Lettera di Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell'ANPI,
al Corriere della Sera del 2 luglio 2013
"NON DIMENTICARE
LE STRAGI NAZISTE"
Caro direttore,
la vicenda delle stragi nazifasciste del 1943-45, che riguarda circa 15.000
vittime, è spesso oggetto di trattazioni prive di completezza d'informazione.
Finora non c'è stata
una vera assunzione di responsabilità da parte del Governo italiano circa
la vicenda dei fascicoli «occultati», che tanto danno hanno provocato, ai fini
delle indagini. È vero, anche, che dal 2006, quando cioè ha terminato i suoi
lavori (ed è finita la legislatura) la Commissione di inchiesta parlamentare,
istituita proprio per scoprire le cause del mancato utilizzo e dell'occultamento
di quasi mille fascicoli, non si è riuscito a ottenere che il Parlamento
discutesse sulle relazioni conclusive della Commissione stessa.
Mi permetto però di
segnalare alcune iniziative che costituiscono a mio parere dei
significativi passi in avanti per mantenere viva l'attenzione su questi tragici
fatti e per ottenere finalmente verità e giustizia.
Un libro recente di
Buzzelli, De Paolis, Speranzoni, La ricostruzione giudiziale dei crimini
nazifascisti in Italia (ed. Giappichelli - 2012), non solo contiene una
completa ed esauriente ricostruzione dei fatti e delle vicende connesse alle
stragi suddette, ma riporta, alla fine, un'ampia bibliografia di ben tredici
pagine.
E tra breve, uscirà,
per le edizioni Carocci, un volumetto curato dall'Anpi (Associazione
nazionale partigiani d'Italia) intitolato: Le
stragi nazifasciste del 1943-1945 tra memoria, responsabilità e riparazione,
che prende spunto dal Convegno che l'Associazione ha tenuto, in una sala del
Senato, il 29 gennaio 2013, con relatori illustri, foltissimo pubblico e
particolare attenzione, anche della stampa.
L'Anpi (che
Franco Giustolisi continua a ritenere parte di una presunta «congiura del
silenzio») ha avviato una petizione
popolare per chiedere, appunto, che si discuta finalmente la vicenda in
Parlamento e ha svolto la sua Festa nazionale, a Marzabotto, nel giugno 2012,
dedicandola a tutte le vittime delle stragi e tenendo, in quella sede, un forum
sul tema, molto partecipato da studiosi ed esperti e anche da rappresentanti di
Associazioni delle vittime delle stragi.
Per non parlare dei
ripetuti e molteplici incontri che si sono svolti al ministero degli Esteri,
con diverse Associazioni e con l'Anpi in prima persona, per discutere sul come
ottenere giustizia, risarcimenti, riparazioni. In una di queste riunioni,
recentissima, erano presenti anche rappresentanti della Germania; e con loro e
con i dirigenti italiani si è discusso di un progetto dell'Anpi stessa e del Insmli
(Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia) per
la redazione di un completo Atlante delle stragi, di cui si chiede alla
Germania il finanziamento. Il sottoscritto ha quindi consegnato al ministero
degli Esteri, così formalizzandola, una serie di richieste da far valere presso
il corrispondente ministero tedesco, tra cui anche l'esecuzione, in Germania,
delle sentenze italiane.
L'Anpi, inoltre, ha
contribuito alla presentazione di un ampio documento, sottoscritto da un
intero gruppo parlamentare, su tutta la vicenda, per ottenere che si discutesse
in Aula, si accertassero finalmente le responsabilità e si contribuisse anche a
«riparare», ove possibile. Purtroppo quell'interpellanza è decaduta per fine
legislatura e ora se ne sta predisponendo un'altra, cercando di raccogliere
molte firme e di esercitare una seria pressione perché finalmente si discuta
tutto a viso aperto.
Certo, ci sono ancora
molti vuoti, quello del dibattito parlamentare mancato, quello di una chiara
assunzione di responsabilità «italiana» per la vicenda dei fascicoli
occultati, quello dei ministeri competenti che non si sono adoperati perché le
sentenze emesse dai Tribunali militari italiani fossero eseguite ovunque, e
dunque anche in Germania, quello di coloro che (penso al Tribunale di Stoccarda
che archivia vicende per le quali, in Italia, sono stati irrogati otto
ergastoli, con sentenze definitive) preferiscono rimuovere una pagina storica
veramente terribile. Sono vuoti che stiamo cercando di colmare, con fatica e
con impegno (non da soli: penso ai commossi interventi, a Marzabotto e a
Sant'Anna di Stazzema, dei Presidenti della Repubblica dell'Italia e della
Germania), talora cercando accordi conclusivi con la Germania (ricordo la
relazione del gruppo di storici italo-tedesco, che è stata presentata nel
novembre scorso e che, pur con qualche parte discutibile, rappresenta una fase
saliente del cammino che si sta cercando di percorrere). E da una più ampia
informazione, ripeto, non potrà che derivare un vantaggio non solo per il
nostro lavoro, ma per l'attesa e l'ansia di verità e giustizia che anima ancora
coloro che hanno vissuto, direttamente o indirettamente, gli effetti di questa
enorme tragedia.
Presidente nazionale
dell'Anpi
Carlo Smuraglia2 luglio
2013