30 ottobre 2014
ANPInews n. 138 – 28 ottobre / 4 novembre 2014
26 ottobre 2014
“La Marcia su Roma” - Convegno, martedì 28 ottobre alla Casa della Memoria
Martedì 28 Ottobre 2014 ore 17:00
Casa della Memoria e della Storia - Via San Francesco di Sales, 5
Il 30 ottobre 1922 Mussolini viene incaricato di formare un governo per risolvere la crisi politica con la quale il parlamento non riesce a trovare una soluzione al tentativo insurrezionale fascista. Quella che la retorica fascista farà passare come un atto rivoluzionario in realtà si stava trasformando in un insuccesso. Le colonne di squadristi, male armati, erano state bloccate dallo schieramento dell'Esercito molto lontane dalla capitale. Sarebbe bastata una scelta più decisa, l'autorizzazione allo stato d'assedio, prima promulgato e poi revocato, per far intervenire l'esercito e disperdere i fascisti.
Interventi di:
Colonnello Antonino Zarcone, Capo ufficio storico S.M. Esercito
Professore Mariano Gabriele, Storico militare
Ernesto Nassi, Presidente ANPI Provinciale di Roma
Lettera aperta al Liceo Giulio Cesare
23 ottobre 2014
Comunicato Stampa: Basta impunità per aggressioni ed atti vandalici, chi inneggia a fascismo e nazismo deve essere individuato e perseguito
NOTA DI APPROFONDIMENTO
22 ottobre 2014
Anpi Roma aderisce alla manifestazione indetta dalla CGIL il prossimo 25 ottobre
L'ANPI prov. di Roma da appuntamento davanti alla Chiesa S.M degli Angeli (P.za Repubblica) alle ore 8.45 dove saranno presenti i compagni della presidenza con lo striscione "I Partigiani".
Fraterni saluti,
Ernesto Nassi - Presidente ANPI Prov.le di Roma
Info e materiali nel sito della CGIL
20 ottobre 2014
"La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti” il 22 ottobre presentazione del libro a cura di Sez. Anpi Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”
“7 Ottobre 1943 – La deportazione dei Carabinieri romani nei Lager nazisti”
di Anna Maria Casavola che si svolgerà mercoledì 22 Ottobre 2014 alle ore 17,30 presso la Camera del Lavoro Territoriale CGIL Roma Nord-Civitavecchia in P.zza S. Giovanni B. De La Salle 3/a, 2° piano – Roma (zona Aurelio)
Il volume esamina il caso poco conosciuto del tragico destino di circa duemilacinquecento Carabinieri romani che il 7 Ottobre 1943 vennero catturati dai nazisti e deportati nei lager in Germania e in Polonia.
Porteranno il saluto della CGIL e dello SPI CGIL: Cesare Caiazza e Eraldo
Riccobello, Segretari della Camera del Lavoro e dello SPI- CGIL Roma Nord
Civitavecchia
Interverranno:
Coordinerà l’incontro Ugo Fanti , della Sezione ANPI Aurelio-Cavalleggeri Galliano Tabarini.
16 ottobre 2014
“Pitzinnos Pastores Partigianos – Eravamo sbandati insieme” - presentazione libro e incontro con autori il 18 ott. Sez. Anpi Colleffero
“Pitzinnos Pastores Partigianos – Eravamo sbandati insieme” di Piero Cicalò, Pietro Dettori, Salvatore Muravera, Natalino Piras ed all’incontro Incontro con gli autori che si svolgerà sabato 18 ottobre 2014 alle ore 10.30 presso la sala del Centro Anziani di via Berni a Colleferro.
15 ottobre 2014
Alla Stazione Tiburtina musica e recitazione per il ricordo del 71° anniversario della deportazione degli ebrei.
La manifestazione viene anticipata di un giorno per rispettare la festa ebraica di Sukkoth (delle Capanne).
Mercoledì 15 ottobre 2014, ore 18, presso il binario uno della Stazione Cavour Tiburtina.
Roma, 15 ottobre 2014
14 ottobre 2014
71° della Razzia del Ghetto e della deportazione di cittadini romani di religione ebraica. Anticipata al 15 ottobre.
12 ottobre 2014
Comunicato Stampa - Celebrazione di Priebke a Ponte Sant'Angelo. Anpi Roma: una ignobile provocazione da dimenticare.
09 ottobre 2014
Comunicato Stampa. Manifestazione di estrema destra ad Albano: “No alle ideologie autoritarie e pericolose”.
