27 gennaio 2022

Il 27 gennaio 1945 i soldati sovietici liberavano il campo di concentramento di Auschwitz

 




Nei lager nazisti sono morte almeno 15 milioni di persone, di cui tra i 5 e i 6 milioni erano ebrei, 500mila rom e sinti, almeno 200mila disabili, 10mila omosessuali. Avversari politici, prigionieri di guerra, civili rastrellati, preti cattolici, testimoni di Geova ... È l’Olocausto, la strage che ha travolto milioni di persone di nazionalità e religioni diverse.

Nei regimi fascisti il terrore e il genocidio furono funzionali ad un modello di società senza conflitti e senza diversi, e in cui il razzismo e la disuguaglianza costituivano il fondamento dell’ordine interno, dell’imperialismo, della sottomissione e dell’annientamento di altri popoli sul piano internazionale.
I campi di concentramento sorsero sul territorio tedesco dopo poche settimane dalla presa del potere da parte di Hitler e la costruzione dell’universo concentrazionario seguì i successivi sviluppi della politica nazista di esclusione e persecuzione che investì prima gli oppositori politici (quando non furono ammazzati subito), poi i portatori di handicap, i devianti e gli “asociali”, e infine gli ebrei.
Portatori di handicap e malati incurabili furono i primi ad essere uccisi in camere a gas e poi cremati, pratica che verrà utilizzata su vasta scala a partire dal 1942 nei campi di sterminio, nell'ambito della “soluzione finale” contro gli ebrei.

La repressione contro tutte le minoranze non assimilabili fu sempre più violenta: i Testimoni di Geova furono deportati in massa perché la loro fede non consentiva il servizio militare; nei Lager finirono anche molti esponenti cristiani e sacerdoti cattolici. Intere categorie di individui, “asociali” – alcolizzati, vagabondi, mendicanti, rom, prostitute, omosessuali, delinquenti abituali - erano ritenuti dal Terzo Reich irrecuperabili, portatori di tare sociali ereditarie e quindi destinati al lavoro forzato nei Lager e all’eliminazione fisica immediata, come per i portatori di handicap.

In Italia Mussolini, conquistato il pieno controllo e il consenso nel paese attraverso l’uso massiccio della violenza, il monopolio sui mezzi di informazione e una martellante propaganda politica, ottenuto anche il riconoscimento della Chiesa cattolica, nel 1935 decide la conquista dell’Etiopia, conclusasi nel 1936. La guerra di Etiopia fu affiancata dalla diffusione di una cultura razzista, sostenuta dal concetto della superiorità della razza e dalla missione civilizzatrice che spettava all’Italia. Furono varate quindi le prime norme antiebraiche. La persecuzione degli ebrei si protrasse fino al 1945 e riguardò tutti gli ambiti della vita sociale: esclusione dall’insegnamento, divieto di iscrizione a scuole statali, espulsione dalle Accademie, Istituti Scientifici, ecc.
A partire dal 1943, con la costituzione della Repubblica di Salò, iniziò anche in Italia la deportazione di massa verso i Lager degli ebrei italiani, ormai sottoposti alle leggi del Terzo Reich.

Furono circa 40mila i deportati dall’Italia, di cui solo 4.000 tornarono per testimoniare. Di questi circa 12mila erano operai accusati di boicottaggio della produzione bellica, di collaborazione con la Resistenza e di aver partecipato a scioperi. Gli ebrei deportati dall’Italia furono circa 8.000; soltanto pochi di loro fecero ritorno.

Ci furono poi gli internati militari italiani, cioè i militari rastrellati e arrestati dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43. I circa 600mila militari italiani catturati dai tedeschi furono messi di fronte ad una scelta: o aderire alla Repubblica Sociale di Salò e continuare a combattere o essere inviati al lavoro coatto. Solo un’esigua minoranza aderì alla RSI; gli altri furono privati della dignità militare e furono considerati “schiavi militari”. Almeno 70mila di loro morirono per le condizioni disumane di vita, le angherie e le violenze.

26 gennaio 2022

31 gennaio 2022: L’unità europea dal Manifesto di Ventotene al contrasto delle nuove discriminazioni contemporanee


 

31 gennaio 2022 ore 17

L’unità europea dal Manifesto di Ventotene al contrasto delle nuove discriminazioni contemporanee


Intervengono: Paolo de Zorzi - pres. ANPPIA Roma, Fabrizio De Sanctis - pres. ANPI provinciale di Roma, Aldo Pavia - vicepres. nazionale ANED, Davide Conti - storico, vicepres. ANPI provinciale di Roma, Lello Dell’Ariccia - pres. Progetto Memoria

ANED, ANPI, ANPPIA e PROGETTO MEMORIA propongono un dibattito-discussione sul centrale tema del rispetto e della promozione dei diritti all’interno dell’Unione europea alla luce dei nuovi fenomeni di antisemitismo, discriminazione etnica, sociale e di genere che si manifestano in seno ai Paesi membri della UE.

