04 febbraio 2025

La Conferenza di Jalta (4-11 febbraio 1945)

 La Conferenza di Jalta fu il vertice tenutosi dal 4 all'11 febbraio 1945 nei pressi di Jalta, in Crimea, durante la Seconda Guerra Mondiale. Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Iosif Stalin, capi rispettivamente dei governi degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell'Unione Sovietica, vi presero alcune decisioni importanti sul proseguimento del conflitto, sull'assetto futuro dell'Europa, e sull'istituzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
La conferenza ebbe luogo in un momento in cui la situazione politico-strategica era fortemente favorevole all'Unione Sovietica, con l'Armata Rossa giunta a un'ottantina di chilometri da Berlino, mentre gli Alleati si trovavano fermi sul confine occidentale della Germania a oltre 700 chilometri dalla capitale tedesca; in Italia il fronte era bloccato da mesi sulla linea Gotica.

Lo svolgimento della conferenza e le decisioni politico-diplomatiche che furono raggiunte hanno dato luogo ad accese controversie in sede di analisi storiografica e di polemica politica internazionale. Per alcuni è considerata l'origine della Guerra Fredda e della divisione dell'Europa in blocchi contrapposti a causa soprattutto dell'aggressivo espansionismo sovietico. Secondo altri rappresentò invece l'ultimo momento di leale collaborazione tra le tre grandi potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, i cui risultati sarebbero stati vanificati soprattutto a causa di una serie di decisioni prese dagli occidentali e di situazioni verificatesi nei mesi seguenti del 1945.

Gli accordi raggiunti a Jalta inclusero:
- una dichiarazione in cui si incoraggiava lo svolgimento di elezioni democratiche nell'Europa liberata dai nazisti;
- l'idea di istituire una nuova organizzazione mondiale, le Nazioni Unite (ONU) e del Consiglio di sicurezza;
- il disarmo e la smilitarizzazione della Germania. Le tre potenze vincitrici più la Francia (non invitata alla Conferenza) avrebbero controllato ciascuna una zona di occupazione. Lo smembramento della Germania sarebbe dovuto essere provvisorio. Furono fissate in 22 miliardi di dollari le riparazioni dovute;
- l'insediamento in Polonia di un "governo democratico provvisorio", che avrebbe dovuto condurre a libere elezioni;
- riguardo alla Jugoslavia, fu approvato l'accordo fra Tito e Šubašić (capo del governo monarchico in esilio), che prevedeva la fusione fra il governo comunista e quello in esilio;
- i sovietici avrebbero dichiarato guerra al Giappone entro tre mesi dalla sconfitta della Germania; in cambio avrebbero ricevuto alcune isole strategiche e avrebbero visti riconosciuti i loro interessi nei porti cinesi di Port Arthur e Dalian;



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