Aggiornamento del 10 ottobre:
L'inaugurazione della sede di Forza Nuova ad Albano è stata rinviata a domenica 12 ottobre. Nota dell'Amministrazione Comunale:
"A seguito della nostra richiesta scritta (Prot. 41869), nel tardo pomeriggio di ieri insieme al Presidente del Consiglio Massimiliano Borelli ho incontrato il Questore di Roma, con il quale ci siamo lungamente confrontati sulle problematiche da noi sollevate che hanno evidenziato le legittime preoccupazioni della nostra città. Il Questore ha fatto presente che, al di là delle informazioni che circolavano soprattutto sul web, l’iniziativa di “Forza Nuova” non aveva alcuna finalità “celebrativa”. Considerando la forte connotazione simbolica dell’11 ottobre (anniversario della morte di Priebke, il “boia delle Fosse Ardeatine”) e in virtù del fatto che la giornata di sabato avrebbe arrecato alla città oggettivi disagi soprattutto in termini di mobilità e attività degli esercizi commerciali, il Questore ha deciso di spostare a domenica 12 l’inaugurazione della sede di Forza Nuova (comunicazione che vi allego). Ci è stato fatto presente che la Questura non può vietare ad una forza politica (oltretutto presente sulle liste elettorali) di inaugurare una propria sede, in base ad un principio costituzionalmente riconosciuto. Per quanto concerne le prerogative che ha il Sindaco in questi casi, stamattina ho vietato qualsiasi occupazione di suolo pubblico (Prot. 42286): non verrà dunque rilasciato alcun permesso per i giorni di sabato e domenica. Permettetemi infine due considerazioni: innanzitutto che l’immediato intervento della nostra Amministrazione, sostenuto da tutte le forze politiche del centrosinistra e dalla sensibilità cittadina, è riuscito ad avere la pronta attenzione e risposta da parte del Questore, che ringrazio per la disponibilità dimostrata; seconda considerazione, la libertà che oggi ognuno di noi ha di esprimere le proprie opinioni o di aprire una sede politica…… è frutto del sacrificio di migliaia di valorosi partigiani e semplici cittadini che hanno di fatto permesso alla nostra nazione di affermare quei valori democratici e antifascisti di cui andiamo orgogliosamente fieri e che continueremo a difendere da ogni tentativo di provocazione e di rivisitazione storica."
Nicola Marini, Sindaco di Albano Laziale
08 ottobre 2014
"Ricominciare. Donne che costruiscono, 1945-1948". Roma, 11 ottobre.
10.30 Floriana Rizzetto, moderatrice: presentazione
10.45 Marisa Rodano: introduzione
11.15 Annabella Gioia: modelli femminili fra guerra e dopoguerra
11.40 Letture (da Anna garofalo 'Parole di una donna' e da Alba de Cèspedes)
11.50 Fiorenza Taricone: nasce l'associazionismo femminile
12.20 Spettacolo (Manuela Valenti)
13.00 pausa pranzo
14.00 Dove si decide: intervista condotta da Debora Migliucci a Ione Bartolie ad Alba Orti: le prime donne nelle amministrazioni comunali e nei sindacati
15.00 Maria Teresa Antonia Morelli: le donne della Costituente
15.30 Dibattito
16.30 Conclusioni del Presidente nazionale ANPI Carlo Smuraglia
17.00 Termine lavori
Programma formato .jpg:


In Sicilia la commemorazione di Gaetano Butera, Partigiano ucciso alle Fosse Ardeatine
Articolo di Giuseppe Toninelli:
«Ricordare Gaetano Butera - ha detto il sindaco Salvatore Chiantia - è un dovere di tutti noi riesini, soprattutto per tramandare la storia di uomini valorosi e i valori di libertà che rappresentano alle nuove generazioni». Il sindaco ha poi presentato Silvia Baglio, cugina di secondo grado proprio di Butera e residente a Roma. La signora Baglio qualche giorno fa scrisse sul profilo istituzionale di Facebook del comune dopo aver appreso le intenzioni dell'Amministrazione di conferire una medaglia d'oro al valor civile, la seconda medaglia conferita a Butera dopo quella conferitagli dall'Anpi. E proprio la Baglio, a sorpresa perché la sua presenza si è saputa solo giovedì mattina, si è presentata con il foulard tricolore al collo, segno distintivo degli associati all'Anpi.
