29 aprile 2021

29 aprile 1944: Pietro Benedetti viene fucilato a Forte Bravetta da un plotone della PAI

 

Pietro Benedetti

Nato ad Atessa (Chieti) il 29 giugno 1902, fucilato a Roma il 29 aprile 1944, ebanista.


27 aprile 2021

Il 27 aprile 1937 moriva Antonio Gramsci

 

27 aprile 2021: l'ANPI Provinciale di Roma omaggia Antonio Gramsci nell'anniversario della morte, avvenuta il 27 aprile 1937


L'ANPI PROVINCIALE DI ROMA RENDE OMAGGIO AD ANTONIO GRAMSCI NELL'83° ANNIVERSARIO DELLA MORTE.

Il più grande politico italiano dell'era moderna. Teorico dei Consigli di Fabbrica. Fondatore del Partito Comunista d'Italia. Maestro di Palmiro Togliatti. Il grande uomo che affrontò eroicamente e consapevolmente il martirio inflittogli dai fascisti perché il suo cervello doveva "...smettere di pensare per almeno venti anni...". Il capo dei lavoratori italiani, nel cui ufficio la porta rimase sempre aperta per discutere spesso tutta la notte per convincere anche un solo operaio in più. L'uomo che voleva costruire il suo partito individuandolo nella parte migliore della classe operaia, dei lavoratori, degli studenti e degli intellettuali. L'immortale incitamento ai giovani: "Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza."

Riportiamo di seguito un bellissimo articolo di Lelio La Porta (docente nei licei, membro della International Gramsci Society, collaboratore di Critica marxista, saggista) scritto per Patria Indipendente nell'80° della scomparsa



L’80° anniversario della morte di Antonio Gramsci è alle nostre spalle. Ma può essere alle nostre spalle il pensiero di un uomo che vanta più di 20.000 saggi sulla propria opera pubblicati in ogni parte del mondo e traduzioni dei propri scritti in molte lingue? Oppure, ci si può ricordare di lui soltanto in occasione delle commemorazioni e degli anniversari (in verità più della morte che della nascita secondo un “modus operandi” consolidato per cui sembra che i grandi da ricordare siano soltanto morti senza aver mai visto la luce)? Non basta la cerimonia che, ormai da tre anni, si tiene ogni 27 aprile (giorno e mese del 1937 in cui Gramsci spirò in una clinica romana) presso l’urna che contiene le sue ceneri nel Cimitero della Piramide Cestia, a Roma. Se dopo il 2017, anno in cui si sono susseguiti convegni in ogni parte d’Italia e del mondo, seminari, presentazioni di volumi, ci si accomodasse nella ripetitività di attività già viste, magari dirette soltanto al solito gruppetto di studiose/i, l’eredità gramsciana perderebbe il suo senso culturale, politico, pedagogico e ne verrebbe sminuita anche la classicità da più parti rivendicata. Credo che si debba tenere viva la presenza gramsciana soprattutto in quei luoghi in cui o non c’è mai stata o è necessario che cominci ad esserci, perché sono i luoghi a cui Gramsci stesso pensava come fondamentali per la conquista dell’egemonia e del consenso da parte dei gruppi subalterni. Per chiarire il senso del ragionamento, si propone il passaggio dei Quaderni del carcere in cui Gramsci sottolinea la diversità fra la società russa conquistata con la Rivoluzione di Ottobre e quella italiana o, in genere, occidentale:
In Oriente lo Stato era tutto, la società civile era primordiale e gelatinosa; nell’Occidente tra Stato e società civile c’era un giusto rapporto e nel tremolio dello Stato si scorgeva subito una robusta struttura della società civile. Lo Stato era solo una trincea avanzata, dietro cui stava una robusta catena di fortezze e di casematte; più o meno, da Stato a Stato, si capisce, ma questo appunto domandava un’accurata ricognizione di carattere nazionale [1].

