A pochi giorni dalla caduta del fascismo, si diffonde nella città di Bari la notizia dell'imminente liberazione dei prigionieri politici. Il 28 luglio, un corteo di circa 200 persone, in maggioranza studenti, raggiunge la sede della federazione fascista in Via Niccolò dell'Arca, presidiata da un folto nugolo di soldati del Regio Esercito, Carabinieri e membri della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, non ancora disarmata e inquadrata nel Regio Esercito al comando del generale Armellini.
Dopo aver intavolato una trattativa per la rimozione dei simboli fascisti, improvvisamente dalle finestre dell'edificio il presidio apre il fuoco contro i manifestanti. In 20 cadranno sotto i colpi dei militari, moltissimi rimarranno feriti e non potranno ricevere i primi soccorsi se non dopo molte ore.
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