«Vi prego di ricordare ai giovani di Riesi la figura di questo giovane che a meno di 18 anni si è trovato a Roma, militare e senza più comandanti dopo la dichiarazione dell'armistizio. Poteva tornare a casa ma fece una scelta diversa, cioè quella di continuare a lottare per la libertà del suo paese contro i tedeschi Io continuerò a farlo finchè le forze mi aiuteranno. Ora e sempre Resistenza». È stata inoltre conferita la cittadinanza onoraria proprio a Silvia Baglio con una delibera approvata dalla giunta lo stesso pomeriggio dell'11 settembre. Presente anche il maggiore Di Bartolo in rappresentanza dell'Esercito a cui è stata consegnata una targa da parte dell'assessore Franco La Cagnina.
Giuseppe Toninelli 13/09/2014
L'ANPI di Roma pubblica la bella testimonianza della cugina di Butera, Silvia Baglio:
Come alcuni di Voi sanno sono una cugina di secondo grado di Gaetano e dal primo giorno in cui entrai nell’ANPI chiesi al compagno Nassi se fosse stato possibile ricordare con una lapide nel suo paese di origine appunto a Riesi questo giovane partigiano morto a 18 anni. Mi fu detto di mettermi in contatto col Comune di Riesi ma tramite la prima persona contattata del Comitato Cittadino mi fu risposto che essendoci una giunta di centro destra difficilmente si sarebbe potuto ottenere un qualsiasi riconoscimento ufficiale, durante le mie ricerche di parenti ancora viventi a Riesi di Gaetano Butera ho preso contatto con un suo omonimo non parente che conosciuta la sua storia l’ha diffusa con molta commozione.
Martedì 9/9 Gaetano mi ha inviato tramite facebook la locandina dove si annunciava che, nel corso della festa cittadina giovedì 11/9 ci sarebbe stata la prima commemorazione ufficiale di Gaetano Butera a Riesi. Mercoledì 10 sono riuscita a partire per la Sicilia via Napoli-Palermo dopo aver scritto un messaggio di ringraziamento al comune di Riesi per la cerimonia sul loro sito facebook. Giovedì mattina arrivata a Riesi mi sono recata al Comune per cercarvi l’amico Butera che mi aveva scritto ma non trovandolo mi hanno mandata dalla Segretaria del Sindaco la caraDottoressa Gravagna la quale mi ha accolto con affetto e meraviglia dicendomi:” Signora lei non saquanto l’abbiamo cercata dopo aver letto il suo messaggio” e dopo un’affabile conversazione durante la quale abbiamo ripercorso le tappe delle origini della mia famiglia e del legame con quella di Gaetano Butera m’invitata a tornare alle 12 per conoscere il Sindaco di Riesi e parte della giunta.
Alle 12 ho conosciuto il sindaco Dott. Salvatore Chiantia gli Assessori ed alcuni consiglieri e con loro abbiamo parlato di Gaetano e delle rispettive famiglie, e sono stata invitata a partecipare alla celebrazione che iniziava alle 18.30 con una messa di suffragio nella chiesa di Don Bosco celebrata da Don Andrea che ne ha ricordato la figura e soprattutto la giovane età portandolo ad esempio ai giovani di Riesi. Durante la cerimonia oltre le rappresentante ufficiali del Comune, dell’Esercito ed altri era presente un picchetto d’onore dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri io portavo il nostro fazzoletto dell’Anpi al collo, previa telefonata di autorizzazione col compagno Fabrizio Forcella al quale avevo chiesto di poter portare il saluto e ringraziamento dell’ANPI romana. Al termine della messa sono stata presentata dal sindaco al Maggiore Di Bartolo del Comando militare Sud ed al Capitano Giordano dell’Associazione Nazionale Bersaglieri.
Dopo la messa accompagnati dalla fanfara dei bersaglieri di Caltanissetta siamo andati nel piazzale adiacente dove era posto il monumento ai caduti al quale è stato aggiunto il nome di Gaetano. Il Sindaco ha preso la parola ricordando la breve vita di Gaetano, come si fosse trovato a Roma dove aveva aderito alle formazioni partigiane, aver lottato con esse, essere stato catturato dai nazisti e portato a Via Tasso prigione nazista dove ora esiste il Museo della Resistenza, ha parlato della forza di volontà che l’ha sorretto specificando come da lui non fosse uscita una sola parola che potesse portare all’arresto dei partigiani, dimostrando così un coraggio unico da eroe, ha ricordato la barbarie delle fosse ardeatine dove è sepolto ed invitato tutti ma soprattutto i giovani a ricordare ed onorare la sua figura ed a prendere esempio da quel cittadino del quale Riesi era fiera di averne dato i natali e di ricordarlo nel tempo.
