20 giugno 2024

L'ANPI Roma dopo l'aggressione agli studenti torna a chiedere lo sgombero immediato e lo scioglimento di casapound


 

Il Comitato dell'ANPI Provinciale di Roma, appreso da notizie di agenzia che gli aggressori dei giovani della Rete degli studenti e di Sinistra Universitaria sarebbero 4 militanti di Casa Pound, nel tornare a condannare l'aggressione, torna anche a chiedere lo sgombero dello stabile di proprietà pubblica divenuto ormai da anni il covo fascista di Casa Pound e lo scioglimento di tale organizzazione la cui esistenza costituisce pericolo per l'incolumità delle persone. Ogni altro ritardo, oltre che continuare ad aggravare il danno erariale, costituirebbe anche colpevole complicità in ulteriori gravi incidenti dovessero accadere.
Si applichino le leggi della Repubblica, si sciolgano le organizzazioni fasciste.

Oggi 20 giugno, alle ore 18 presidio antifascista in piazza Vittorio Emanuele II - lato Via Conte Verde

Al Presidio parteciperanno:

Maurizio Landini - segretario generale della CGIL,

Gianfranco Pagliarulo - presidente nazionale ANPI

Elly Schlein - segretaria del Partito Democratico

19 giugno 2024

18 giugno 2024 in Piazza SS. Apostoli contro l'autonomia differenziata e il premierato a difesa della Costituzione

È stata una grande piazza, stracolma. C'erano praticamente tutti i partiti di opposizione, molte le associazioni e tanta ANPI. Da parte di tutti la consapevolezza della necessità di marciare uniti.

Satnam Singh non ce l'ha fatta. Morto il bracciante abbandonato dopo un gravissimo incidente sul lavoro. Tutto il dolore e l'indignazione dell'ANPI provinciale di Roma

Satnam Singh non ce l'ha fatta. Il bracciante che lunedì scorso aveva perso un braccio sul lavoro e che era stato abbandonato dal "datore di lavoro" davanti alla sua abitazione con il braccio dentro una cassetta della frutta è morto.

L'ANPI provinciale di Roma esprime tutto il dolore e l'indignazione esprimibili e si stringe alla famiglia del lavoratore. Basta allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, alla schiavitù dei lavoratori migranti, alle morti sul lavoro. E' necessaria la mobilitazione di tutte le coscienze democratiche affinché i diritti delle persone, dei lavoratori e delle lavoratrici sanciti dalla Costituzione vengano fatti rispettare. E che intanto sia fatta giustizia a Satnam e a tutti coloro che giornalmente perdono la vita a causa dello sfruttamento e di "imprenditori" senza scrupoli.




ROMA È ANTIFASCISTA!

Domani, giovedì 20 giugno, alle ore 18 saremo in piazza Vittorio Emanuele II in risposta all’aggressione fascista e vigliacca avvenuta nel cuore della Capitale contro alcune ragazze e ragazzi della Rete degli Studenti Medi e di Sinistra Universitaria Sapienza.

Nel tardo pomeriggio di ieri mentre stavano rientrando a casa, dopo la manifestazione in difesa della Costituzione e contro l’autonomia differenziata, quando sono stati aggrediti nel rione esquilino, nei pressi di un locale che è ritrovo di aderenti ad ambienti di destra e di estrema destra di chiare simpatie neofasciste

Nel dare alle studentesse e agli studenti tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno esprimiamo forte preoccupazione per il clima che si sta creando nel nostro Paese. Le organizzazioni che si richiamano al fascismo e al nazismo, evidentemente, ormai si sentono giustificate, tollerate e di poter agire nell’impunibilità.

La Cgil di Roma e Lazio e l’Anpi provinciale Roma saranno sempre al fianco delle studentesse e degli studenti contro i vecchi ed i nuovi fascismi, a partire dalle scuole e nei posti di lavoro, per la lotta alle disuguaglianze, per la difesa dei valori democratici scolpiti nella nostra Costituzione nata dalla Resistenza, per questo rispondiamo al loro appello alla mobilitazione e chiediamo a tutte le forze politiche e sociali che si riconoscono nei valori democratici di essere in piazza.

Al Presidio parteciperanno:

Maurizio Landini - segretario generale della CGIL,

Gianfranco Pagliarulo - presidente nazionale ANPI

Elly Schlein - segretaria del Partito Democratico



14 giugno 2024

Solidarietà al Sally Brown

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia esprime piena solidarietà e vicinanza al Sally Brown Rude Pub per l’aggressione subita ieri notte da parte del gruppo nazista francese di Bordeaux 'La Bastide Bordelaise', conosciuto alle cronache per l'aberrante campagna “in difesa" della razza ariana (Defende Europe). 