Partendo dall’analisi del progetto di unità del continente disegnato dal Manifesto di Ventotene dagli antifascisti al confino (Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni) il dibattito discuterà similitudini, differenze e forme di nuove e vecchie politiche di discriminazione presenti nelle società europee degli anni ‘30-’40 e in quelle odierne.


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24 gennaio 2022

No all’addestramento paramilitare fascista ai Pratoni del Vivaro



Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Roma e le sezioni dei Castelli Romani, nella preoccupazione per quello che l’imminente e annunciato raduno “No Vax” in località Pratoni del Vivaro potrebbe significare in termini di nuovi contagi e problemi per l’ordine pubblico, nonché per la matrice neofascista trapelata dagli organizzatori del raduno, ribadiscono la loro ferma contrarietà a una tale manifestazione sul territorio.

La libertà di manifestazione e di riunione è sacrosanta, ma non quando rischia di minacciare la sicurezza altrui e quando è contraria ai principi democratici e di convivenza civile propri dell’ordinamento repubblicano. Basandoci sui precedenti di simili raduni che hanno visto la partecipazione cospicua di forze politiche e personaggi provenienti dagli ambienti neofascisti  e su alcune comunicazioni degli organizzatori (come quelle che invitano a portare mezzi pesanti ed annunciano un addestramento “paramilitare”), nonché e non da ultimo sui dati epidemiologici attuali, che mostrano un netto prevalere dei non vaccinati tra i ricoverati gravi, riteniamo che questo raduno non possa che rappresentare un pericolo per la sicurezza di tutti gli abitanti della zona dei Castelli Romani.

Auspichiamo una pronta risposta delle altre Amministrazioni comunali del Parco dei Castelli Romani all’appello della sindaca di Rocca di Papa Veronica Cimino per la convocazione di un tavolo dei Sindaci del territorio per risolvere il problema.

Invitiamo tutte le Amministrazioni comunali della zona ad attivarsi presso la Prefettura di Roma affinchè questo raduno venga impedito, sia per evitare che in un territorio come questo, pieno di storia partigiana e antifascista, abbia luogo una manifestazione contraria alla Costituzione e alla storia che l'ha generata, sia per tutelare e preservare l'integrità dei luoghi del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Chiediamo un celere intervento della Prefettura e del Ministero dell’Interno (al quale è pervenuta anche un’interpellanza parlamentare sottoscritta dai Senatori Elena Fattori, Gregorio De Falco e Maurizio Buccarella) contro questo raduno.

Siamo pronti a mobilitarci in sostegno delle Amministrazioni Comunali che aderiranno a questo appello e si attiveranno presso gli organi di sicurezza competenti.

ANPI Comitato Provinciale di Roma

ANPI Quadrante sezioni dei Castelli Romani

22 gennaio 2022

24 gennaio - 5 febbraio 2022: prossime iniziative




24 gennaio 2022 - ore 17,00  Le donne di Ravensbruck - Incontro con Aldo Pavia, Ambra Laurenzi, Paola Modigliani, Marina Pierlorenzi, Paolo De Zorzi. Saluto di Edith Bruck. Conclusioni a cura di Fabrizio De Sanctis.

In ricordo di Lidia Beccaria Rolfi, Anna Maria Murri, Teresa Noce, e delle donne italiane deportate.

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27 gennaio 2022 - ore 18,00 - piazza dell'Esquilino - Fiaccolata per gli stermini dimenticati di Rom e Sinti, Porrajmos - Omosessuali, Omocausto - Diversamente abili Aktion T4 - Testimoni di Geova. Organizzata da Opera Nomadi. Interverranno il Presidente del Circolo Mario Mieli, Mario ColamarinoWalter Tanoni e Kasim Cizmic (Portavoce Comunità Rom/Sinti di Roma), Silvia Cutrera (A.V.I. – Associazione Vita Indipendente per i diversamente abili), Fabrizio De Sanctis (Presidente ANPI di Roma), Bianca Lami Cimiotta (VicePresidente Nazionale FIAP), Erica Battaglia, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma, e Fabrizio Rufo, Assessore alla Cultura del II Municipio.


28 gennaio 2022 - ore 17,00 -  - Presentazione del libro: "Dalle Alpi al deserto libico. I Diari di Rodolfo Graziani 1940-1941" di Mauro Canali. Organizzato da ANPI e ANED. Interverrà l'autore. 