Usando una terminologia militare, Gramsci fa capire che in Italia la conquista dell’egemonia passa attraverso l’occupazione delle fortezze e delle casematte che costituiscono la società civile; e fra queste casematte ce n’è una a cui Gramsci attribuisce un’importanza particolare: la scuola. Questo è uno dei luoghi in cui Gramsci, che di essa si è interessato in mille modi, mai è entrato, o, comunque, ha una presenza molto limitata.
Si sa che esistono le mosche bianche, come quel gruppo di insegnanti che, nel corso di un recente convegno gramsciano a Bari, hanno presentato, insieme alle loro classi, dei lavori aventi come oggetto alcune categorie del pensiero gramsciano. Ma ci si è mai chiesto qual è la condizione della conoscenza di Gramsci nelle nostre scuole? Bisognerà pur rendersi conto che Gramsci non può essere soltanto argomento di dotte disquisizioni di carattere filologico o di incontri accademici quando la sostanza politica del suo pensiero, ossia la filosofia della prassi, tutto fa meno che essere prassi in quanto rimane rinchiusa nei ristretti recinti di libresche elucubrazioni? Insomma o Gramsci conquista le casematte e le occupa (proprio perché questo sembra essere il suo obiettivo quando scrive di filosofia della prassi e del ruolo degli intellettuali) oppure rimarrà uno che è diventato famoso, seppure soltanto per una sera, in quanto il senso comune (altra battaglia tipicamente gramsciana è proprio quella relativa alla trasformazione del senso comune corrente in un nuovo senso comune) ne ha sentito parlare una volta durante un’edizione del Festival di Sanremo. Per conquistare le casematte bisogna penetrare al loro interno; per diffondere Gramsci nella scuola, la prima casamatta di cui si serve il dominante per dominare il dominato, e mantenerlo nella condizione di subalternità (pensino lettrici e lettori alla Legge 107/2015 nota come “La buona scuola”, che è l’ultimo strumento di dominio utilizzato dagli attuali dominanti per imporre il consenso ad una serie di obbrobri, fra cui occupa il primo posto la cosiddetta alternanza scuola-lavoro, che può essere ribattezzata la fucina del precario a vita ipersfruttato e prealienato nel senso marxiano del termine), bisogna andarci.
La scena: cittadina molto nota per alcune sue particolarità artistiche che si trova subito dopo il confine fra Lazio ed Umbria. Istituto medio-superiore del posto: bello, funzionale, moderno, in possesso di tutte le novità tecnologiche che sono all’altezza dei tempi all’interno di una scuola. Aula Magna: un anfiteatro con comodissime sedie per gli spettatori e un tavolo a disposizione dei relatori con impianto acustico e schermo. Due relatori invitati dalla dirigenza scolastica a parlare di Antonio Gramsci, questo sconosciuto. Non servono discorsi troppo articolati sulle categorie gramsciane; necesse est parlare di lui: di un figlio, di un marito, di un padre, di un detenuto politico, di un uomo, soltanto di un uomo che ha, però, con i suoi scritti, acquisito un prestigio tale da collocarlo fra i cinque italiani dopo il XVI secolo più citati nella letteratura mondiale di arte ed umanità. Mentre è facile far capire ai giovani che Gramsci era stato bravissimo alle elementari, bravo al liceo, che lo sarebbe stato all’università, più complicato è far capire loro che lasciò l’università per il giornalismo e, poi, soprattutto, per la politica. La politica (si scorge scorrere un brivido lungo la schiena dei giovani ascoltatori) cos’è? Questa è la domanda che si coglie dagli sguardi degli astanti che ritengono che la politica sia gioco di potere, conquista e mantenimento di scranni in Parlamento a qualsiasi condizione, corruzione, malaffare e altro del genere. Quando si fa capir loro che la politica è cosa di tutte/i, che essa è la stessa aria che respiriamo, che non è approfittare di una posizione di privilegio per goderne ogni beneficio; quando si fa capir loro che la politica deriva da una passione profonda, da un amore profondo, per il mondo e i suoi abitanti e che per essa si può rinunciare anche ad una comoda e gratificante carriera dal punto di vista economico; allora gli sguardi, da corrucciati, diventano attenti ed interessati e vogliono saper qualcosa in più. E allora non si può fare altro che leggere una lettera famosa (ovviamente per chi ha qualche frequentazione gramsciana, ma che diventa una scoperta per chi sente parlare per la prima volta del grande sardo) che Gramsci scrisse alla sua compagna Giulia da Vienna il 6 marzo del 1924 (un mese dopo sarebbe stato eletto deputato):