La vigliacca aggressione avvenuta quasi all’alba con il tentativo di forzare l'entrata e quindi con il lancio di bottiglie e a quanto pare con martelli e accette, si innesta nel contesto attuale che vede sempre più spesso una crescente agibilità politica dei gruppi che si richiamano al fascismo e al nazismo. 

Storico punto di riferimento di antifasciste e antifascisti romani, locale conosciuto in tutta Europa per la sua attività culturale, artistica e musicale da sempre accompagnata all’impegno sociale e politico, il Sally Brown rappresenta da quasi un trentennio un presidio di socialità e uno spazio di condivisione democratica multirazziale e multiculturale in uno degli storici quartieri dell’antifascismo capitolino. 

Ci aspettiamo la ferma condanna dell'accaduto da tutte le forze politiche, soprattutto da quelle che espressero indicibili giudizi su Ilaria Salis, detenuta senza prove e in condizioni indegne in Ungheria, e che pochi giorni fa hanno trasformato la Camera dei Deputati in arena di assalti squadristi ai danni di un rappresentante dell'opposizione.

Ribadendo ancora una volta la urgente necessità di scioglimento e messa fuori legge delle organizzazioni neofasciste, l’ANPI di Roma è pronta a mobilitarsi per la difesa di ogni spazio democratico e antifascista della città, Medaglia d’Oro della Resistenza, nella quale chi si richiama al ventennio e alle ideologie razziste, sessiste e xenofobe non può e non deve avere alcuno spazio. 

ANPI – Comitato Provinciale di Roma
ANPI – Sez. San Lorenzo



04 giugno 2024

Il 4 giugno 1944: la liberazione di Roma

Il 4 giugno 1944 Roma viene Liberata dalle truppe del generale Clark.


La battaglia di Roma: uno straordinario documentario di Gianni Bisiach 



 La Liberazione di Roma: 4 giugno 1944

di Rosario Bentivegna

La dura offensiva partigiana del febbraio e del marzo 1944, richiesta dagli Alleati dopo lo sbarco di Anzio e condotta dai partigiani romani che operavano in città contro le forze militari germaniche, i loro comandi, i loro trasporti, le loro vie di comunicazione in città, nelle periferie e in tutto il Lazio, provocò inevitabilmente un allentamento delle misure di cautela cospirativa proprie della guerra clandestina. Bloccate da Kesserling le forze alleate sulla spiaggia di Anzio, i tedeschi e i collaborazionisti repubblichini recuperarono con sanguinosi rastrellamenti e con l’aiuto di infiltrati delle diverse polizie, pubbliche e private (le SS di via Tasso, i banditi di Koch alla pensione Jaccarino, la Pubblica Sicurezza di Roma guidata dal questore Caruso, le formazioni repubblichine Muti, Onore e combattimento, Roma o morte, ecc.) il controllo del territorio, arrestarono e deportarono migliaia di romani, ne fucilarono alcune centinaia, massacrarono nei dintorni di Roma le popolazioni civili (ricordo, per tutte, la Pasqua di sangue della Sabina), riuscendo così a liquidare le formazioni partigiane più efficienti e aggressive.

Anche i Gap Centrali caddero alla fine di aprile nelle mani del questore Caruso, che li trasferì alla pensione Jaccarino e di qui a Via Tasso dove, dopo un sommario processo, furono condannati a morte.  L’esecuzione era stata fissata proprio per il 4 giugno, che sarà invece il giorno della liberazione di Roma. Solo pochi di noi, inquadrati nei Gap Centrali, riuscimmo a sfuggire alla caccia spietata che ci veniva condotta (avevamo tutti, tra l‘altro, taglie miliardarie ai valori attuali della moneta: "Spartaco", Carlo Salinari, il nostro comandante, fu "pagato sull’unghia", a chi l’aveva arrestato, un milione di lire del 1944)

Ai primi di maggio Francesco Curreli, ex combattente delle Brigate Internazionali in Spagna, Carla Capponi e io fummo inviati dal nostro Comando Militare nella zona che, da Cassino a Roma, era contenuta lungo le due strade consolari Prenestina e Casilina, dove si svolgeva il massimo dei collegamenti tra i comandi di Roma e il fronte. A me fu affidato il comando militare (si stava arrivando alla unificazione della Resistenza, nel Corpo Volontari della Libertà) di tutte le formazioni militari della zona, interne ed esterne al C.L.N., con il compito di attaccare in tutti i modi il nemico e i collaborazionisti, anche ai fini di preparare le avanguardie partigiane, che, armate dai lanci aerei degli Alleati, avrebbero dovuto precedere le formazioni anglo-americane e partecipare alla insurrezione di Roma.