Il sindaco ha poi raccontato ai presenti che il Comune aveva ricevuto un messaggio da una parente di Gaetano di Roma, lo ha letto con me accanto, annunciando alla fine che, contrariamente alle mie previsioni di non sapere se fossi riuscita ad andare in tempo alla cerimonia, la mattina avevo fatto loro una bellissima sorpresa arrivando a Riesi e mi ha dato il microfono per parlare ai cittadini Riesini.
Le mie prime parole sono state di ringraziamento al Sindaco ed alla Giunta per l’affetto e la gentilezza con il quale ero stata accolta, ho portato il saluto e ringraziamento dell’ANPI Romana e della sezione ANPI di centocelle per la commemorazione, poi ho ricordato il nostro partigiano Gaetano, dicendo che aveva operato nell’8° Zona ed in particolare al Quadraro dove era ricordato con una lapide insieme agli altri caduti, ho spiegato il ruolo svolto da entrambi i quartieri alla resistenza operata dal Quadraro e da Centocelle contro i nazisti e del rastrellamento del Quadraro, descrivendo poi la nostra attività svolta presso le scuole e portando gli studenti medi e superiori a Via Tasso ed alle Fosse Ardeatine, anch’io come il sindaco ho invitato i giovani a seguire il suo esempio e continuare a lottare per la libertà la democrazia la legalità e la famiglia come valori sacri da difendere sempre.
Finito di parlare ho avuto con tanta commozione l’onore di ricevere la cittadinanza onoraria dal Sindaco e Comune di Riesi ed in dono la fotocopia dell’atto di nascita di Gaetano infine il Capitano Giordano dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri mi ha consegnato un gagliardetto da portare in dono alla sezione ANPI di Centocelle.
Il Maggiore Di Bartolo del Comando Militare del Sud ha messo poi in risalto la figura militare, l’onore dimostrato ricordando tutti i militari morti per la Resistenza, per aver voluto lottare per quella libertà e democrazia che, senza di loro, oggi non ci avrebbe consentito di fare quella cerimonia e di parlare liberamente.
E’poi seguita la commossa testimonianza del vice sindaco Sardella Salvatore
che ha ringraziato l’ANPI di Roma e sottolineato ai giovani i valori espressi da Gaetano.
La cerimonia si è conclusa localmente con la cerimonia dell’alzabandiera e l’inno di Mameli, poi l’esecuzione di una canzone che parlava di Roma dedicata a me, dopodiché la fanfara dei bersaglieri ha percorso correndo e suonando come da tradizione le strade di Riesi fino ad arrivare alla piazza che precede il Comune dove hanno continuato a suonare mentre con il Sindaco la dottoressa Gravagna ed altri rappresentanti della giunta incontravamo e parlavamo con cittadini di Riesi come il giovane Giuseppe Calascibetta che desidera aprire una sede ufficiale dell’ANPI a Riesi e che due anni fa scrisse un’articolo su un giornale locale sulla figura di Gaetano.
A tutta la cerimonia erano presenti:
il Sindaco di Riesi Dott. Salvatore la Chiantia
il Vice Sindaco Dott. Sardella Salvatore
Gli Assessori Rosy Pilato, Matteo Giacomo Lanza e Franco La Laguna
I Consiglieri Comunali: Piazza Maria Tina, Enza Balbo, Maria Catena Debilito, Giuseppe baglio, Gino Scibetta, Gaetano Ievolella, Angelo Bellina, Gaetano La Rosa, Gianfranco Capizzi
Don Andrea della chiesa Don Bosco
Maggiore Di Bartolo del Comando Militare Sud
Capitano Giordano dell’Associazione Nazionale Bersaglieri
Rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri
Rappresentanti della Polizia Municipale
Rappresentanti della Croce Rossa Italiana
Rappresentanti della Protezione Civile
A tutti i compagni e compagne dell’Anpi Romana e di Centocelle voglio dire che sono stata fiera di essere presente col fazzoletto dell’ANPI al collo per testimoniare quanto ancora forti siano i valori della tutela del ricordo della Resistenza, della libertà e della democrazia.
A titolo personale non ci sono parole per descrivere l’emozione provata, ero andata come una parente che insieme ai cittadini di Riesi voleva celebrarne la memoria e mi sono trovata circondata da persone che anche se come me non l’avevano conosciuto stimavano questa solare figura di giovane partigiano che dava onore alla loro città. Una giunta giovane di centro sinistra che, si percepisce ha voglia di cambiare le cose ma rispettando sempre i valori trasmessi dalla Resistenza ed oggi non è facile trovare persone come loro!