Che cosa mi ha salvato dal diventare completamente un cencio inamidato? L’istinto della ribellione, che da bambino era contro i ricchi, perché non potevo andare a studiare, io che avevo preso 10 in tutte le materie nelle scuole elementari, mentre andavano il figlio del macellaio, del farmacista, del negoziante in tessuti. Esso si allargò per tutti i ricchi che opprimevano i contadini della Sardegna ed io pensavo allora che bisognava lottare per l’indipendenza nazionale della regione: «Al mare i continentali!» Quante volte ho ripetuto queste parole. Poi ho conosciuto la classe operaia di una città industriale e ho capito ciò che realmente significavano le cose di Marx che avevo letto prima per curiosità intellettuale. Mi sono appassionato così alla vita, per la lotta, per la classe operaia. Ma quante volte mi sono domandato se legarsi a una massa era possibile quando non si era mai voluto bene a nessuno, neppure ai propri parenti, se era possibile amare una collettività se non si era amato profondamente delle singole creature umane. Non avrebbe ciò avuto un riflesso sulla mia vita di militante, non avrebbe ciò isterilito e ridotto a un puro fatto intellettuale, a un puro calcolo matematico la mia qualità di rivoluzionario? Ho pensato molto a tutto ciò e ci ho ripensato in questi giorni, perché ho molto pensato a te, che sei entrata nella mia vita e mi hai dato l’amore e mi hai dato ciò che mi era sempre mancato e mi faceva spesso cattivo e torbido [2].
L’amore è una delle molle che spinge Gramsci verso la politica: amare una persona vuol dire scoprire la capacità per amare una collettività. Il vero rivoluzionario, diceva Che Guevara, “è guidato da grandi sentimenti d’amore” [3]. Ecco un motivo di ulteriore attenzione da parte della gioventù presente che scopre che Guevara non è una fabbrica di magliette, come spiritoseggiavano Checco Zalone, da un lato, e Ficarra e Picone, dall’altro, in due film, ma è stato un uomo in carne ed ossa che ha combattuto duramente per gli altri rimettendoci la vita. Proprio come Gramsci che è stato ucciso dal fascismo (e non possono essere accettate, in quanto false e menzognere, versioni diverse che rendono corresponsabile della sua morte il suo partito che, anzi, come ha recentemente ricordato il nipote di Gramsci, cioè il figlio del secondogenito Giuliano, che porta il nome del nonno, il partito provvide a pagare le spese delle cliniche nelle quali Gramsci fu ricoverato dopo aver lasciato Turi, tacitando anche l’ulteriore motivo di discredito e di insopportabile sciatteria di chi ha sostenuto che i ricoveri nelle cliniche fossero una sorta di benevola concessione del regime fascista nei confronti del prigioniero).
(…) la «democrazia politica» tende a far coincidere governanti e governati, assicurando a ogni governato l’apprendimento più o meno gratuito della preparazione «tecnica» generale necessaria [4].Lampi negli occhi della gioventù presente (una parte non minima di essa aveva preferito la proiezione del film di Tarantino Bastardi senza gloria, in occasione del Giorno della Memoria; cosa c’entrasse un film del genere con il motivo per cui veniva proiettato, resta e resterà un insolubile mistero, almeno per chi scrive!). L’amore, invece, c’entra qualcosa, molto più di qualcosa, con la politica. Gli sguardi incrociavano gli sguardi. Si perveniva alla conclusione che questo insegnamento derivava dalla lettura di una lettera di Gramsci alla sua compagna. A questo punto la richiesta inattesa per chi parlava: un nuovo incontro, ma questa volta per leggere Gramsci, per entrare nel merito delle sue scelte attraverso la lettura dei suoi articoli giovanili e delle sue lettere prima del carcere. Magari con l’aggiunta di qualche lettera carceraria visto che è stato ricordato che le Lettere dal carcere vinsero, alla loro prima uscita nel 1947, il Premio Viareggio con voto unanime della giuria, presieduta da Leonida Répaci; la motivazione dell’assegnazione del premio a Gramsci che concorreva con Moravia, Berto, Pavese, Natalia Ginsburg, Quasimodo e Luzi: “La condizione umana non ha avuto in questi tempi confusi un più lucido assertore e testimone”. Che i nostri tempi, seppure non oltraggiati da abominevoli dittature, almeno per il nostro Paese, siano ancora confusi è un dato di fatto. Per combattere questa confusione, anticamera dell’indifferenza che tutto uccide e ammorba, Gramsci è un ottimo antidoto, soprattutto se somministrato in dosi massicce nella scuola; una casamatta che va conquistata assolutamente per non perdere in modo definitivo la possibilità futura che i governati diventino governanti e che, perciò, nella prospettiva gramsciana, si attui la democrazia politica:
Comunque, va eretta una barricata a protezione di Gramsci e dei suoi scritti. Bisogna prendere la parte di Gramsci, essere partigiani in modo sincero ed autentico a difesa di un patrimonio della nostra cultura libera e democratica. E questo erigere le barricate e resistere contro l’inganno e la menzogna, va insegnato nelle scuole a partire, appunto, dalla difesa di Gramsci e dal contrattacco nei confronti di chi non si perita neanche per un momento di gettare confusione usandolo. Infatti, si deve stare molto attenti a fargli dire quello che non ha mai detto intervenendo sui suoi testi in modo illecito e assolutamente poco appropriato. Ce lo ricorda proprio lui:
“Sollecitare i testi”. Cioè far dire ai testi, per amor di tesi, più di quanto i testi realmente dicono. Questo errore di metodo filologico si verifica anche all’infuori della filologia, in tutte le analisi e gli esami delle manifestazioni di vita. Corrisponde, nel diritto penale, a vendere a meno peso e di differente qualità da quelli pattuiti, ma non è ritenuto crimine, a meno che non sia palese la volontà di ingannare: ma la trascuratezza e l’incompetenza non meritano sanzione, almeno una sanzione intellettuale e morale se non giudiziaria? [5]
Dunque: è in circolazione nelle italiche librerie un testo (si tratta di Imperdonabili di Marcello Veneziani) nel quale si scrive di Gramsci in un capitolo intitolato Tra Lenin e Mussolini. Voglio soffermarmi sul riferimento abbastanza esplicito dell’autore agli insegnanti, soprattutto a quelle/i che vengono da lui definiti di “formazione gramsciana” ma inconsapevoli, loro malgrado, che di essi Gramsci scriveva “noiosissima caterva di saputelli” e, in più, “professori canagliuzze, insaccatori di leggiadra pula e di perle, venditori di cianfrusaglie”. Bene: la prima citazione è tratta da un articolo del 29 dicembre 1916, comparso sull’Avanti!, intitolato “L’Università popolare” [6]. Gramsci, ricordando il suo “garzonato universitario”, si compiaceva di avere avuto insegnanti notevoli che gli avevano trasmesso la serietà e il rigore negli studi, oltre al metodo, all’applicazione nella ricerca, alla passione filologica, alla dimensione civile dell’insegnamento:
L’insegnamento, svolto in tal modo, diventa un atto di liberazione (…). È una lezione di modestia, che evita il formarsi della noiosissima caterva di saputelli, di quelli che credono aver dato fondo all’universo quando la loro memoria felice è riuscita a incasellare nelle sue rubriche un certo numero di date e nozioni particolari”.
Quindi, a ben leggere, possiamo invitare le/gli insegnanti italiane/i a tener ben stretta la loro formazione gramsciana in quanto Gramsci proprio non ce l’aveva con loro. Così come, contrariamente a quanto sostenuto nel libro di cui si sta scrivendo, non era per nulla contro il latino e il greco, anzi esattamente il contrario.
La seconda citazione è in realtà, nonostante sia riportata fra virgolette nel libro, un assemblaggio di frasi prese qua e là da un articolo del 27 novembre 1917 intitolato La difesa dello Schultz [7]. Si tratta di un testo in cui Gramsci difende l’uso della grammatica latina dello studioso tedesco Schultz dagli attacchi di Arnaldo Monti (presidente del “Fascio studentesco per la guerra e per l’idea nazionale”), motivati, soprattutto, dal fatto che si era in guerra contro i tedeschi e da questo fatto si prendeva lo spunto per criticare l’opera di un tedesco (si tratta di una forma di nazionalismo becera e odiosa oltremodo in quanto andava a toccare la cultura). In realtà, gli epiteti gramsciani riportati nel libro in circolazione, ora nelle nostre librerie, non sono affatto rivolti contro i docenti bensì contro Monti che, attaccando lo Schultz, vorrebbe fare dei giovani studiosi di latino degli “eleganti umanisti” quando, invece, lo studio della scuola classica, ossia quella fondata sul latino e sul greco, “deve preparare dei giovani che abbiano un cervello completo, pronto a cogliere della realtà tutti gli aspetti, abituato alla critica, all’analisi e alla sintesi”.
Introdurre Gramsci, quello vero e non storpiato da letture ideologicamente interessate, nelle scuole, non come semplice oggetto di assemblee di istituto, in quanto curiosità da sottoporre momentaneamente all’attenzione, ma come momento fondamentale del percorso formativo, dovrebbe essere compito primario, se non del Ministero (che ha ricordato l’anniversario con una circolare con la quale si invitavano le scuole a riflettere sul suo pensiero, circolare inosservata, forse perché le scuole sono troppo impegnate ad insegnare alla nostra gioventù la prassi del lavoro non pagato con l’alternanza scuola-lavoro), di ogni singola/o insegnante in quanto Gramsci e la scuola si identificano e possono, insieme, indicare una strada per resistere allo strapotere dei dominanti.
 Lelio La Porta, docente nei licei, membro della International Gramsci Society, collaboratore di Critica marxista, saggista
[1] A. Gramsci, Quaderni del carcere, edizione critica a cura di V. Gerratana, Einaudi, Torino 1975, p. 866.
[2] A. Gramsci, Lettere 1908-1926, a cura di Antonio A. Santucci, Einaudi, Torino 1992, pp. 271-272; ora anche in A. Gramsci, Un Gramsci per le nostre scuole, a cura di L. La Porta, Editori Riuniti, Roma 2016, pp. 210-211.
[3] E. Che Guevara, Il socialismo e l’uomo a Cuba in ID., Scritti scelti, a cura di R. Massari, erre emme, Roma 1993, v. II, p. 711.
[4] A. Gramsci, Quaderni del carcere, cit., p. 501.
[5] Ivi, p. 838.
[6] A. Gramsci, Cronache torinesi 1913-1917, a cura di S. Caprioglio, Einaudi, Torino 1980, pp. 673-676.
[7] A. Gramsci, La Città Futura 1917-1918, a cura di S. Caprioglio, Einaudi, Torino 1982, pp. 458-461. Sono, peraltro, le stesse frasi proposte nella replica all’interrogazione parlamentare del 27 maggio 1997 da Fortunato Aloi, insegnante, uno dei leaders della Rivolta di Reggio nel 1970, deputato del Msi, poi di Alleanza Nazionale, sottosegretario all’Istruzione nel governo Berlusconi I, rieletto parlamentare nel 1996.