Analoghi compiti furono affidati a Mario Fiorentini, che aveva come vice Lucia Ottobrini (eravamo gli unici, dei Gap centrali, che erano sfuggiti alla cattura), nella zona di Tivoli, con in più il compito di preparare campi di lancio sul Monte S. Gennaro per avere armi dagli Alleati da portare anche ai partigiani di Roma.

Il 15 maggio gli Alleati sfondarono a Cassino, e la battaglia per Roma, bloccata dopo il fallimento dello sbarco di Anzio, ricominciò. Le nostre formazioni ripresero con più intensità gli attacchi ai tedeschi (nella zona di Palestrina, per il nostro orgoglio, furono affissi dai comandi nemici i famosi cartelli "Acthung! Banditen!"), i tedeschi risposero con la nota brutalità, anche con rappresaglie che ci colpirono direttamente (la famiglia Pinci – il padre, i tre figli e le due figlie, che facevano parte della nostra formazione - furono massacrati davanti alla vecchia madre).

Stavamo in una situazione che non era certo invidiabile: infatti, mentre combattevamo contro i tedeschi, subivamo insieme a loro i bombardamenti e i cannoneggiamenti degli Alleati, ma, soprattutto con l’aiuto di una formazione di carabinieri, riuscimmo a infliggere perdite al nemico, a catturare parecchi prigionieri e perfino gli approvvigionamenti per un battaglione, che ci permisero di sfamarci e che distribuimmo alla popolazione, disperata e dispersa nelle campagne.

Il primo di giugno, privo di collegamenti con il Comando e di notizie sull’andamento delle operazioni militari, decisi di rientrare a Roma per avere notizie e ulteriori istruzioni dal Comando a proposito del trasferimento a Roma, in appoggio dei partigiani romani, delle formazioni che erano al mio comando. Vennero con me Carla Capponi e Dante Bersini, comandante militare della formazione di Palestrina. Francesco Curreli, intanto, operava nella zona della Sgurgola e di Paliano, con il compagno Giannetti, anche lui ex combattente delle Brigate Internazionali durante la Guerra Civile, e comandante delle formazioni garibaldine della zona.

Il due giugno presi contatto con Valentino Gerratana, del comando centrale garibaldino, il quale la sera del tre mi consegnò quattro pesanti batterie con riflettori, che avrei dovuto portare a Tivoli, a Fiorentini, per essere utilizzati come segnali luminosi dei limiti del campo di lancio sul Monte San Gennaro. La parola d’ordine, che ci doveva pervenire da Radio Londra, era "La neve è caduta". La sera in cui l’avessimo sentita bisognava mettere in sito quei fari e attendere il lancio. Si dà il caso che quella missione aerea (lo seppi molti anni dopo) sarebbe stata portata a termine da Ruggero Orlando, il noto giornalista televisivo, ingaggiato dagli Stati Uniti.

La mattina del 4 rimandai Bersini a Palestrina, e, all’alba, Carla e io con due biciclette e due pesanti zaini in cui avevamo disposto i fari prendemmo la via Tiburtina. All’altezza di Ponte Mammolo fummo fermati da reparti tedeschi in ritirata, disposti in posizione di combattimento. Un ufficiale ci chiese dove stavamo andando. "Abbiamo il nostro bambino a Tivoli, dalla balia, gli dicemmo, e siamo molto preoccupati: vogliamo raggiungerlo". "Impossibile, ci rispose, a due chilometri ci stanno gli americani". Carla e io ci consultammo, non potevamo credergli. Ma come, se ieri sera ci hanno dato le disposizioni per i campi di lancio, è chiaro che gli alleati non saranno qui prima di dieci, quindici giorni. Insistemmo per proseguire, l’ufficiale tedesco credette alle nostre giustificazioni, non ebbe nemmeno la curiosità di controllare i nostri zaini, e ci lasciò passare.

Il fatto fu che dopo due chilometri incontrammo effettivamente gli americani, e allora tornammo indietro, attraversammo di nuovo, questa volta verso Roma, le linee tedesche e raggiungemmo il centro militare in Roma, cui demmo la notizia che gli alleati stavano effettivamente arrivando, e che li avremmo visti in serata in città. Per tutto il giorno, sulla via Tiburtina, dove ci eravamo fermati presso il comando di zona, vedemmo sfilare i tedeschi in ritirata, e ci sembrava ancora un esercito imponente, con le sue artiglierie pesanti e i suoi carri armati. Ma quando arrivarono gli americani, con le loro attrezzature e le loro armi, i tedeschi che erano passati poco prima ci sembrarono dei pezzenti, né riuscimmo mai a capire perché, malgrado l’enorme sproporzione di mezzi e la grande quantità di uomini che avevano a disposizione, gli Alleati ci avessero messo tanto tempo ad arrivare a Roma.