Mi auguro che questo mio racconto di una giornata dedicata ad un giovane partigiano che come tanti fece una scelta ben precisa come ho tenuto a sottolineare “quella di essere antifascista e di combattere nelle brigate partigiane” sia riportato sulle pagine del nostro giornale dell’ANPI in modo da farlo poi avere al Comune di Riesi che sarebbe fiero e felice di veder raccontata la loro commemorazione e la loro esperienza sul nostro giornale, in attesa di altre iniziative che come mi ha detto il Sindaco faranno in futuro come l’apposizione di una lapide alla memoria.
Fraterni saluti a tutti i compagni e le compagne dell’ANPI
Roma, 17/9/2014
ANPInews n. 136 – 7/14 ottobre 2014
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NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI
CARLO SMURAGLIA:
► Sul tema lavoro, si procede parlando niente meno che di una completa“riscrittura dello Statuto dei Lavoratori”, di abolizione di quel che resta dell’articolo 18, di maggiore elasticità nelle regole del lavoro. In mezzo a tutto questo fragore di argomenti fuorvianti, ci sarebbe probabilmente, qualcosa da rettificare e migliorare, magari estendendo qualche diritto in più a quelli che non ne dispongono; ma questo non basterebbe a risolvere il problema di fondo, che presuppone scelte più ampie, di vera politica economica e del lavoro. Bisogna dire, con forza, che la riduzione delle garanzie non aumenta i posti di lavoro, anzi costituisce un autentico attentato a quella dignità nel lavoro, che è uno dei temi ricorrenti nella Costituzione.
Nella settimana che il Governo e tutta la stampa considerano dedicata al lavoro, qualche preoccupata considerazione è d’obbligo. Se tutti concordano sul fatto che il lavoro è la vera priorità, come mai gli si dedica soltanto la prima settimana d’ottobre? Non è un po’ tardi, dopo mesi che l’ISTAT, implacabilmente, ci fornisce dati allucinanti sulla disoccupazione, sul precariato, sulle perdite economiche delle famiglie meno abbienti, sui problemi occupazionali dei giovani?
La seconda considerazione (che potrebbe sembrare rassegnata, ma non lo è affatto) si fonda sulla massima” meglio tardi che mai”; ma è chiaro che potrebbe, a malapena, soddisfarci se si affrontasse davvero e di petto quel complesso di problemi che noi pensiamo che rappresentino una priorità assoluta, in un Paese retto da un Costituzione che proclama che la Repubblica italiana “è fondata sul lavoro”. Purtroppo, non è così; il discorso sta vertendo sulle “regole” e su alcune questioni che - se risolte – non sarebbero in grado di creare un solo nuovo posto di lavoro. Si continua su una strada che parte da un presupposto completamente sbagliato: che la mancanza di investimenti, di sviluppo, di crescita, dipenda dalle rigidità del mercato del lavoro. Ho scritto più volte che non è così, che i fattori realmente incidenti negativamente sono, semmai, l’eccesso di burocrazia, la corruzione, le mafie; che infine, su questo bisognerebbe lavorare per tentare di riportare l’economia su un terreno giusto e corretto. Purtroppo, sembrano parole al vento!
Si procede, infatti parlando niente meno che di una completa “riscrittura dello Statuto dei Lavoratori”, di abolizione di quel che resta dell’ articolo 18, di maggiore elasticità nelle regole del lavoro. In mezzo a tutto questo fragore di argomenti fuorvianti, ci sarebbe probabilmente, qualcosa da rettificare e migliorare, magari estendendo qualche diritto in più a quelli che non ne dispongono; ma questo non basterebbe a risolvere il problema di fondo, che presuppone scelte più ampie, di vera politica economica e del lavoro.
Bisogna dire, con forza, che la riduzione delle garanzie non aumenta i posti di lavoro, anzi costituisce un autentico attentato a quella dignità nel lavoro, che è uno dei temi ricorrenti nella Costituzione.
D’altronde, ci si era già messi sulla cattiva strada , portando il contratto di lavoro a tempo determinato ad un livello che un tempo sarebbe stato impensabile, accettando la tesi – sempre respinta nel passato – della non necessità di una causale che giustifichi il ricorso a questa tipologia di contratto e consentendone la ripetizione pressoché ad libitum. Si è così già andati oltre ogni limite, senza ottenere alcunché di risolutivo.