Bruciata nella notte la lapide ai partigiani a Via del Peperino


 

Bruciata nella notte lapide ai partigiani a Via del Peperino.

Ancora una volta le teppe fasciste agiscono nel buio attaccando i luoghi e i simboli di quei valorosi che seppero relegarli nell’ignominia della Storia.

Che lo sappiano tutti: ci avete attaccati, bastonati, torturati, uccisi nelle maniere più atroci, appesi ai pali della luce senza sepoltura, ma eravamo e siamo nel giusto e la vostra bile è a testimonianza della vostra inesorabile sconfitta e impotenza.

Ci avete seppelliti ma eravamo semi. Ora e Sempre Resistenza.

Presidio alle ore 17,00 presso la lapide ai partigiani di Via del Peperino

 

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Roma

La Sezione ANPI "Caterina Martinelli" Tiburtino Pietralata









25 aprile 2021

25 aprile 2021 - 76° della Liberazione dal nazifascismo - le iniziative delle sezioni ANPI per onorare i combattenti per la Libertà

Per un completo aggiornamento consultate la pagina dedicata al 25 aprile 2021






 


Iniziative ANPI nella città di Roma e nella provincia 23, 24, 25, 26 APRILE 2021

Iniziative organizzate dalle sezioni territoriali dell'ANPI provinciale di Roma in occasione del 76° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Le iniziative si svolgeranno nel rispetto delle disposizioni anti covid e ad ogni iniziativa è prevista la presenza di circa 10-20 persone. 

Si invita la cittadinanza ad onorare i combattenti della Resistenza e della Guerra di Liberazione, prestando la massima attenzione alle disposizioni sanitarie e a non creare assembramenti e a rispettare il distanziamento interpersonale.

L'elenco è ancora incompleto e verrà aggiornato inserendo anche le iniziative delle sezioni della Provincia.

Per ulteriori info si prega di visitare la pagina facebook dell'ANPI provinciale di Roma e delle singole sezioni.

https://www.facebook.com/anpiroma/

http://www.anpiroma.org/p/le-nostre-sezioni.html

I MUNICIPIO   

  24 APRILE: VIA URBANA,  TARGA DON PIETRO PAPPAGALLO – ORE 12,00 

  25 APRILE:

- VIA DEI GIUBBONARI ORE 16,00-17,00 - INIZIATIVA PER PROPOSTA CENTRO STUDI RESISTENZA E MEMORIA STORICA “G. RATTOPPATORE”  

- VIA TASSO ALTEZZA MUSEO DELLA LIBERAZIONE ORE 10,00-11,00 – OMAGGIO FLOREALE ALLA TARGA 

- PIAZZA SANTA MARIA IN TRASTEVERE ORE 17,00-17,30 – TARGA AI PARTIGIANI

- CAMPO DE' FIORI ore 17,00 Presentazione del libro UMBERTO GRAZIANI - UN PARTIGIANO ABRUZZESE NELLA BRIGATA RAB di Roberto Delle Cese


II MUNICIPIO

23 APRILE e 26 APRILE –  DALLE 9,00 ALLE 12,00 – targa M. Gelsomini piazza dell’Immacolata; targa Orfeo Mucci via dei Latini; targa N. Stame via dei Volsci; targa D. Tortora via dei Latini; Murales Tina Costa via dei Sabelli.

25 APRILE

·        DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 12,00

·        Lapide caduti del quartiere: Piazzale Tiburtino

·        Orfeo Mucci: via dei Volsci ( angolo via degli Equi );

·        Dionigi Tortora: via dei Latini, 21;

·        Manlio Gelsomini: Piazza dell’Immacolata;

·        Murales Tina Costa : scuola, Aurelio Saffi via dei Sardi, 35;

·        Nicola Ugo Stame: via dei Volsci 101;

·        Duilio, Pietro e Marcello Favola: via dei Vestini, 2;

·        Raoul Cirotti: Piazzale del Verano;

·        Lapide in onore dei Caduti antifascisti (conosciuto come Monumento del Partigiano) all’interno del cimitero Verano.

