28 dicembre 2024

28 dicembre 1943: l'assassinio per mano fascista dei fratelli Cervi e di Quarto Camurri

All'alba del 28 dicembre 1943, nel poligono di tiro di Reggio Emilia, cadevano sotto le raffiche del plotone di esecuzione Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore assieme al compagno di lotta Quarto Camurri. Gli otto partigiani erano stati arrestati il precedente 25 novembre da un consistente plotone di militi della Guardia Nazionale Repubblicana assieme al loro padre Alcide, al partigiano Dante Castellucci "Facio" e a tre soldati alleati fuggiti dai campi di prigionia e unitisi alla banda capeggiata dai sette fratelli: il russo Anatolij Tarassov, i sudafricani John David Bastiranse "Basti" e John Peter De Freitas "Jeppy", l’irlandese Samuel Boone Conley: in quell'occasione, la casa colonica in cui risiedevano, nelle campagne tra Gattatico e Campegine, fu circondata e data alle fiamme.



Prima ancora che punto di riferimento per la lotta partigiana nelle campagne reggiane, il podere dei Campi Rossi, ove la famiglia Cervi si era trasferita nel 1934, aveva rappresentato un laboratorio di antifascismo attivo: il padre Alcide, cattolico e iscritto al Partito Popolare sin dal 1921, aveva assieme alla moglie Genoeffa Cocconi educato i nove tra figli e figlie all'impegno nel lavoro quotidiano nei campi, coniugato ad una fede dall'espressione spontanea ed estranea a qualsiasi dogmatismo. Fu il fortissimo desiderio di emancipazione sociale, coltivato attraverso intensi studi e letture della piccola biblioteca che andava costituendosi in casa, a portare i Cervi ad introdurre nel proprio podere le più moderne tecniche agricole e zootecniche, introducendo nella zona la coltivazione della vite americana e arrivando ad acquistare nel 1939 uno dei primi trattori della campagna emiliana. Quella stessa volontà di riscatto che li rese padroni non solo del proprio lavoro ma anche delle proprie idee li condusse all'inevitabile scontro con il fascismo, che si concretizzò nella scelta della lotta armata all'indomani dell'8 settembre con la nascita della "banda Cervi", trasferitasi in montagna all'inizio dell'ottobre 1943. La formazione alternerà alle azioni in montagna i "colpi" in pianura, come nel caso del fallito attentato al segretario del Partito Fascista Repubblicano Giuseppe Scolari, sino alla cattura dei suoi capi il 25 novembre 1943. Alcide Cervi, scampato all'eccidio e fuggito dal carcere di San Tommaso l'8 gennaio 1944 a seguito di un bombardamento, riuscirà a tornare a casa, ove apprenderà della tragica fine dei figli; Genoeffa Cocconi morirà il 14 novembre 1944 per le conseguenze di un infarto avuto quando i fascisti tornarono a devastare e dare alle fiamme la casa dei Campi Rossi nell'ottobre 1944.

𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑑𝑎𝑡𝑖, 𝑓𝑖𝑙𝑜𝑠𝑜𝑓𝑖, 𝑝𝑜𝑒𝑡𝑖,
𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑒𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑎𝑧𝑧𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑎.
𝐿’𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒, 𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒, 𝑖𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑛𝑒𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑛𝑎 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎.
𝑂𝑔𝑛𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑣𝑜𝑟𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑖 𝑣𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑛𝑜𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎, 𝑑𝑖 𝑝𝑢𝑑𝑜𝑟𝑒,
𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑖𝑎, 𝑚𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑡𝑟𝑖𝑠𝑐𝑖𝑎𝑛𝑜
𝑡𝑎𝑟𝑑𝑖 𝑑𝑖 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎, 𝑟𝑎𝑝𝑖𝑑𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑐𝑐ℎ𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒.

(Salvatore Quasimodo, 𝐴𝑖 𝑓𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖 𝐶𝑒𝑟𝑣𝑖, 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎, vv. 33-38)
 

La grafica riproduce uno splendido disegno di Militanza Grafica!

https://www.anpi.it/biografia/fratelli-cervi

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