Adesso, la chiave di tutto sembra essere l’articolo 18, che non è un “feticcio” intoccabile, tant’è che è stato ampiamente “toccato”, sotto il governo Monti; ma ridurlo, come si vorrebbe, a qualche caso estremo se non eliminarlo del tutto, non serve a niente, solo – ripeto - ad eliminare una garanzia, che è fonte di sicurezza e di dignità, in nessun modo incidendo sulla situazione economica complessiva, nella quale predominano le piccole imprese, alle quali – come è noto – l’articolo 18 non si applica.
Ma non basta: si pensa anche a “toccare” un altro tema fondamentale, quello del divieto di demansionamento, un’altra norma, questa volta del Codice Civile, considerata da sempre intangibile, in quanto rappresenta una fondamentale garanzia contro gli eventuali abusi dei datori di lavoro. Si tratta di una disposizione diretta a tutelare la professionalità, la sicurezza e la dignità del lavoratore e dovrebbe essere interesse degli stessi imprenditori ragionanti quello di non metterla in discussione.
Pretendere di mantenerla, per le stesse ragioni per cui è stata per lo più sottratta, finora,
perfino alla discussione, non è il solito “conservatorismo”, di cui viene accusato chiunque si opponga a modifiche e riforme ingiustificate, ma è la contrapposizione doverosa all’attacco ad un sistema che andrebbe – semmai – esteso a tutti i tipi di lavoro.
Si impone anche un’altra considerazione. Se questo tema è di grande importanza e rappresenta una priorità, sarebbe logico aspettarsi una discussione molto ampia in seno ai partiti, ai gruppi parlamentari, al Governo e infine al Parlamento. Al contrario si pretende di procedere in tempi ristrettissimi, la questione viene liquidata nei partiti (quelli che lo fanno) in un paio d’ore di dibattito, nel Governo non c’è discussione perché ciò che pensa il Presidente del Consiglio non si discute, ai gruppi parlamentari viene lasciato uno spazio oltremodo ristretto; e infine al Parlamento, sede privilegiata per la discussione, verrà lasciato pochissimo tempo.
Erano già previsti tempi ristretti, ma ora essi diventano ristrettissimi perché il Governo ha deciso di porre la fiducia sul Jobs Act; il che fa cadere gli emendamenti e praticamente annulla la discussione. Questo è gravissimo in generale, ma lo è ancora di più in relazione alla materia che si sta trattando. Ancora una volta, tutto è subordinato ai tempi prefissati dal Presidente del Consiglio, che vuol portare alla riunione europea di domani un altro scalpo: questa volta quello dell’intero sistema del diritto del lavoro.
E’ spiacevole, ma non ci si può esimere dal ricordare che anche il dialogo con le parti sociali è stato ridotto ad un livello ridicolo: un’ ora di confronto non solo su questo, ma sui tanti temi che in questo momento sono sul tappeto.
Voglio aggiungere un ultimo argomento, amaro e preoccupato: il voto di fiducia si svolge su una legge delega la quale, per indicazione costituzionale (art. 76) dovrebbe essere precisa, analitica e dettagliata (“per oggetti definiti”). Come tutti i commentatori hanno rilevato, questa delega è di una estrema genericità e vaghezza, quindi sostanzialmente illegittima, in quanto conferisce al Governo, che dovrà emanare i Decreti attuativi, un potere immenso, indiscriminato e incontrollabile. Credo, quindi, che la preoccupazione espressa all’inizio abbia pieno fondamento. Se dovessi esprimere ancora una speranza, sarebbe quella che si torni sulla retta via, si intensifichi il confronto, si lasci ampio spazio al dibattito parlamentare e non tanto sulle questioni di cui più sopra si è parlato, quanto e soprattutto su un vero programma di sviluppo e di crescita e su un vero piano di rilancio del lavoro, quello dignitoso e sicuro di cui parla la nostra Costituzione. Ma è una speranza, ben poco fondata sulla razionalità: la
quale ci fa presumere un esito che noi riteniamo negativo. Così, i tempi diventeranno ancora più oscuri.
ANPInews n. 135 – 1/8 ottobre 2014
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NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI
CARLO SMURAGLIA:
► E’ dovere – statutario – dell’ANPI esercitare il diritto di critica quando sono in gioco principi e valori di rango costituzionale.
Insisteremo ancora a batterci per un rinnovamento profondo della politica, un problema fondamentale della stessa democrazia nel nostro Paese.