Ore 13,00, in via Basento 55, la sezione ANPI M.Musu - M.T.Regard, assieme alla presidente nazionale della FIAP, Bianca Cimiotta Lami, deporranno una corona presso la lapide commemorativa a Leone Ginzburg.

Via Basento 55, targa – omaggio floreale  -  dalle 13,00 alle 13,30

    PIAZZA GIMMA – ORE 14,30-15,30 – COMMEMORAZIONE DONNE PARTIGIANI


III MUNICIPIO

    25 APRILE

La sezione ANPI "Orlando Orlandi Posti" del terzo municipio di Roma, in collaborazione con le forze sociali, politiche e di movimento del territorio e col patrocinio delle istituzioni municipali, organizza anche quest'anno la "Festa della Liberazione nel III municipio di Roma"

A causa delle restrizioni imposte dal Covid, l'evento si svolgerà in forma mista, in presenza ed online, con una "Pedalata Resistente" che toccherà i diversi luoghi della memoria presenti nei nostri quartieri.

L'appuntamento per i "ciclisti Resistenti", muniti di bicicletta, mascherina e rispettosi del necessario distanziamento, è alle ore 15.00 al C.S. Brancaleone (Via Levanna 11) dove sarà anche possibile fare il tesseramento ANPI 2021. 

La pedalata Resistente toccherà i seguenti luoghi del terzo municipio di Roma:

1. BRANCALEONE (sede ANPI III) - appuntamento per fare il tesseramento ANPI ore 14.30. Partenza ore 15.00 circa. 
2. Pietre di inciampo Agnini e Orlandi Posti, a Via Monte Tomatico e Via Monte Nevoso (adiacenti)
3. Targa caduti di Montesacro - Via Maiella
4. Targa Agnini - Piazza Sempione (municipio)
5. Targa Agnini - Viale Adriatico (sala Agnini)
6. Casa Valerio Verbano - Via Monte Bianco
7. Targa caduti di Val Melaina - Via Scarpanto
8. Parco Orsetti (arrivo)

In ognuno dei luoghi della memoria verrà fatta una lettura di brani o poesie legate alla Resistenza. Contestualmente le istituzioni municipali, come ogni anno, deporranno una corona di fiori alle quattro targhe dei martiri della Resistenza toccate dalla pedalata.

I video di tutti gli interventi verranno pubblicati in tempo reale sulla pagina facebook dell'ANPI III municipio Roma - Orlando Orlandi Posti, nonchè sulla relativa pagina instagram, in modo tale da coinvolgere anche cittadin*, amic* e compagn* a casa.


    IV MUNICIPIO

     25 aprile

-        Lapide partigiani via del Peperino (incrocio con via Silvano) – dalle 10,00 alle 11,00

-        Lapide Caterina Martinelli via del Badile – dalle 11,30 alle 13,00


V MUNICIPIO

24 APRILE

-        TARGA CADUTI - Piazzale Prenestino angolo via Macerata – ORE 10,00

-        TARGA CADUTI – PIAZZA DELLA MARRANELLA 15 – ORE 10,45

-        Targa in memoria di Valerio Fiorentini - Via di Torpignattara 99 - ORE 11:00

        25 aprile

-        Via Val Piazza delle Camelie  -  dalle 10,00 alle 12,00 – commemorazione targa ai partigiani

Via Valmontone 37 e Via Tor De Schiavi 50 – ore 9,30/10,00 – omaggio alle pietre d’inciampo

ore 9,30: Piazza delle Camelie;
ore 10,00: Largo delle Terme Gordiane;
ore 10,30: via dei Gordiani (Santa Maria della Misericordia);
ore 11,00: Piazza della Marranella;
ore 11,30: via Galeazzo Alessi (Villa Certosa).

L'Anpi Villa Gordiani, presenzierà nei luoghi territoriali di largo delle Terme Gordiane e Via dei Gordiani.


VI MUNICIPIO

24 APRILE -  PARCO VIA CELIO CALDO – RICORDO DI TINA COSTA – DALLE 16,00 ALLE 18,00



VII MUNICIPIO

       24 APRILE

-   TARGA EX SEDE PSI VIA APPIA ALT. PIAZZA DELL’ALBERONE – DALLE 11,00 ALLE 12,00

25    APRILE

-  TARGA CADUTI VIALE CASTRENSE ALT. PIAZZALE APPIO – DALLE 15,30 ALLE 16,30

-   LAPIDE PARTIGIANI A LARGO DEI QUINTILI – DALLE 16,00 ALLE 17,00

Targa in memoria dei Caduti all’angolo tra via del Quadraro e via Tuscolana dalle 17:30 alle 19,00



   VIII MUNICIPIO

   25 aprile

-    Dalle ore 11,00 alle 12,00 – Ingresso mausoleo Fosse Ardeatine; monumento di piazza Caduti della Montagnola; targa via Percoto lotto 43; pietra d’inciampo via Valeria Rufina 66; targa martiri ignoti a Largo Bompiani; targa F. Bartolini a piazza B. Romano; targa O. Lombardi in via F. Passino 13;  targa R. Corrie a largo delle Sette Chiese; targa f.lli Cinelli via Rubino; targa Iole Zedde via G. Massaia 22; targa P. De Lazzari via R. R. Garibaldi; targa L. De Angelis in via G. Da Capistrano angolo via G. Marigalli. 



