua mobilitazione contro la brutalità della guerra e la distruzione che essa genera. Come diceva il comandante partigiano Germano Nicolini: «Noi sognavamo un mondo diverso: un mondo di libertà, un mondo di giustizia, un mondo di pace, di fratellanza e di serenità. Purtroppo questo mondo non c’è. E allora riflettete, ragionate con la vostra testa e continuate la vostra lotta».

04 agosto 2025

4 agosto 1974: la strage dell'Italicus

Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974 una bomba posizionata nella quinta vettura del treno espresso 1406 denominato "Italicus", partito da Roma e diretto a Monaco di Baviera, esplode mentre il treno è in transito lungo la Grande galleria dell'Appennino all'altezza di San Benedetto Val di Sambro. Nell'esplosione e nell'incendio che segue perdono la vita 12 persone, tra le quali il ferroviere Silver Sirotti, Medaglia d'Oro al Merito Civile, intento a portare in salvo i passeggeri rimasti incastrati tra le lamiere.

Nonostante la rivendicazione da parte dei neofascisti di Ordine Nero, decisi a seppellire la democrazia «sotto una montagna di morti», ad oggi i responsabili materiali della strage restano ignoti e le vicende processuali si sono concluse con l'assoluzione di tutti gli imputati: rimane accertata la chiara matrice neofascista della strage, volta a destabilizzare gli equilibri istituzionali dell'Italia repubblicana per favorire l'ascesa della destra più estrema nel più complesso quadro della strategia della tensione.

In memoria delle vittime delle stragi fasciste, proseguiamo con tenacia, determinazione e orgoglio sulla strada della Costituzione tracciata dalle partigiane e dai partigiani perché il fascismo sia bandito dalla società civile e dalla storia.

02 agosto 2025

2 agosto: Giornata della Memoria dello sterminio di rom e sinti

Il 2 agosto di ogni anno si commemora in tutta Europa la Giornata della Memoria dello sterminio di rom, sinti e camminanti, evento noto come "porrajmos" ("grande divoramento", "devastazione" o "samudaripen" (letteralmente "uccisione di tutti"). La data scelta ricorda lo sterminio simultaneo nelle camere a gas di quasi 3000 tra uomini, donne e bambini romanì avvenuto nello Zigeunerlager di Auschwitz il 2 agosto 1944 come rappresaglia per la sollevazione contro le SS compiuta dai detenuti del campo il precedente 16 maggio.

Oggetto di violentissime discriminazioni e di un'intensa propaganda intrinsecamente razzista sia nella Germania nazista che nell'Italia fascista, si calcola che più di 500.000 individui di etnia romanì siano stati deportati e sterminati nei lager del Terzo Reich.

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Ripudia intolleranza, razzismo e antisemitismo.
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