Il primo incontro con loro, che lì fecero sosta, fu la sera sul piazzale Tiburtino, e Roma esplose in tali manifestazioni di gioia, dopo nove mesi di buio e di fame, di paura e di morte, che possono essere descritti solo dalle immagini dei cine giornali, e tornarono a vedersi per le strade della città i ragazzi e gli uomini a rischio che Roma aveva nascosto e protetto per ben nove mesi. Fu un secondo 25 luglio, alla faccia di quei quattro sgallettati, più o meno in camicia nera, che parlano della guerra di liberazione solo in termini di guerra civile.



I partigiani romani avevano avuto l’ordine di non attaccare: erano appostati, armati dentro i portoni o dietro gli angoli delle vie secondarie, pronti a reagire ad eventuali tentativi dei tedeschi di aggredire in qualche modo la popolazione civile. Tra i piani farneticanti di Mussolini e del generale Wolff, vero padrone della cosiddetta Repubblica Sociale e comandante in capo delle SS, erano state elaborati piani di punizione dei romani, che avevano così duramente resistito ai tedeschi soprattutto con una straordinaria rete di solidarietà per i perseguitati e con la più intransigente disobbedienza civile (solo il 10 per cento dei romani chiamati alla leva militare e del lavoro risposero ai bandi nazisti, contro il 40 per cento dell’Italia occupata). Nella città e nei suoi dintorni si era sviluppata inoltre una guerriglia che, nei primi nove mesi della Resistenza, e cioè fino al giorno della liberazione della città, era stata la più intensa di qualsiasi altra città d’Italia. Dollmann, comandante delle SS in Roma, scrisse dopo la guerra, nelle sue memorie, che Roma era stata la Capitale dell’Europa occupata che aveva dato più filo da torcere ai tedeschi occupatori. Mahlausen, console tedesco in Roma, sempre nelle sue memorie, riporta che Kappler aveva paura dei romani, e lo stesso Kappler, per giustificare la fretta e la segretezza con cui aveva portato a termine la strage delle Ardeatine, disse durante il processo che gli fu intentato dal Tribunale militare di Roma che non si poteva fidare dei romani, che non lo avevano mai aiutato contro i partigiani, malgrado le promesse di consistenti premi in denaro, e che quella segretezza era dovuta alla paura delle reazioni dei romani e della Resistenza ove fossero stati a conoscenza del delitto che i nazisti stavano per commettere.

I partigiani romani hanno lasciato sul terreno, dall’8 settembre del ‘43 al 4 giugno del ‘44 circa 1700 caduti; oltre diecimila sono stati i romani deportati in Germania. Senza dubbio la ritirata frettolosa dei nazisti da Roma, frutto di probabili accordi presi tra gli Alleati, il Vaticano, i nazisti e il governo italiano di Badoglio, fu dovuta anche alla combattività dimostrata dai romani, di cui si stupisce perfino Kesserling nelle sue memorie, dagli stretti rapporti tra la resistenza passiva, disarmata, della popolazione, e la durezza degli attacchi militari e dei sabotaggi condotti dai partigiani in città e nel Lazio.

Comunque il piano di Mussolini e di Wolff, di difendere Roma casa per casa e di deportare tutta la popolazione maschile valida dalla città fu abbandonato come irrealizzabile anche per la risposta che i romani avevano dato, oltre che con le armi dei loro partigiani, con la protezione offerta ai combattenti e ai perseguitati di qualsiasi colore, avendo non solo impedito ai repubblichini di sviluppare una qualche iniziativa politica, ma anche avendo isolato gli occupatori nazisti da ogni contatto umano con la popolazione. I nazisti ebbero tutto il tempo di capire che un’iniziativa antipopolare di massa sarebbe finita, a Roma, molto peggio che a Napoli.

Fu anche per questo che se ne andarono con la coda tra le gambe, non senza, però, lasciare dietro di loro la consueta striscia di sangue, con i massacri della Storta e del mercato di Poggio Mirteto.