XI MUNICIPIO

  25 aprile

- MONUMENTO AI CADUTI, VIA DEL TRULLO N. 361 – DALLE 11,00 ALLE 11,30

- GIARDINO CATERINA CICETTI – DALLE 11,30 ALLE 12,30



XII MUNICIPIO

25 aprile

-        Ore 9,30  -  via Barrili n. 46 – targa

-        Ore 10,00 – via di Donna Olimpia angolo via Ozanam – targa

-        Ore 10,40  -  targa palazzo dei Ferrovieri, via Castel Bolognese 30

-        Ore 11,40 – via dei Gonzaga angolo via di Bravetta – monumento ai Caduti

-        Ore 12,15 – parco Martiri di Forte Bravetta – lapide ai Caduti

-        Ore 17,00 – via Longhena n. 68 – monumento ai Caduti



XIII MUNICIPIO

25 aprile

-   PIAZZA CORNELIA, MONUMENTO AI CADUTI  -  DALLE 10,00 ALLE 11,00

-   VIA CAVA AURELIA N. 60, LAPIDE M. CARUCCI – DALLE 9,30 ALLE 10,30

-   PORTA CAVALLEGGERI, LAPIDE ADIACENTE ALLA GALLERIA – DALLE 16,00 ALLE 16,30



 XIV MUNICIPIO

25 APRILE

-   PIAZZA INES BEDESCHI , SELVA NERA – TARGA ALLE PARTIGIANE – ORE 9,30

-   PIAZZA SAN ZACCARIA PAPA, PRIMAVALLE – MONUMENTO AI PARTIGIANI ORE 10,00

-   PIAZZA DELLA CASTAGNOLA E SCUOLA NAZARIO SAURO – TARGA AI PARTIGIANI – ORE 10,30

-    PIAZZA WALTER ROSSI – DALLE 11,00 ALLE 13,30 – OMAGGIO AL MONUMENTO



XV MUNICIPIO

25 aprile

-        Ore 9,00 - Via Giorgio Marincola, ancolo via Giuseppe Gracceva

-        Ore 9,30 - Via Giovanni Palatucci, angolo Piazza Antonio Basso

-        ore 10:00 – Via Azzarita, angolo piazza Ceroni (Villaggio dei cronisti)

-        ore 10:45 – Parco Papacci (ingresso principale Via di Grottarossa)

-        ore 12:00 – Via Cassia, angolo Via Giulio Galli

-        ore 12:30 – Via Foa, angolo Via Giustiniana


PROVINCIA:

La sezione ANPI "Antonio Quintiliani" di Bracciano organizza per il prossimo 25 aprile l'iniziativa "Frammenti partigiani", in collaborazione con partiti, associazioni e sindacati democratici e antifascisti del nostro territorio.

Alle ore 16, nel contesto dell'iniziativa "Strade di liberazione" promossa dall'ANPI nazionale, deporremo un omaggio floreale alla targa viaria di via Giulio Volpi, deputato braccianese socialista e poi comunista condannato al confino per antifascismo.

Alle ore 16:30 prenderà avvio, nella cornice di Piazza IV Novembre, l'iniziativa vera e propria, in cui proporremo letture, drammatizzazioni, riflessioni e canti sui temi dell'antifascismo e della resistenza in diretta streaming sulla nostra pagina Facebook.


Sezione ANPI di Civitavecchia per il 25 aprile.

Ore 9,45-  Parco della Resistenza – Una delegazione del C.D.  di sezione deporrà  dei fiori al monumento degli ex internati.              

Ore 10,20- La stessa  si recherà  al monumento agli Arditi del Popolo per deporre dei fiori.

Ore 10,40- Deposizione di fiori   al carcere di via Tarquinia in ricordo degli antifascisti che lì vennero reclusi.

Ore 11- viale Garibaldi. Deposizione di fiori alla lapide che ricorda il sacrificio di Giacomo Matteotti. 

Ore 11,30 - Partecipazione alla cerimonia promossa dal Comune presso piazza degli Eroi al monumento ai Caduti.

Il tutto verrà effettuato secondo le disposizioni sanitarie anti covid. 