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31 gennaio 2022 - ore 17,00 - L’unità europea dal Manifesto di Ventotene al contrasto delle nuove discriminazioni contemporanee.

Organizzato da ANED, ANPI e PROGETTO MEMORIA

Presiedono Paolo De Zorzi e Fabrizio De Sanctis. Saluto di Aldo Pavia. Relatore Davide Conti.

Interventi dei Presidenti delle Associazioni e di Lello Dell’Ariccia. 

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5 febbraio 2022 - ore 15,00 Porta San Paolo - MANIFESTAZIONE "BASTA FASCISMI, MAFIE E DISUGUAGLIANZE. PER UN'EUROPA DELL'ACCOGLIENZA"

Promuovono Ass. Partigiane, dell'antifascismo e della deportazione, sindacati, partiti, org. studentesche, Associazioni, movimenti. 

20 gennaio 2022

E' morto a 102 anni Sergio Lepri, grandissimo maestro di giornalismo, diresse, tra l'altro, il giornale clandestino del Partito Liberale durante la Resistenza a Firenze e scrisse per "la Nazione del Popolo" organo del Comitato di Liberazione.

E' morto a 102 anni Sergio Lepri, grandissimo maestro di giornalismo, diresse, tra l'altro, il giornale clandestino del Partito Liberale durante la Resistenza a Firenze e scrisse per "la Nazione del Popolo" organo del Comitato di Liberazione.

Il comitato provinciale dell’ANPI di Roma esprime le più sentite condoglianze alla famiglia.



Sergi Lepri nel 2016, al momento della consegna della Medaglia della Liberazione del Ministero della Difesa




Sergio Lepri è nato a Firenze nel 1919, l’anno che, facendo seguito alla fine della prima guerra mondiale, fu chiamato l’anno di ferro. A Firenze si è laureato in filosofia nel 1940; la tesi era sull’estetica di Benedetto Croce. “Lei l’ha distrutta” disse un relatore (Chiavacci) “senza costruirne una sua”. “Mi lasci tempo” rispose Lepri, “ho solo vent‘anni”. Ha mantenuto l’impegno, continuando a occuparsi di arte e di estetica.
Nel 1943 era sottufficiale (ufficiale no, gli mancavano due millimetri di statura) all’Ufficio operazioni del Comando della Quinta Armata e così fu testimone in prima fila di quello che successe dopo l’arresto di Mussolini il 25 luglio e l’armistizio dell’8 settembre. Meglio – dice – degli storici.
Al giornalismo è arrivato durante la Resistenza, dirigendo a Firenze il giornale clandestino del Partito liberale. Poi, a guerra non ancora finita, entrò nel 1945 alla “Nazione del popolo”, organo del Comitato di liberazione. Nel 1950 era redattore capo del “Giornale del Mattino”, il quotidiano che, diretto da Ettore Bernabei, veniva chiamato l’organo della repubblica fiorentina di La Pira. Nel 1956 ne divenne corrispondente da Parigi, quando Bernabei passò al “Popolo”.
Nel 1957, giornalista senza tessere (votava per il Partito repubblicano), fu scelto da Amintore Fanfani come suo portavoce e poi come capo del Servizio stampa del suo governo dal 1958 al febbraio del 1959. Un anno e mezzo dopo, disoccupato, fu assunto dall’Ansa nel settembre del 1960 e nominato prima vicedirettore nel gennaio 1961 e poi, un anno dopo, direttore.
Da impresa artigianale, l’Ansa crebbe anno dopo anno. Negli anni '70 era diventata dopo Ap, Afp, Reuter – la quarta agenzia di stampa nel mondo, in competizione con la tedesca Dpa e la spagnola Efe. Negli anni Ottanta era, dopo l’inglese Reuters, l’agenzia più avanzata sul piano informatico; fu la prima agenzia nel mondo ad avere un archivio elettronico delle informazioni. Ha lasciato la direzione dell’agenzia nel 1990. Per trenta anni – sostiene – l’Ansa ha assicurato a tutta la stampa scritta e parlata e anche ai più importanti organi pubblici e privati una informazione completa e imparziale. Non c’era ancora Internet. Ha scritto parecchi libri. Molti di didattica; l’ultimo “News, manuale di linguaggio e di stile per l’informazione scritta e parlata” (Rizzoli, 2011). Alcuni di storia (il più importante “L’agenzia Stefani da Cavour a Mussolini”, Le Monnier, 1999 e 2001). L’ultimo libro l’ha scritto a 94 anni con Ettore Bernabei: “Permesso, grazie, scusi. Dialogo fra un cattolico fervente (Ettore) e un laico impenitente (Sergio)”.
Dal 1986 al 2004 è stato docente di “Linguaggio dell’informazione” nella scuola di giornalismo della Luiss. Ha praticato con regolarità tre sport: il tennis (fino al 2015), la roccia (fino al 2006) e lo sci di fondo (ancora).
Ha avuto parecchie onorificenze. A una tiene molto: di cavaliere di gran croce, l’onorificenza più alta della repubblica italiana.