(da "Liberazione", 5 giu. 2001)


01 giugno 2024

Roma libera e antifascista - Festa dell'ANPI Provinciale di Roma - 31 maggio/2 giugno 2024 alla Città dell'Altra Economia

Festa dell'ANPI Provinciale di Roma - 31 maggio/2 giugno 2024


link alla pagina dedicata:
Dal 31 maggio al 2 giugno 2024 a Testaccio, Città dell'Altra Economia - 
area ex Mattatoio Dibattiti, presentazioni di libri, mostre, spettacoli, concerti, 
spazio bambini. 
Nell'Ottantesimo della Liberazione della città dal nazifascismo, 
Roma Libera e Antifascista sempre!
Il programma:

31 maggio 2024

16.00
Inaugurazione festa: saluti istituzionali, Lorenza Bonaccorsi, presidente I Municipio, 
Miguel Gotor assessore alla Cultura di Roma Capitale e Pierluigi Sanna 
vicesindaco Città Metropolitana di Roma
Banda Cecafumo concerto

16.30
Roma liberata e la rinascita del sindacato: intervengono Natale Di Cola, 
Gianfranco Pagliarulo, Marina Pierlorenzi, Ilaria Romeo e Giuseppe Sircana, 
modera Livia Astolfi

18.00
Nicola Alesini, brani tratti dall’album Un amore partigiano

18.15
Iole Mancini e Luciana Romoli, Il racconto della Resistenza, 
Iole Mancini e Concetto Vecchio, “Un amore partigiano” (Feltrinelli),
Luciana Romoli, “Luce. Storia di una partigiana” (People)

18.30
Le donne nella Resistenza romana: con Gemma Calamandrei, Maura Cossutta, 
Marina Pierlorenzi, Fiorenza Taricone, modera Amalia Perfetti.
Presentazione della canzone, dedicata a Maria Teresa Regard, 
Tutti quanti mi chiamano Passione” di Letizia Fuochi

21.00
Quattro giugno 1944. “Or ch’è liberata Roma…” concerto con Gabriele Modigliani, 
Sara Modigliani, Massimo Lella e Laura Zanacchi, dedicato a Giovanna Marini

22.00
The Gang concerto



1 giugno 2024

16.00
Presentazione del libro di Marco Damilano, “La mia piccola patria. 
Storia corale di un paese che esiste” 
(Rizzoli) dialogano con l’autore Davide Conti e Amalia Perfetti

17.00
Presentazione della graphic novel “Uniti nella stessa lotta. 
Memorie di Giacomo Matteotti” 
(People) di Tommaso Catone introduzione di Stefano Catone, 
dialoga con gli autori Morena Terraschi

18.00
Fascismo e neofascismo nella storia d’Italia con Stefano Catone, Davide Conti, 
Fabrizio De Sanctis, Ilaria Moroni e Giovanni Tamburrino, modera Simona Maggiorelli

20.15
Barricata concerto

21.15
BandaJorona concerto

21.45
Mater concerto

21.15
The G5 Project concerto

22.15
Frankie hi-nrg mc  concerto


2 giugno 2024
16.30
ANPI Roma ieri, oggi e domani con Valerio Bruni, Marco Noccioli, Morena Terraschi
le/i giovani dirigenti ANPI che si raccontano

18.00
Presentazione del libro “Dove sono i pacifisti?” (People) di Mauro Biani 
e Roberto Vicaretti, dialoga con gli autori Amalia Perfetti

19.00
Presentazione del libro “Roma in armi. La Resistenza nella Capitale (1943-1944)” 
(Carocci editore) di Davide Conti dialogo con l’autore Marina Pierlorenzi.

20.00
Testimonianza di Venanzio Ricci, figlio di Domenico Ricci, martire delle Fosse Ardeatine

20.15
‘E intanto Roma resiste…” di e con Ilaria Patamia

21.00
Rino Gaetano Day concerto




Tutti i giorni
Angolo bambini: età 4-8 anni tutti i giorni dalle 16.30 alle 20.00
Mostra Donne R-Esistenti a Roma a cura del Coordinamento 
Donne ANPI Provinciale Roma “Tina Costa”
Mostra Madri Costituenti a cura del Coordinamento Nazionale Donne ANPI
Con la collaborazione di “La Città dell’Altra Economia” e “Blue Room”
Stand di ANPI Provinciale Roma, CGIL Roma e Lazio, Emergency Roma, Libera Roma, 

Rete #NoBavaglio
Nei giorni della festa porterà un saluto Roberto Gualtieri, sindaco di Roma 
e della Città Metropolitana.
Servizio di interpretariato in lingua dei segni italiana (LIS) dalla cooperativa 
Segni di Integrazione - Lazio




























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