Sezione Anpi Colleferro “La Staffetta Partigiana”

ore 16 - Giardini Angelo Vassallo deposizione di una corona presso il monumento ai Caduti in tempo di pace

ore 16,30 - Piazza Mazzini deposizione di una corona presso il monumento ai Caduti in tempo di guerra

ore 17 - Piazza Italia saluti del Sindaco Pierluigi Sanna e della Presidente della Sezione ANPI Amalia Perfetti inaugurazione dell'installazione collettiva "Un papavero per il 25 aprile" saranno presenti Anarkikka e Mauro Biani

sarà rispettato il distanziamento e tutte le normative anticovid


 Sezione ANPI Fiumicino: 

alle 16,00 sarà il Monumento ai Caduti di Piazza Gb.Grassi il punto d'incontro da dove si potrà partire INSIEME per raggiungere tutti e tre i Luoghi della Resistenza, ovvero andare ognuno individualmente.

1 - Borgo di Palidoro e/ o la stele  di Salvo D'  Acquisto  alla Torre di Palidoro

2 - la Pietra d'inciampo di Renato Biagetti (da noi realizzata) a Focene

3 - il parco Lidia de Angelis (davanti la Casa della Partecipazione) a Maccarese.

Nel rispetto delle Norme anti-assembramento, per evitare il rischio contagio da Covid-19


GENZANO DI ROMA: Ore 11 celebrazione in piazza con deposizione di corona di fiori assieme alle autorità comunali. Resto della giornata, 25 aprile diffuso con pubblicazione di video di iscritti e simpatizzanti che recitano testi partigiani sulla pagina FB della sezione


Sezione di Ladispoli - Cerveteri
LADISPOLI
h.9,10  Omaggio alla memoria di Domenico Santi, figura storica della Resistenza ladispolana, con nostro gruppo ristretto sotto la targa civica a ricordo.
h.9,30 Cerimonia istituzionale al Monumento ai Caduti in Piazza della Vittoria
CERVETERI
h.11,00 Cerimonia istituzionale al Monumento ai Caduti nel Parco della Rimembranza
h16,00 nel territorio dei due Comuni, Strade di Liberazione con la deposizione di un fiore sotto le targhe di vie e piazze dedicate ad antifascisti/e - partigiani/e.

Guidonia Montecelio: mostra open air per ricordare il maestro Filiberto Sbardella: pittore, scultore, scenografo, mosaicista, architetto, ma soprattutto Partigiano e coraggioso esponente della Resistenza romana, comandante della formazione partigiana “Bandiera Rossa”.

L'appuntamento è domenica 25 aprile dalle 10 alle 17 in Piazza Giacomo Matteotti a Guidonia.


La sezione ANPI Carla Capponi di Campoleone/Lanuvio, celebrerà il 25 Aprile deponendo una corona di alloro alle vittime della resistenza alle ore 9:30. In seguito, i ragazzi e le ragazze tesserate, aderendo all'iniziativa nazionale ANPI, deporranno un fiore in ogni via e piazza intitolate ai personaggi della Resistenza e antifascismo che hanno lottato per la libertà.


Sez. ANPI di Nemi: Domenica 25 aprile 2021 alle ore 16,00, celebrazione del 25 Aprile a Nemi. A piazza Roma, deposizione di una corona presso il Monumento ai Caduti. 


La sezione di Palestrina parteciperà alle celebrazioni ufficiali che si terranno presso il monumento ai caduti. 


Sez. ANPI di Pomezia "Teresa Mattei e le Altre"

Ore 11:00 celebrazione del 25 aprile col Sindaco.

Ore 12:00 presentazione del trailer del cortometraggio "Donne che Resistono" di Chiara Benazzi ed Emanuele Santi.

Ore 14:00 presentazione del progetto "Opposti-Vignette Resistenti" realizzato dal collettivo indipendente Ronin con il patrocinio di ANPI Provinciale di Roma.

Tutte le iniziative saranno trasmesse sui canali social della sezione (Facebook e Instagram).


Sez. ANPI di Rocca di Papa25 aprile a Rocca di Papa ore 10,30 a Piazza della Repubblica presso il cippo commemorativo.

Si rammenta a tutti coloro che volessero partecipare all'iniziativa il puntuale rispetto delle norme antiCovid concernenti il distanziamento e l'uso delle previste mascherine evitando situazioni di assembramento.



La sezione di Santa Marinella parteciperà alla cerimonia di intitolazione di un parco cittadino alla Resistenza. Nel pomeriggio presso lo stesso parco avverranno le riprese video della deposizione di un tulipano ai piedi del cartello stradale da parte di iscritto anziano e iscritto giovane, che verranno poi montate in un video nei prossimi giorni.

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