Qualche mese fa, per l’esattezza il 12 marzo, il Comitato Nazionale dell’ANPI diffuse un importante documento sulla necessità di rinnovamento della politica come precondizione per il corretto svolgimento della stessa vita istituzionale. Ritengo opportuno riportare, in calce, quel documento, più che mai attuale, che indicava analiticamente quali erano i difetti principali del sistema politico, si contrapponeva alla vuota antipolitica, avanzava indicazioni e proposte per un vero cambiamento, tale da farci tornare all’ispirazione costituzionale ed ai principi ed ai valori consacrati nella Carta fondamentale. Basta leggere il documento per accorgersi che l’accusa di conservatorismo, che viene avanzata ogni volta che si propone qualche mutamento vero, tenendosi però strettamente collegati ai valori fondamentali che dovrebbero regolarci, è – nel caso specifico – totalmente infondata, sia per ciò che riguarda le riforme costituzionali e la legge elettorale, sia per ciò che attiene a tutte le altre iniziative attorno alle quali si sta discutendo. Dobbiamo insistere su quel documento, perché in realtà, rispetto al marzo scorso, le preoccupazioni sono aumentate e più forte si è manifestata l’esigenza del rinnovamento della politica, come problema fondamentale della stessa democrazia nel nostro Paese.
Converrà fare qualche esempio:
- La riforma del Senato (cioè di una struttura portante del sistema costituzionale) è stata avviata all’insegna della velocità, fissando date e scadenze, riducendo gli spazi della discussione e puntando più su una sostanziale abolizione del Senato che non sul tema di fondo che era quello – su cui concordavamo e concordiamo – della differenziazione del lavoro delle due Camere. Non è così che si può e si deve procedere alle modifiche costituzionali, perché la Costituzione, anche per essere modificata, esige rispetto, approfondimento, confronto;
- il solo fatto di anteporre la riforma del Senato ai provvedimenti più urgenti (lavoro, occupazione, investimenti, rilancio attività produttive, sviluppo) è, di per sé significativo della anteposizione di una visione del tutto particolare, rispetto alle attese,
ai bisogni, alle necessità della parte più sofferente del popolo italiano;
- il Parlamento è stato esautorato più volte, non solo con i decreti legge e i voti di fiducia, ma anche con la svalutazione del ruolo dei gruppi parlamentari e dei doveri (e
diritti) dei singoli rappresentanti dei cittadini;
- il voto per i “laici del CSM” e per i due posti liberi alla Corte Costituzionale ha rappresentato un vero e proprio scandalo, non solo per il protrarsi delle votazioni al di là di ogni limite, ma anche perché si sono visti patteggiamenti e intese al vertice, evidentemente non condivisi da una parte della base, senza una reale ricerca di raccogliere un vero consenso su personalità non solo qualificate ma anche il più distanti possibile dalla politica attiva. E poi, per il CSM una scelta inaudita: il distacco di un Sottosegretario in carica dal governo al CSM, con il proposito di farlo diventare il Vice Presidente di un organismo di garanzia. Forse ci si è dimenticati dell’art. 104 della Costituzione, che richiede palesemente un CSM indipendente ed autonomo; nonché dell’art. 22 della legge costituzionale sul CSM che prevede che i componenti di
spettanza del Parlamento debbano essere eletti con la maggioranza di 3/5; disposizioni chiaramente proiettate ad ottenere la scelta di persone indipendenti e qualificate; per di più da eleggere con modalità che garantiscano il superamento del puro criterio di appartenenza.
Potrei continuare a lungo, ma intendevo solo fare qualche esempio; a cui aggiungerò solo un rilievo che a qualcuno potrà sembrare di stile, ma finisce invece per attenere alla sostanza dei rapporti istituzionali. Il governo ha il diritto di decidere liberamente, ma non può non ascoltare la voce degli organi rappresentativi previsti dalla Costituzione (ad esempio, i sindacati) e non può ironizzare sulle critiche che l’Associazione dei Magistrati muove ad un progetto che riguarda i Magistrati, che rappresentano una garanzia per tutti e dunque possono essere certamente criticati, ma vanno rispettati. Non aggiungerò altro. Ma nei casi che ho citato solo in via esemplificativa, c’è tutto ciò che il documento del Comitato Nazionale criticava e c’è la prospettazione, molto evidente, della necessità di un cambiamento e di un rinnovamento prima di tutto, della politica, perché essa viene addirittura prima delle regole, che poi è tenuta a rispettare. Da qui il nostro rinnovato impegno su questo tema, che riteniamo prioritario. Non ci si venga a dire che così “facciamo politica”. A prescindere dal fatto che la politica – quella di Aristotele e degli ateniesi – non è un male, anzi è il sale della democrazia; ma deve essere una vera politica, conforme ai principi ed ai valori costituzionali, così come richiamati nel documento del Comitato Nazionale, è nostro dovere – statutario – esercitare il diritto di critica quando sono in gioco, appunto, principi e valori di rango costituzionale.