La sua intervista per "Noi Partigiani":

https://www.noipartigiani.it/sergio-leprisergio-lepri/ 

Vale davvero visitare il suo sito ricchissimo di contenuti:

https://www.sergiolepri.it/

19 gennaio 2022

24 gennaio 2022: Le donne di Ravensbruck - alla Casa della Memoria e della Storia


 

Incontro con Aldo Pavia, Ambra Laurenzi, Paola Modigliani, Marina Pierlorenzi, Paolo De Zorzi. Saluto di Edith Bruck. Conclusioni a cura di Fabrizio De Sanctis.

In ricordo di Lidia Beccaria Rolfi, Anna Maria Murri, Teresa Noce, e delle
donne italiane.

Per Alfred Rosenberg, ideologo del nazismo, la donna tedesca era “puro strumento di conservazione e di moltiplicazione della razza” e la volontà di Himmler era di trasformare “le segretarie in casalinghe”. La maggior parte dei lavori fu loro negata, così come frequentare l'università. Per queste donne, ritenute “pezzi di immondizia idonea al lavoro” venne istituito un apposito lager: Ravensbrück, unico campo essenzialmente per donne e bambini, ufficialmente aperto il 18 maggio 1939. Furono circa 120.000 le donne deportate a Ravensbrück e decine di migliaia le vittime. In questo lager vennero deportate anche un migliaio di italiane.
Ambra Laurenzi, Presidente del Comitato Internazionale di Ravensbrück, Marina Pierlorenzi, vicepresidente Anpi Roma, Aldo Pavia, vicepresidente nazionale Aned, Paolo De Zorzi, presidente ANPPIA Roma, ricostruiscono le vicende del lager e in particolare la sorte delle politiche italiane costrette al mortale lavoro schiavo e ad una straziante quotidianità.

08 gennaio 2022

Manifestazione fasciste a Roma - Il Presidente dell'ANPI provinciale Fabrizio De Sanctis: sciogliere tutte le loro organizzazioni, requisire i loro patrimoni e impedire che partecipino alle elezioni

Com’era facilmente prevedibile, la commemorazione dei tragici fatti di Acca Larentia si è trasformata, ancora una volta, in manifestazioni di apologia del fascismo. Ad Acca Larentia una selva di saluti romani schierati in modo paramilitare.

La Costituzione antifascista deve essere difesa da ogni rigurgito fascista ed applicata.

Importante l’esempio del Consiglio dei Ministri francese, a pochi giorni dalle violenze del gruppo fascista degli  “Zuavi" ha adottato un decreto di suo scioglimento per l’incitamento all’odio e alla violenza. 

Sciogliere tutte le organizzazioni fasciste, requisire i loro patrimoni, impedire che partecipino alle elezioni è un imperativo costituzionale.

Il fascismo non è un’opinione, è un crimine!



06 gennaio 2022

No alle manifestazioni fasciste previste per il 7 gennaio

Domani 7 gennaio ricorre l'anniversario dei tragici fatti di Acca Larentia che da anni sono il pretesto per manifestazioni neofasciste in vari luoghi della città, soprattutto al Verano e ad Acca Larentia. Quest'anno è stata annunciata anche in Piazza Santa Maria Ausiliatrice, nei pressi di Acca Larentia ma luogo che nulla ha a che vedere con i fatti che si vorrebbero "commemorare".  

Il Comitato provinciale dell'ANPI di Roma, la sezione ANPI di San Lorenzo e le sezioni ANPI del VII Municipio chiedono con forza il divieto di ogni manifestazione o raduno fascista, che oltre ad essere intollerabili atti di sedizione anticostituzionale, mettono a repentaglio la sicurezza della cittadinanza, sia dal punto di vista dell'ordine pubblico che da quello sanitario.

Trattasi di organizzazioni delle quali continuiamo a chiedere lo scioglimento per la loro quotidiana azione di sovversione violenta e di atti squadristici per alcuni dei quali sono aperti processi in varie sedi giudiziarie italiane.

Chiediamo alle Istituzioni la piena osservanza dei principi costituzionali e delle leggi della Repubblica affinché le manifestazioni fasciste preannunciate siano vietate e qualora tenute ugualmente, i responsabili puniti a norma di legge.




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Ripudia intolleranza, razzismo e antisemitismo.
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