DOCUMENTO DEL COMITATO NAZIONALE ANPI – 12 MARZO 2014
Considerata la situazione complessiva del Paese e le gravi difficoltà che esso sta attraversando, che raggiungono addirittura il livello dell’emergenza sociale;
Ritenuto che anche sul piano delle istituzioni, esistono difficoltà e problemi che esigono interventi riformatori ponderati, in linea col sistema costituzionale vigente; Considerato che vi è, nel Paese, molta discussione attorno alla legge elettorale ed alla
necessaria differenziazione del lavoro delle Camere, ma ancora non si riesce a varare una legge elettorale che corrisponda agli interessi reali del Paese e non a quelli dei singoli partiti e si attenga alle indicazioni della Corte Costituzionale. Nello stesso tempo, non si riescono ancora ad intravvedere piani organici di risanamento e sviluppo dell’economia, di rilancio dell’occupazione e, in generale, delle condizioni di lavoro e di vita della maggior parte delle cittadine e dei cittadini italiani e soprattutto dei giovani;
Ribadito che il ruolo della politica e dei partiti è fondamentale per la stessa vita democratica del Paese; che peraltro è proprio su questo terreno che occorre operare una vera e profonda riforma, che restituisca alla politica, appunto, il ruolo che le spetta, in piena consonanza con gli interessi della collettività, e riconduca i partiti al compito loro affidato dalla Costituzione;
Considera questa riforma complessiva prioritaria rispetto ad ogni altra, rappresentando la condizione essenziale non solo per il miglior funzionamento delle istituzioni, ma anche per superare la frattura che da tempo si è creata con i cittadini; Ritiene necessario precisare che:
1. per riforma della politica si deve intendere un mutamento radicale del modo di essere attuale dei partiti, dei comportamenti politici, nelle istituzioni e nella società, per restituire fiducia ai cittadini, ricondurre quelli che tuttora restano assenti, al voto, per ottenere la loro fattiva e convinta partecipazione al riscatto ed al rilancio del Paese;
2. occorre, insomma, tornare alla politica come l’avevano immaginata i Costituenti,
quando scrissero articoli fondamentali come il 54 (dovere dei cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di adempierle con disciplina e onore), il 97 (garanzia di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione pubblica), il 49 (che assegna ai partiti la funzione di concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale) e quanto delinearono una struttura complessiva delle istituzioni, fatta di pesi e contrappesi e di corretti rapporti tra Parlamento, Governo e organi di garanzia.
3. il risultato che ci si propone non si raggiunge solo col taglio delle spese e degli sprechi (pur assolutamente indispensabile), ma deriva soprattutto da cambiamenti radicali di prassi, di costume, di modi di essere dei partiti e dei singoli e da un impegno forte contro la corruzione diffusa, contro l’evasione fiscale, contro l’avanzata - sull’intero territorio - della criminalità organizzata. Soprattutto si ottiene solo con una forte riaffermazione dell’etica nella politica, oltreché nella vita quotidiana e nelle istituzioni. È in questo contesto che vanno realizzate quelle riforme costituzionali che appaiono mature nella elaborazione diffusa e sono coerenti con la logica complessiva del sistema costituzionale; in primis, la riforma del sistema del cosiddetto bicameralismo “perfetto” che parta dalla necessità di differenziazione del lavoro delle due Camere, nell’esclusivo intento di rafforzare, migliorare e velocizzare l’attività legislativa per renderla più aderente ai bisogni del Paese. Queste sono, dunque, le condizioni essenziali perché ci sia, da un lato una prospettiva vera di riforme e di rilancio e dall’altro un ritorno alla normalità e civiltà dei rapporti in Parlamento e nelle istituzioni e si creino le condizioni per il ritorno a quel rapporto di fiducia tra cittadini, istituzioni e politica, che è fondamentale perché si realizzi davvero la democrazia. Per questa grande operazione, che non può più attendere ed è di assoluta urgenza, la guida va reperita sempre nei princìpi costituzionali e nei valori espressi dalla Costituzione. L'ANPI intende essere tra i primi in questa battaglia per la riforma della politica; ma è convinta della necessità che a questo impegno venga assicurata la massima partecipazione possibile, dalle istituzioni, dai partiti, dalle organizzazioni sociali, dalle cittadine e dai cittadini. Un appuntamento collettivo, al quale nessuno può mancare, se vuole davvero il riscatto del Paese.
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Ripudia intolleranza, razzismo e antisemitismo.
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